CINCINNATO (Cincinato, Chinchinato, Sinsinato), Romolo (Rómulo Florentin)
Il 16 ott. 1539 compare nei documenti dell'arte dei medici e speziali di Firenze un "Romolo di lacopo di Domenico" (D. E. Colnaghi, ADictionary ofFlorentine painters, London 1928, p. 230), probabilmente da identificare con il C., pittore che è noto esclusivamente per la sua attività in Spagna. Nella, storiografia si ripete, non documentata, la notizia che studiò a Firenze presso Francesco Salviati. Di certo si sa soltanto che alla data del contratto stipulato il 18 sett. 1567 con l'ambasciatore spagnolo a Roma, il duca di Requeséns, il C. era attivo "alla corte pontificia". Con tale contratto egli si impegnava per tre anni al servizio di Filippo II, insieme con Patrizio Cascese (Martin Gonzáles, 1971; pp. 239 s.). Nel contratto è indicato che gli italiani dovevano lavorare sotto la direzione di G. Becerra, quindi alla decorazione dell'Alcázar e del palazzo del Pardo a Madrid (in quest'ultimo restano affreschi).
Al 1571 risale la commissione di lavori all'Escorial dove il C. si unì al gruppo di pittori spagnoli e italiani, fiorentini e in particolare genovesi, che più tardi operarono sotto la direzione di Luca Cambiaso. Di quel manierisino programmatico è testimonianza in un vero e proprio lavoro di gruppo che avrà al suo attivo, appunto, la decorazione pittorica dell'Escorial. La "vita" stesa dal Palomino (1715), che definisce il C. di grande talento e grazia, ma mancante di invenzione, lo presenta in questo clima accanto al pittore Arbasia e allo scultore Pompeo Leoni. Tra il maggio 1578 e l'ag. 1579 il C., non avendo altre richieste, eseguì gli affreschi nel palazzo del duca del Infantado a Guadalajara (Martin Gonzáles, 1971, pp. 232 s. nota 18): A. Ponz (Viagede España..., I, Madrid 17873 p. 331) vi ricorda "adornos muy graciosos y alcunas fabulas executadas con inteligencia y buen gusto".
Nel 1583 il C. fu incaricato insieme con Diego da Urbino di valutare il S. Maurizio dipinto l'anno precedente dal Greco per l'altare dell'Escorial (Zarco Cuevas, Pintores españ., 1931, pp. 139-146; de Andrés, 1974); il quadro del Greco non era piaciuto a Filippo II e fu sostituito dal Martirio di s. Maurizio e della sua legione dipinto dal C. nel 1584, tuttora in loco, forse la sua opera più importante (disegno nell'Istituto Jovellanos di Gijon). Nel coro dell'Escorial dipinse a fresco (1585-86) su un primo disegno del Cambiaso, quattro scene con episodi della vita di S. Lorenzo e di S. Gerolamo (Zarco Cuevas, Pintores ital., 1931, pp. 182 s., 186, 192). Sempre nel 1585 (il 15 apr.: Zarco Cuevas, ibid., p. 20) valutò opere del Cambiaso. Fra 1587 e 1589 il C. dipinse a fresco e ad olio nel chiostro dell'Escorial, come risultada documenti che nominano tra l'altro le architetture scenografiche intorno alla Presentazione al tempio del Tibaldi (Zarco Cuevas, ibid., p. 192). Negli stessi anni dipinse, per la chiesa del collegio della Compagnia di Gesù della città di Cuenca, una Circoncisione (ora alla Accademia di S. Fernando a Madrid), di dichiarate mtenzioni manieristiche per il disegno di alcune figure esibite in primo piano. Altre opere del C. sono nella chiesa di S. Lorenzo all'Escorial: due grandi trittici con sportelli laterali chiudibili (Ultima cena con ai lati la Lavanda dei piedi e l'Entrata in Gerusalemme; Trasfigurazione e negli sportelli l'Adultera e la Samaritana).
Le opere del C. sono da confrontare con quelle di El Mudo e di Luis de Carvaial, ma soprattutto con quelle del Tibaldi bolognese e degli Zuccari, oltre che del Semino genovese. Dal 21 sett. 1591 il C. risulta essere "pensionato"; morì a Madrid l'11 maggio 1597 (Ferrarino, 1977). Da come ne scrisse il Carducci (1633, p. 26) il C. deve aver lasciato disegni anatomici per studenti.
Dalla moglie Isabel de Soto ebbe quattro figli. Furono pittori Diego (1580 circa - 1625-26)e Francesco (1585circa -1635), che nacquero a Madrid e morirono a Roma ma non sono ancora stati studiati dalla critica (Thieme-Becker e, per Francesco, anche Pittura del '600 e '700, Ricerche in Umbria, I, Treviso 1976, ad Indices).
Bibl.: V. Carducho [Carducci], Diálogos de la pintura [1633], Madrid 1865, pp. 26, 346;A. Palomino de Castro yVelasco, El Museo pict. y escala óptica [1715], Madrid 1947, pp. 817s.; J. A. Céan Bermudez, Diccionario historico... delas Bellas Artesen España, Madrid 1800, I, pp. 332-334;F. J. Zarco Cuevas, Pintores ital. en San Lorenzo ... de El Escorial, Madrid 1931, ad Indicem;Id., Pintores españoles en San Lorenzo..., Madrid 1931, ad Indicem;D. Angúlo Iñiguez, La Pintura del siglo XVI, Madrid 1954, p. 258;J. J. Martin Gonzáles, Noticias variassobre artistas de la Corte en el siglo XVI, in Bol. del Seminario de arte y arquelogia de la Universidad de Valladolid, XXXVII (1971), pp. 232 s., 239 s.;G. de Andrés, Inv. de documentos sobre la construcción y ornatodel Monasterio del Escorial..., in Archivo Español de arte, XLVII (1974), App., pp. 115n. 25, 118 n. 33, 138 n. 27; XLVIII (1975), App., pp. 156 n. 18, 163 n. 8, 172 n. 21, 184 n. 37; Inv. dei disegni ital. della Bibl. naz. di Madrid, Madrid 1974, p. 36;L. Ferrarino, Diz. degli art. ital. in Spagna, Madrid 1977, pp. 80s.; U. Thierne-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 605 s.