BERTINI, Romolo
Nacque a Firenze il 7 apr. 1611. Avviato al sacerdozio, entrò in casa del cardinale Leopoldo de' Medici quale cappellano e poi come segretario. I suoi rapporti con il cardinale ci sono documentati da una serie di sonetti satirici nei quali il poeta lamenta la scarsa comprensione di costui per i propri problemi economici. Oltre alla funzione di cappellano, che gli consentiva una faticata provvisione di dieci scudi mensili, il B. si prodigò in una meritevole attività pedagogica: uscì dalla sua scuola, fra gli altri, quel Carlo Roberto Dati destinato ad un brillante avvenire letterario. Antonio Magliabechi diceva delle sue poesie che erano bellissime, e sicuramente non doveva riferirsi alla produzione satirica e bernesca, ma all'altra, tuttora inedita, di linea classicheggiante e chiabreresca più consentanea all'Uomo di lettere e al dotto umanista.
Notevole è la circostanza che il Redi, nelle sue "annotazioni" al Bacco in Toscana, fra gli altri autori citati a sostegno dei propri esperimenti linguistici, chiami in causa il Bertini. Questi fu amico di letterati e accademico apatista. Nell'ambito dell'Accademia, in buona compagnia con Andrea Cavalcanti, Benedetto Buonmattei, Francesco Rovai, Lorenzo Lippi (del quale, per primo, apprezzò il Malmantile), esercitò un indiscusso magistero letterario.
Il B. morì a Firenze nel 1654.
Fonti e Bibl.: F. Redi, Bacco in Toscana, Firenze 1691, annotazioni, pp. 5, 8, 173; S. Salvini, Fasti consolari dell'Accademia fiorentina, Firenze 1717, p. 543; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini…, Ferrara 1722, p. 488; G. M. Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, V, Venezia 1730, p. 1-57; G. Cinelli-Calvoli, Biblioteca volante, I, Venezia 1734, p. XLII; F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia, II, Milano 1741, p. 562; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, pp. 1058-59; M. F. Berni, Il terzo libro delle opere burlesche, II, Leida 1824, pp. 56-132; F. Palermo, I manoscritti palatini, I, Firenze 1853, pp. 434, 454, 506; II, Firenze 1860, pp. 158, 162; Poesie giocose inedite o rare, a cura di A. Mabellini, Firenze 1884, pp. 111-113; I manoscritti della biblioteca moreniana, I, 11, Firenze 1910, pp. 336-337; I, 12, ibid. 1911, p. 379; E. Benvenuti, A. Coltellini e l'Accademia degli Apatisti a Firenze nel sec. XVII, Pistoia 1910, pp. 66, 113, 114-121, 211, 251, 254, 273, 300-303; A. Belloni, Il Seicento, Milano s.d., p. 369; E. Allodoli, Le più belle pagine di poeti burleschi del Seicento, Milano 1925, pp. 111, 143-146, 280, 283; G. Mazzatinti, Invent. dei manoscritti delle bibliot. d'Italia, X, pp. 94, 192.