BALSIMELLI, Romolo
Figlio di Antonio di Alessandro, nacque a Settignano nel 1479; sappiamo soltanto che operò come architetto e scultore in Napoli nel primo ventennio del sec. XVI.
Il B. non risulta iscritto nei registri dei locali maestri di pietra, il che fa supporre ch'egli non abbia mai operato in patria. G. Milanesi, cui si devono le maggiori ricerche sull'artista, riferite dal Filangieri, ritiene ch'egli sia venuto a Napoli ancora molto giovane, condottovi da Andrea da Fiesole intorno al 1505. La formazione del B. sarebbe dunque avvenuta nella bottega di Andrea e non sarebbe da escludere la sua collaborazione, sia pure in sottordine, ai lavori per la cappella del presepe in S. Domenico Maggiore; egli sarebbe stato educato al gusto rinascimentale "attraverso l'esperienza tratta dalle opere eseguite a Napoli dai suoi concittadini più anziani" (Pane).
Allo stato attuale delle ricerche, del B. si conoscono soltanto due opere: la prima è la cappella di Andrea Carafa conte di Santaseverina, anch'essa in S. Domenico Maggiore, per la quale documenti pubblicati dal Filangieri e datati al 1512-15 correggono l'errata attribuzione del Summonte (ad Andrea da Fiesole e Matteo Lombardo).
Compiuta nel 1508 (vedi l'iscrizione sul fregio della trionfale composizione d'ingresso), con rara fedeltà a un organico progetto iniziale, la cappella, a pianta quadrata coperta da una volta a vela, conserva ancora, nonostante talune alterazioni e inclusioni successive, la sua nitida eleganza toscana; tuttavia essa non era ancora finita nel 1526, anno di morte del suo fondatore.
Seconda opera attribuita al B. è la ricostruzione e l'ampliamento della chiesa di S. Caterina a Formello, per la quale un documento attesta ch'egli ne dirigeva i lavori nel 1519 (Fìlangieri). Sebbene taluni particolari della fabbrica richiamino opere di Francesco di Giorgio Martini, che avrebbe fornito un disegno tradotto in fabbrica dal B. (Pane), a quest'ultimo va riconosciuto il merito di "aver adattato ad uno schema cinquecentesco le forme ancora severamente arcaiche della chiesa di [S. Maria delle Grazie a] Cortona".
Nonostante la lentezza dell'esecuzione (finita solo nel 1593), e le dorature e affreschi barocchi, la chiesa, a croce latina con cinque cappelle per lato, transetto e coro con abside rettangolare, riprende, con precisa adesione alla cultura architettonica del Cinquecento, taluni temi già largamente adottati dai maestri del primo rinascimento toscano.
L'incompiutezza di talune parti della chiesa e le aggiunte più tarde complicano i problemi critici relativi alla fabbrica, e ciò concorre a limitare ulteriormente la possibilità, davvero scarsa, di definìre con sufficiente approssimazione la figura dell'artista.
S'ignora la data di morte del Balsimelli.
Bibl.: G. Filangieri di Satriano, Documenti per la storia, le arti e le industrie delle provincie napoletane, III, Napoli 1875, pp. 13, 29, 32, 33, 34, 35; Id., Indice degli artefici delle arti maggiori e minori...,I,Napoli 1891, pp. 24, 393; G. Ceci, La chiesa e il convento di S. Caterina a Formello, in Napoli nobilissima, IX(1900), p. 70; R. Pane, Architettura del Rinascimento in Napoli, Napoli 1937, pp. 227, 228, 236, 245, 270; O. Morisani, Letteratura artistica a Napoli tra il Quattrocento ed il Seicento, Napoli 1958, p. 80; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,II,p. 424.