romito
Come aggettivo, in Pg VI 72, dove l'ombra di Sordello è presentata tutta in sé romita (e prima posta / sola soletta, vv. 58-59), cioè " in sé raccolta e sola " (Vellutello; ma per il Serravalle: " honesta, vel admirans, aut verecunda "), e, come variante (particolarmente diffusa nel gruppo Vaticano e in quello del Cento), in Pg III 50 la più romita via, mentre l'ediz. Petrocchi preferisce la lezione la più rotta ruina. Come sostantivo (" eremita "), in Fiore CI 14, unito a pellegrino (Ancor mi fo romito e pellegrino).