MICHELI, Romano
Musicista, nato a Roma circa il 1575, ivi morto circa il 1660. Fu allievo di F. Soriano e di C. M. Nanini. Per la valentia manifestata in età ancora acerba fu posto in competizione artistica con i migliori compositori italiani, che egli poté avvicinare durante viaggi a Napoli, Venezia, Milano, Bologna e Firenze. Nella sua carriera egli fu successivamente maestro di cappella al duomo di Tivoli (1609-10), nel 1616 a Concordia (Mirandola), a S. Luigi dei Francesi in Roma (1625), forse cantore a S. Marco di Venezia, e a Venezia egli si trova di certo nel 1618.
Come compositore, il M. fu soprattutto un virtuoso del contrappunto, che egli praticò nello stile più artificioso. In tale qualità egli ebbe modo di sostenere con sue composizioni il prestigio della dottrina italiana di fronte all'organista P. Sijfert di Danzica, il quale aveva scritto doversi gl'Italiani recare a Danzica per imparare la vera musica, perché altro non sapevano comporre che commedie, ariette, canzonette e altre simili cantilene. E la vertenza si risolse con leale ammenda fatta dal Sijfert e da altri maestri stranieri.
Tra le composizioni del M. si ricordano specialmente: Psalmi ad officium Vesperarum (Roma 1610); Musica vaga e artificiosa a 3 voci (Venezia 1615); Compieta a 6 voci con B. c. per l'organo (Venezia 1616); Madrigali a 6 voci in canone (Roma 1621); Canoni musicali composti sopra le vocali di più parole (Roma 1645); Salmi a 4 (Venezia 1638); Messe a 4 (Roma 1650); Responsorî a 5 (ivi 1658) e altre pagine pubblicate separatamente e altre inserite in scritti polemici e teorici. Manoscritta si conserva alla Biblioteca Angelica di Roma una raccolta di canoni a 3, 4, 5 e 6 voci intitolata La potestà pontificia diretta dalla Santissima Trinità, pagine nelle quali egli dava nuovo esempio della composizione su soggetto tratto dalle lettere di più parole, del quale uso il M. rivendicava a sé l'inizio, contro le obiezioni di altri maestri.