Polanski, Roman
Polanski, Roman. – Regista e sceneggiatore polacco naturalizzato francese (n. Parigi 1933). Da decenni fra i grandi maestri del cinema, continua a rivelare una vena tanto fertile quanto capace di rinnovarsi sia in opere dal vasto impianto (The pianist, 2002, Palma d’oro a Cannes) sia in quelle in apparenza ‘di genere’ (The ghost writer, 2010) sia con film d’impianto teatrale (Carnage, 2011). Riesce a creare meccanismi complessi, di grande rigore formale, riflettendo sui temi più ricorrenti del proprio cinema come la memoria storica, le dinamiche e i conflitti dell’eros, la marcata caratterizzazione e la sua declinazione in senso claustrofobico degli spazi. Esemplare è l’asciuttezza con la quale P. riesce a trattare anche temi difficilmente rappresentabili visivamente, nonché talora oggetto di discutibili effetti di spettacolarizzazione dei sentimenti, quali la Shoah, al centro di The pianist, che peraltro tocca in profondità il vissuto stesso del regista da bambino. Sono soprattutto le azioni come tali, per come realisticamente si poterono svolgere, a permettere allo spettatore, senza compiacimento, di seguire e partecipare – certo anche emotivamente – a questa complessa e implacabile successione di eventi storici. Ma anche modificando non poco temi, ambienti e personaggi – è il caso di The ghost writer – ugualmente implacabile e magistrale è la resa formale di P., stavolta affidata a un perfetto meccanismo a orologeria da thriller. Per vie diverse sia Carnage sia Oliver Twist (2005, da C. Dickens) risultano essere, per quanto sapienti, esercizi di stile (più ovviamente spettacolare il secondo, teatralizzante il primo), soprattutto Carnage con un cast che, peraltro, è fra i migliori che si possono allestire nel cinema contemporaneo (Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John Reilly). Attori che servono fin troppo bene una pièce piuttosto modesta, sulla quale P. interviene adeguatamente per arricchirne sia la struttura sia i temi.