BELVISI, Rolandino
Nato a Bologna verso il 1270 da Guido e Bartolomea Picciolpassi, insegnò diritto canonico presso lo Studio bolognese. Partecipò alla vita pubblica del Comune e fu spesso membro di ambascerie.
Nel novembre del 1301, ad esempio, fece parte della delegazione inviata presso il vescovo di Rieti, creato rettore della Romagna dal pontefice Bonifacio VIII, per affermare i privilegi e l'autonomia di Bologna nei confronti del papato. In seguito alla rivolta guelfa del 1306, il B., ritenuto favorevole al partito ghibellino dei Lambertazzi, e accusato di fellonia, fu esiliato dalla città; l'anno seguente un nuovo bando lo colpiva confermando il suo esilio. Secondo il Fantuzzi si recò subito a Venezia; il Gloria invece sostiene che il B.' prima di stabilirsi a Venezia, risiedette per alcuni anni. a Padova presso il cui Studio insegnò diritto canonico. Questa seconda tesi sembra più valida: da un documento del 1312 dell'università di Padova (documento prodotto dallo stesso Gloria) appare infatti che egli era professore in quella città ed aveva ivi acquistato una tale importanza da poter influire sulla nomina del bolognese Bornio dei Samaritani a podestà del Comune.
D'altra parte i primi documenti veneziani in cui il B. è citato risalgono al 1314-1315. Poco nota è l'affività da lui svolta a Venezia: nei documenti in cui è nominato egli ci appare sempre compreso tra gli uomini illustri della Repubblica chiamati ad essere presenti alla stipulazione dei contratti e alla stesura degli atti più importanti della vita pubblica veneziana: ma niente di più preciso ci è dato di sapere sul suo soggiorno nella Serenissima.
Contrariamente a quanto avvenne al fratello lacopo, solo nel marzo del 1328 Bologna perdonò l'ostilità del B. al partito guelfo e lo richiamò. Ma egli rifiutò l'invito, poiché era ormai affezionato a Venezia, dove era circondato da profonda stima e godeva di notevole celebrità. Nel 1329 la Serenissima lo insignì della cittadinanza onoraria veneziana.
L'ultimo documento veneziano in cui il B. appare nominato è ascritto al 22 febbraio del 133n dall'atto di apertura del suo testamento, citato dal Fantuzzi, risulta che egli morì a Vicenza nel settembre di quello stesso anno.
Nel 1295 aveva sposato Contessa Galleni e ne aveva avuto un figlio, Tommaso. Sia Contessa sia Tommaso fecero ritorno a Bologna dopo la morte del B.: qui infatti decedette Contessa nel 1339.
Non abbiamo alcuna notizia di lavori prodotti dal B., né il Fantuzzi lo considera tra gli scrittori bolognesi. È probabile pertanto che la sua attività didattica non si sia mai espressa in opere scritte.
Fonti e Bibl.: C. Ghirardacci, Della Historia di Bologna, I, Bologna 1596, p. 431; F. Cornaro, Ecclesiae Venetae illustratae, Venetiis 1749, I, pp. 185.194, 199; III, p. 353; VI, pp. 100, 102, 273; I libri commem. della Rep. di Venezia, Regesti, a cura di R. Predelli, I, Venezia 1876, pp. 222, 250, 258; II, ibid. 1878, p. 28; M. Sarti-M. Fattorini, De claris archigymn. bononiensis profes., Bologna 1888, I-II, ad Indicem; Chartularium Studii Bononiensis. Docum. per la storia dell'univ. di Bologna dalle orig. fino al sec. XV, II, Bologna 1913, doc. LXXVII, p. 89; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, pp. 44, 47, 51, 56, 57; A. Gloria, Monumenti della università di Padova, I, Venezia 1884, pp. II, 337 s.; A. Sorbelli, Storia dell'univ. di Bologna, Bologna 1940, p. 100.