ROLAND de la Platière, Jean-Marie
Nato a Thizy il 18 febbraio 1734, morto a Bourg-Baudouin presso Rouen il 10 novembre 1793. Di famiglia modesta, impiegato prima presso un armatore di Nantes, poi nelle manifatture di Amiens, accrebbe la sua cultura viaggiando all'estero a scopi industriali e scientifici (Lettres écrites de Suisse, d'Italie, de Sicile et de Malte, 1776-1778, Amsterdam 1780, voll. 6, in 12°). Nel 1784 divenne ispettore generale delle manifatture di Lione. Nel dicembre 1791, essendo stato soppresso il suo ufficio, si trasferì con la famiglia a Parigi dove, quell'anno stesso, era già stato per sette mesi in missione. Collaboratore dell'Encyclopédie méthodique e di parecchi giornali scientifici e patriottici, filosofo e filantropo secondo la moda del tempo, acquistò fama di rigida moralità tra i Girondini che frequentavano la sua casa e che lo vollero ministro dell'Interno dopo la caduta dei Foglianti (23 marzo 1792). "Roland - disse il suo collega Dumouriez - ressemblait à Plutarque ou à un quaker endimanché". Sotto di lui fu dichiarata la guerra all'Austria (20 aprile). Licenziato il 13 giugno, riprese il suo posto il 10 agosto; ma, dopo i massacri di settembre, ch'egli, pur deplorandoli, non seppe impedire, la sua popolarità andò rapidamente diminuendo. I suoi attacchi al Comune e ai Giacobini e il suo atteggiamento nel processo di Luigi XVI, al quale avrebbe voluto salvare la vita, determinarono la sua rovina. Dimessosi il 22 gennaio 1793 e accusato poi di avere sottratto all'armadio del re alcune carte compromettenti per i girondini, fuggì, il 31 maggio, in Normandia; ma quando seppe che sua moglie, la quale lo aveva ispirato, incitato e guidato sempre nella sua azione politica, era caduta sulla ghigliottina, si uccise. Di lui rimase una figlia, di nome Eudora.
Bibl.: G. Lenôtre, M.me Boucquey. La fin de R., in Vieux Papiers, III, Parigi 1906. V. inoltre: roland, madama.