NIMIER, Roger
Romanziere francese, nato a Parigi il 31 ottobre 1925 e ivi morto il 28 settembre 1962. È il rappresentante più tipico di quella generazione di giovani romanzieri che si colloca cronologicamente dopo (e contro) il romanzo engagé, e che si suole definire della letteratura "disinvolta" o neoclassica.
Giovanissimo, collabora a riviste e giornali (Arts, La table ronde, fra gli altri), occupandosi specialmente di critica teatrale e di cinematografia (scenari, dialoghi, ecc.); fonda nel 1953, con J. Laurent, la rivista La Parisienne. Ottiene successo col romanzo Les épées (1948), e soprattutto con Le hussard bleu (1950), che ne è il seguito, e con cui costituisce una specie di piccolo ciclo narrativo del rifiuto, della provocazione, della dissacrazione sarcastica dell'engagement. La figura del protagonista (Sanders, prima nella Resistenza, poi nella "Milice", infine ussaro nella Germania occupata), più che invocare un impegno di segno opposto (cioè di destra), esprime la nostalgia di un'azione energica, autentica e assoluta, quasi gratuita (e N. pensa anche a Stendhal fra altri suoi maestri, da Drieu La Rochelle a Céline), oltre al gusto di un'invenzione verbale stilisticamente chiara, spigliata e insolente, volta a costruire personaggi aspri, sprezzanti, nel vuoto di un mondo in disfacimento. Minore successo, per una certa artificiosità, o per un gioco troppo scoperto di "disinvoltura triste", hanno gli altri romanzi, scritti tutti entro il 1953, quando N. abbandona la letteratura per una forsennata passione dei motori (e muore per un incidente d'automobile): ricorderemo Perfide (1950), Les Enfants tristes (1951), Amour et néant (1951), Histoire d'un amour (1953) e, postuma, ma scritta a vent'anni, L'étrangère (1968).
Bibl.: P. Vandromme, R. Nimier ou la mauvaise réputation, in Les nouvelles littéraires, ott. 1962; P. De Boisdeffre, R. Nimier, in La revue des deux mondes, nov. 1962; P. Vandromme, N'enterrez-pas R. Nimier, in Les nouvelles littéraires, ott. 1964; P. Dedet, Le temps des hussards: 1945-1960, in La revue des deux-mondes, febbr. 1968; M. Nadeau, Le roman français depuis la guerre, Parigi 1970.