Filosofo e uomo politico francese (Marsiglia 1913 - Chennevières-sur-Marne 2012). Membro del Partito comunista francese (PCF), rivide le sue posizioni staliniste dopo il 1956. Interessato alle culture orientali (Pour un dialogue des civilisations, 1977), nei primi anni Ottanta del Novecento si è convertito all'Islam. Le sue posizioni negazioniste gli sono valse una condanna per istigazione all'odio razziale (2000).
Membro del PCF, deputato (1956) e senatore (1959-62), dopo il XX Congresso (1956), iniziò una critica sistematica allo stalinismo. Dopo l'intervento sovietico in Cecoslovacchia (1968), G. giunse a un più netto distacco dalle posizioni del gruppo dirigente del PCF e venne espulso dal partito (1970).
Le sue più importanti opere filosofiche sono: Perspective de l'homme. Existentialisme, pensée catholique, marxisme (1959; trad. it. 1972), Dieu est mort. Étude sur Hegel (1962), Marxisme du XXe siècle (1966). In Le grand tournant du socialisme (1969; trad. it. 1970) e in Toute la vérité (1970; trad. it. 1970) ha presentato una proposta di strategia democratica al socialismo. Successivamente G. si è indirizzato verso un accostamento al misticismo delle culture orientali quale correttivo del razionalismo e dell'individualismo dell'Occidente in: Danser sa vie (1973; trad. it. 1973), Pour un dialogue des civilisations (1977; trad. it. 1977), Promesses de l'Islam (1981), Intégrismes (1990), Grandeur et décadence de l'Islam (1999). Nel 1989 ha scritto il libro di memorie Mon tour du siècle en solitaire. Per l’adesione alle teorie negazioniste espressa in Les mythes fondateurs de la politique israélienne (1995; trad. it. 1996) è stato accusato di istigazione all’odio razziale e ha subìto cinque processi penali, conclusisi con la condanna (2000). Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricorda Le terrorisme occidental (2004), sorta di testamento spirituale in cui G. segnala i piani di adiacenze e connessioni strutturali tra politica e fenomeni religiosi.