ROFFREDO
– Nato probabilmente attorno al 1075, da famiglia forse di tradizione longobarda (come suggerisce l’onomastica), a Benevento o nei pressi. Nulla si sa della sua famiglia. Il cronista Falcone segnala che era arciprete della chiesa beneventana al momento dell’elezione; nulla è noto della sua vita precedente.
È identificabile tuttavia con il «Roffridus archipresbiter et sagacissimus bibliothecarius Beneventane sedis», menzionato in un documento emanato da Benedetto vescovo di Lucera il 1° aprile 1099 (Chronicon Sanctae Sophiae, a cura di J.-M. Martin, II, 2000, p. 761). In un’inedita pergamena dell’anno successivo, difficilmente leggibile per il cattivo stato di conservazione, lo stesso individuo è indicato come «diaconus et bibliothecarius Beneventane sedis» (Benevento, Museo del Sannio, Fondo S. Sofia, vol. 12, 3: ma la lettura del vocabolo diaconus è dubbia), figurando ancora, quale «diaconus et bibliothecarius et archipresbiter», come primo sottoscrittore dopo l’arcivescovo Landolfo II di un praeceptum del giugno del 1114 (Chronicon Sanctae Sophiae, cit., p. 695). È da ritenersi invece falso un coevo privilegium di Landolfo II, sottoscritto dallo stesso «diaconus et bibliothecarius et archipresbiter» (Pratesi, 1955, 1992, p. 381).
Si ignora il ruolo svolto in questi anni da Roffredo nello scontro tra Landolfo de Greca, connestabile nominato da papa Pasquale II per difendere Benevento dai Normanni, e Landolfo II, fautore, contro le direttive del pontefice, di una politica di accordo con questi ultimi. È comunque prova della sua scelta di campo, nonché del prestigio conseguito in seno alla Chiesa locale, il fatto che Falcone lo menzioni subito dopo l’arcivescovo (con il solo titolo di arciprete) tra i maggiorenti ecclesiastici e laici, senza il cui consenso Landolfo de Greca, costretto alla resa, nel 1114 giurò che non avrebbe accettato «alcuna carica di connestabile o di rettore, né alcun altro ufficio pubblico» (Falcone di Benevento, Chronicon..., a cura di E. D’Angelo, 1998, p. 21).
Stando al cronista, Roffredo fu forse eletto poco dopo la morte di Landolfo (4 agosto 1119), e certamente prima del maggio del 1120 quando, in veste di vescovo eletto – con Ugone, cardinale dei Ss. Apostoli e provisor Beneventane curie, e con Stefano rettore di Benevento –, mediò tra due capi normanni in guerra (Rainolfo d’Alife e Giordano d’Ariano) una tregua di alcuni mesi (25 maggio-1° settembre 1120). Il 27 maggio 1120 assistette invece a Capua alla consacrazione del principe Riccardo III Drengot, succeduto al padre Roberto, compiuta dall’arcivescovo Ottone. La sua consacrazione avvenne per mano di papa Callisto II l’8 agosto 1120, a Benevento, dinanzi a dieci suffraganei e a Giovanni Grammatico.
L’episcopato iniziò con un atto di ordinaria amministrazione: la ratifica della designazione di Betlemme, figlia del conte Gerardo di Greci, alla successione di Labinia, badessa di S. Maria di Porta Somma di Benevento, e la successiva consacrazione (marzo-4 aprile 1121).
Roffredo ebbe molto a che fare con la Curia romana. Fu a Roma nel marzo del 1123 (quando il Concilio convocato da Callisto II deliberò, tra l’altro, la scomunica per chi tentasse di sottrarre Benevento all’autorità papale) e a Benevento nel settembre (quando presenziò al rinnovo, da parte di Giovanni III, abate del monastero beneventano di S. Sofia, della locazione di tre chiese a Matteo, abate di S. Lorenzo di Aversa). In quegli stessi mesi, il papa lo assolse dall’accusa di acquisto simoniaco della carica arcivescovile, probabilmente dovuta a esponenti dell’élite laica beneventana, scontenti dell’estromissione dalle scelte concernenti le istituzioni ecclesiastiche locali; ma il cronista Falcone è sul punto scarno e reticente.
Sul versante locale, nella primavera del 1124 Roffredo prese – sull’esempio del predecessore e con l’appoggio di due suffraganei, del clero e di alcuni laici – l’importante iniziativa di traslare dall’indecorosa sistemazione sotto un altare della cattedrale le spoglie di s. Barbato, il vescovo che nel VII secolo aveva convertito al cattolicesimo i Longobardi del Sud. Le ossa furono portate all’altare di S. Sebastiano (23-24 maggio) ed esposte alla pubblica venerazione sino al 31 maggio, quando furono collocate sotto un nuovo altare dedicato al santo (con concessione di ampie indulgenze sino all’ottava dei Ss. Pietro e Paolo).
Negli stessi mesi la rivendicazione di imprecisati redditi e servizi dovuti dai fratelli Landolfo e Roffredo arciprete di Montesarchio, figli del quondam Giovanni Alfarani, per terre acquisite in Montesarchio, e un successivo accordo con costoro che portò all’assoggettamento a censo di tali terre, causò la violenta rivolta del populus montesarchiese a difesa della bisecolare consuetudo di libera alienazione di beni e terreni, tranne quello di residenza (con corresponsione di una quota prestabilita del prezzo ai baiuli dell’arcivescovo). Roffredo fece marcia indietro, annullando il predetto accordo (che poteva creare un pericoloso precedente) ed emanando, d’intesa anche con il Capitolo della cattedrale, un privilegio il 3 giugno 1124.
È questo l’unico suo diploma sopravvissuto, ed è anche il primo che menziona nella minatio conclusiva, oltre che i nomi di Dio, della Madonna e dei Ss. Pietro e Paolo, anche il nome del patrono Bartolomeo (Lepore, 2000, p. 44). Da esso si apprende anche che Roffredo era in procinto di partire alla volta di Costantinopoli come legato papale: dell’episodio null’altro si sa, ma esso prova la fiducia che Callisto II nutriva nei suoi confronti.
Nei suoi ultimi anni fu ancora presente presso la Curia romana (sottoscrisse il privilegio con il quale Onorio II, il 21 luglio 1126, ridiede al vescovo di Pisa la carica di metropolita di Corsica); ma soprattutto si occupò ancora di reliquie di antichi vescovi beneventani, riesumando nel 1129 le ossa di s. Gennaro e dei suoi compagni di martirio Festo e Desiderio, per collocarle nella basilica che in loro onore aveva fatto costruire il vicario pontificio Gualtiero I arcivescovo di Taranto.
Morì nel 1130.
Fonti e Bibl.: Benevento, Museo del Sannio, Fondo S. Sofia, vol. 12, 3; Benevento, Biblioteca capitolare, Benev. 67 GR, c. 7rv; Benev. 72, c. 30v; P.F. Kehr, Italia pontificia, VIII, Berolini 1935, p. 210, n. 46, p. 478, n. 120a; P.F. Kehr - W. Holtzmann, Italia pontificia, IX, Berolini 1962, p. 31, nn. 56, 59, p. 32, n. 64, pp. 64 s., nn. 53-55; D. Girgensohn, Documenti beneventani inediti del secolo XII, in Samnium, XL (1967), pp. 290-296; Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum. Città e feudi nell’Italia dei Normanni, a cura di E. D’Angelo, Firenze 1998, ad. ind.; Chronicon Sanctae Sophiae (cod. Vat. Lat. 4939), a cura di J.-M. Martin, II, Roma 2000, pp. 683-690, 693-695, 759-762; Le più antiche carte del capitolo della cattedrale di Benevento (668-1200), a cura di A. Ciaralli - V. De Donato - V. Matera, Roma 2002, pp. 178-189, nn. 59-61; C. Lepore, La Biblioteca capitolare di Benevento. Regesti delle pergamene. Secoli VII-XIII (prima parte), in Rivista storica del Sannio, s. 3, XIX (2003), p. 203, n. 10, pp. 260-263, nn. 65, 67, 68.
M. De Vipera, Chronologia episcoporum et archiepiscoporum S. Metropolitanae Ecclesiae Bene-ventanae, Neapoli 1636, p. 101; P. Sarnelli, Memorie cronologiche de’ vescovi ed arcivescovi della S. Chiesa Beneventana, Napoli 1691, pp. 91-94; F. Ughelli, Italia sacra, VIII, Venetiis 17212, coll. 104-109; J. De Vita, Thesaurus alter antiquitatum Beneventanarum Medii Aevii, Romae 1764, p. 411; S. Borgia, Memorie istoriche della pontificia città di Benevento, Roma 1764-1769, II, pp. 125 s., III, pp. 45 s., 53 s., 67 s., 71, 79; G. Cappelletti, Le chiese d’Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, III, Venezia 1845, p. 75; F. Bartoloni, Note di diplomatica vescovile beneventana. Parte I (1950), in Id., Scritti, Spoleto 1995, pp. 247 s., 258, 264-267; A. Pratesi, Note di diplomatica vescovile beneventana. Parte II (1955), rist. in Id., Tra carte e notai. Saggi di diplomatica dal 1951 al 1991, Roma 1992, pp. 375-381; F. Grassi, I pastori della cattedra beneventana, Benevento 1969, pp. 58-63; C. Lepore, San Bartolomeo di Benevento, in Tre apostoli una Regione, Cava de’ Tirreni 2000, p. 44; A. Galdi, Santi, territori, poteri e uomini nella Campania medievale (secc. XI-XII), Salerno 2004, ad ind.; G.A. Loud, The Latin Church in Norman Italy, Cambridge 2007, ad ind.; C. Lepore, Benevento. Antica e medievale, in Dizionario storico delle diocesi della Campania, Palermo 2010, pp. 202 s., 214.