RODOPE
Dell'estesa catena montuosa del R. solo una piccola parte rientra nel territorio greco e costituisce una linea di demarcazione tra la Tracia marittima e la Tracia interna. Pochi valichi, come quelli di Xanthi-Echinos e di Komotinì-Nymphaia, rappresentano i punti di comunicazione tra Ν e S. Le alture e le vallate del R. si mostrarono adatte fin dall'antichità allo sviluppo dell'allevamento di bestiame offrendo al tempo stesso possibilità di sfruttamento del patrimonio boschivo e di risorse minerarie. Gli elementi che possediamo per evidenziare i primi insediamenti nel territorio del R. riportano al periodo del Tardo Bronzo. Allora fecero la loro comparsa le prime cinte fortificate, che aumentarono di numero nel periodo successivo della prima Età del Ferro, costruite con materiale incoerente sulle sommità di alture che offrono una difesa naturale e si trovano presso sorgenti d'acqua, permettendo contemporaneamente un controllo a largo raggio delle zone circonvicine. Una struttura lignea completava probabilmente la parte superiore delle cinte. Alcuni di questi luoghi fortificati servivano come rifugio (in caso di pericolo), mentre altri erano insediamenti stabili, come testimoniano i resti di costruzioni all'interno delle fortificazioni. Alla medesima epoca delle cinte murarie appartiene un certo numero di intagli praticati su roccia, come conche, dischi a rilievo o incavati, cavità di forme diverse e incisioni rupestri, presenti non solo presso i luoghi fortificati, ma anche in abitati e necropoli. Questi monumenti hanno rapporti con il culto ipetrale solare, astrale e ctonio.
Un recente scavo sull'altura di Tsouka, presso il villaggio di Saranikis, ha portato alla luce l'insediamento di un piccolo nucleo di allevatori della prima Età del Ferro, costituito da un basso recinto costruito in pietra per raccogliere gli animali, e da aree abitative.
Nel territorio dei villaggi di Gonikò e di Roussa si trova una rupe ove sono incise forme lineari di uomini e di donne, rettili (lucertole), uccelli, cavità e disegni che simboleggiano probabilmente il sole e la luna. In una rupe vicina, nello stesso sito, sono raffigurati animali che sono stati interpretati come lupi. Un'altra incisione rupestre, con figure lineari-cruciformi e incavi, si conserva su una roccia, ora rimossa dal villaggio di Kirki e trasferita nel museo di Komotinì.
Sulle basse alture attorno al villaggio di Roussa si sono rinvenute, alla base di collinette, tombe della prima Età del Ferro, costruite con lastre di scisto. Le più antiche (IX sec. a.C.) possono caratterizzarsi cope tombe-dolmen megalitiche con apertura laterale, mentre le più recenti (Vili sec. a.C.) hanno la medesima forma, ma dimensioni minori e sono a cista. Tra le ceramiche delle tombe più antiche figurano ciotoline e coppe con scanalature e solchi, mentre dalle altre provengono anfore e vasi crateriformi scanalati e con ricchi disegni geometrici a impressione.
Secondo quanto riferiscono le fonti, Filippo II di Macedonia, una volta sconfitto lo stato degli Odrisi e sottomesse le città greche della costa, fondò, intorno al 340 a.C., fortezze e cittadine, allo scopo di tenere efficacemente sotto controllo le lontane regioni della Tracia. Una di queste venne fondata presso l'attuale villaggio di Kaliva con il chiaro intento strategico di controllare la valle e i guadi del Nesto. La cinta ha l'andamento di un trapezio irregolare con due torri quadrangolari e quattro circolari; vi si distinguono tre fasi edilizie, del IV e del II sec. a.C. e del VI sec. d.C. Alla prima fase appartengono, oltre a tratti della cinta, tre torri, le porte gemelle e la cisterna costruita a forma di alveare, realizzazione tecnica di notevole importanza. Resti di una seconda fortezza (IV sec. a.C.), edificati secondo una tecnica muraria ortogonale irregolare, si conservano sull'altra sponda del Nesto, presso il villaggio di Myrtousa.
Sulla cima di una piccola altura vicino al villaggio di Linòs sono state scoperte le fondazioni di un grande edificio, verosimilmente un tempio, tratti di periboli, muri di alcune costruzioni, una riserva d'acqua e un'area destinata all'immagazzinamento. La ceramica rinvenuta si data al V e IV sec. a.C. Molti dei reperti hanno rapporti con il culto e attestano l'esistenza del santuario di una divinità finora sconosciuta.
Nella valle del Nesto si trova inoltre la tomba macedone di Stavroupolis, costruita in marmo in tecnica pseudoisodoma. Il dròmos, l'anticamera e la camera sepolcrale hanno una copertura a volta; nella camera sepolcrale si trovano due klìnai di marmo, con cuscini doppi, sulle cui zampe scolpite sono dipinti a encausto piccole volute e fregi vegetali. Con la stessa tecnica sono decorate le sopraporte degli ingressi e altre zone delle pareti della tomba.
In epoca romana si sviluppa nella regione della Tracia occidentale il culto delle divinità egizie e orientali. È caratteristica la diffusione del culto di Mithra dalle città greche della costa. In anni recenti si è rinvenuto il primo e unico rilievo di Mithra tauroctono (II-III sec. d.C.) scolpito sulla roccia in località Thermes, presso Xanthi, vicino al confine greco- bulgaro. Entro una cornice intagliata il dio è raffigurato mentre uccide il toro; a destra e a sinistra, stanti, assistono Cautes e Cautopates. Vi è, inoltre, una rappresentazione della nascita del dio dalla roccia e la figura del serpente, mentre la parte inferiore del rilievo mostra un fregio con scene del ciclo mitologico della vita e delle opere di Mithra.
Nelle regioni della Tracia il culto più significativo in epoca romana era quello dell'Eroe-Cavaliere (v. cavaliere trace). Santuari dedicati a questa divinità sono stati individuati in anni recenti sulle alture meridionali del R., dove, insieme a ceramiche di epoca imperiale, si sono rinvenute lastrine in pietra con raffigurazione dell'Eroe e statuine in bronzo del dio e del suo cavallo. Questo culto costituisce la continuazione di un più antico culto dell'eroe Reso, di cui esistevano nel R., secondo quanto afferma Filostrato, un altare e un santuario. Molti studiosi hanno del resto proposto un'identificazione dell'Eroe-Cavaliere con il mitico re della Tracia Reso.
Oltre alle ricerche archeologiche ha avuto inizio recentemente l'inventario di elementi etnografici in una zona del R. che aiuterà a tracciare un quadro più completo della vita e delle attività delle comunità montane della regione a partire dalla prima Età del Ferro. Gli attuali abitanti del R., i Pomàkoi, ancora qualche anno fa, non avevano la possibilità di una facile comunicazione con i villaggi delle zone di pianura. Il ritmo del loro sviluppo culturale era lento e per questi motivi, nella loro vita economica, sociale e religiosa, sono sopravvissuti elementi di antica origine.
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