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RODOLFO il Glabro

di Fausto Ghisalberti - Enciclopedia Italiana (1936)
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RODOLFO il Glabro (Rodulphus o Radulphus Glaber)

Fausto Ghisalberti

Monaco e cronista del sec. XI, nato in Borgogna verso il 985. Per castigare la precocità irrequieta della sua indole, un suo zio monaco lo fece entrare appena dodicenne in un chiostro, forse quello stesso di Saint-Germain d'Auxerre ove finì poi la sua carriera. Di lì fu per qualche tempo internato, probabilmente come punizione, nella piccola abbazia di Saint-Léger di Campeaux. Espulso per la sua indisciplinatezza, si rifugiò, pare, nel monastero di Réome a Moutier-Saint-Jean, nel quale dimorò dal 1004-1005 al 1015, e ove conobbe il santo abate Guglielmo venutovi nel 1010 a reggerne le sorti. Trasferito questi nel 1015 a Saint-Bénigne de Dijon, R. ve lo seguì, assistette nel 1020 alla benedizione di quella chiesa, e nel 1024 accompagnò Guglielmo nel suo viaggio in Italia per la dedicazione del monastero di Susa. Dopo un temporaneo soggiorno nell'abbazia di Bèze tra il 1026 e il 1028, egli si separò da Guglielmo, passando nel 1031 a Cluny, allora sotto il governo di Sant'Odilone.

Tornò verso il 1035 a Saint-Germain d'Auxerre sotto l'abate Eudes suo antico condiscepolo, e vi attese alla ricostituzione delle iscrizioni degli altari e degli epitaffî della chiesa. Compito che egli assolse anche a Moustiers, durante un temporaneo soggiorno in quel dipendente monastero. Sappiamo che egli chiuse la sua vita a Saint-Germain.

Carattere turbolento e originale, impresse uno stampo tutto suo proprio anche all'opera principale (cui attese in Cluny e Saint-Germain, dal 1026 a dopo il 1044) e cioè gli Historiarum libri quinque, che narrano i fatti dal 900 al 1044. Come già Beda e Paolo Diacono per i loro popoli, così R. si propose di scrivere una storia universale avente per centro gli eventi della Chiesa e dello Stato nel popolo franco. In realtà egli non ebbe un vero piano nella sua storia: pura cronaca affatto personale e aneddotica, dominata da quello stato d'animo esaltato che caratterizza l'età dell'anno Mille, ma sommamente viva e sincera. Giacché R. non nasconde i proprî difetti: spirito superstizioso, ribelle, vagabondo, non rivoluzionario, però, né eretico, né apostata. Rappresentante tipico del monachismo, condanna le lettere profane e trova dolce l'ignoranza, vedendo dovunque il demonio in agguato. Di conseguenza manca affatto di ogni senso costruttivo e realistico della storia, sempre attento piuttosto ai segni dell'intervento di fattori soprannaturali. Da un lato è simbolista e nel ricorrere di magiche cifre, come la divina quaternità, vede una legge storica, dall'altro, con profondo pessimismo teologico, considera la storia come sanguinosa conseguenza del peccato d'Adamo. Il suo spirito è travagliato dall'orrore per le eresie che accendevano i roghi d'Orléans, ma anche la corruzione serpeggiante fra i pontefici lo scoraggia, e la sua storia s'interrompe nel terrore del misterioso destino infernale che pare si sia abbattuto sulla cattedra apostolica. Il suo latino è rozzo, ma non manca di forza e d'immaginosità.

A lui dobbiamo la celebre frase che nel Mille "si sarebbe creduto che il mondo, gettando lungi da sé gli antichi vestimenti, s'ornasse di un candido manto di novelle chiese". Scrisse anche, e in più scorrevole latino, una Vita dell'abate Guglielmo.

Ediz.: La prima è del Pithou nei suoi Scriptores, 1596 (ripubblicata dal Duchesne, Scriptores, IV, 1). Edizione parziale in Mon. Germ. Histor., Script., a cura di G. Waitz. Ultima edizione quella del Prou nella Collection de textes pour servir à l'étude... de l'histoire, Parigi 1886. La Vita di Guglielmo, in Mabillon, Acta Sanct. o. S. B., s. VI, t. I, p. 32o, e nei Bollandisti, Acta Sanct., I, 57.

Bibl.: E. Sackur, Studien über R. G., in Neues Archiv, XIV (1889), pp. 377-418; H. Kuypers, Studien über R. den Kahlen, Münster 1891; E. Gebhart, L'état d'âme d'un moine de l'an 1000, in Revue des Deux Mondes, 1° ott. 1891, pp. 600-628 (ristamp. nel vol. Moines et Papes, Parigi 1896); K. Grund, Die Anschauungen des R. G., dissert., Greifswald 1919; M. Manitius, Gesch. der latein. Liter. des Mittelalters, II, Monaco 1923, pp. 347-53.

Vedi anche
Riccardo I Senzapaura duca di Normandia Figlio (n. 933 - m. Fécamp 996) di Guglielmo Lungaspada; successo al padre (943), poté respingere il re Luigi IV d'Oltremare, che voleva riunire il ducato alla corona di Francia, col soccorso del re danese Harald Dentazzurro. Sposò Berta (960), figlia di Ugo il Grande, l'avversario di Luigi IV, e sorella ... Guglièlmo di Jumièges Guglièlmo di Jumièges. - Monaco benedettino (sec. 11º) dell'abbazia di Jumièges, si chiamava in realtà Guglielmo Calculus. Scrisse i sette libri dei Gesta Normannorum ducum, rifacendosi alla cronaca di Dudone di Saint-Quentin. Il settimo libro fu interpolato e completato da Orderico Vitale; Roberto di ... Enrico II duca d'Austria, detto Jasomirgott Enrico II duca d'Austria, detto Jasomirgott (dall'esclamaz. a lui solita: "che Dio mi aiuti!"). - Figlio (n. 1110 circa - m. Vienna 1177) di Leopoldo III, margravio della Marca Orientale, e di Agnese, figlia dell'imperatore Enrico IV. Divenne conte palatino del Reno nel 1140, e alla morte del fratello ... monachesimo Complesso fenomeno religioso per cui, nelle maggiori religioni, alcuni individui si allontanano dalla consueta vita sociale, per realizzare nel modo più completo i principi della fede in vita solitaria (anacoretismo) o in vita di comunità (cenobitismo). 1. Tipi di monachesimo Nell’induismo si riscontra ...
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Vocabolario
glabro
glabro agg. [dal lat. glaber -bri]. – 1. letter. Del viso dell’uomo, privo di barba, senza peli, liscio: un volto g., guance glabre. Più raram. di altre parti del corpo prive di peli: ascelle g.; un pube ancora glabro. 2. In botanica, di...
s’il vous plaît
s'il vous plait s’il vous plaît 〈sil vu plè〉 (propr. «se vi piace»). – Espressione fr., equivalente all’ital. per favore, usata in genere come inciso (viene spesso abbreviata, in biglietti d’invito, in S. V. P.).
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