RODOLFO II imperatore
Nacque a Vienna il 18 luglio 1552, morì a Praga il 20 gennaio 1612; era primogenito dell'imperatore Massimiliano II (morto nel 1576) e di Maria di Spagna, figlia dell'imperatore Carlo V (morta nel 1603). Educato in Spagna, fu, a differenza del padre, sempre rigorosamente cattolico. Nel 1572 re di Ungheria, nel 1575 re di Boemia e un mese dopo re dei Romani, ereditò alla morte del padre la corona imperiale, la Boemia, l'Ungheria e i due ducati austriaci della Enns. A governatore di questi mise il fratello minore arciduca Ernesto, che contrariamente al padre iniziò in queste regioni una severa controriforma. Nel 1578 furono chiuse a Vienna le scuole protestanti, scacciati i pastori e gl'insegnanti protestanti e, Melchiorre Klesl, figlio di un fornaio viennese, nella sua qualità di amministratore del vescovato di Wiener Neustadt (1588) e capo della commissione riformatrice per le città austriache, esclusa Vienna (1590), divenne l'anima della controriforma anche in questa regione. Nel 1598 l'arciduca Ernesto fu sostituito dal fratello arciduca Mattia e dopo numerosi conflitti il protestantesimo fu considerevolmente ridotto nell'Alta e Bassa Austria, ma non fu affatto soffocato e lo stesso Mattia dovette cercare aiuto presso gli stati protestanti contro il fratello, l'imperatore R. Nel 1586 fu rinnovato il tentativo già intrapreso nel 1572 di assicurare agli Asburgo il regno di Polonia, ma l'arciduca Massimiliano, fratello di R., elettovi re, dovette rinunciare nel 1589 alla corona polacca, e le pretese che ciò nonostante egli elevò più tardi non sortirono alcun effetto. I rapporti tra l'imperatore e l'Ungheria non erano amichevoli già sotto Ferdinando I e Massimiliano II e peggiorarono sotto il regno di R., il quale, trasferendo la sua residenza a Praga, aveva perduto il contatto con l'Ungheria. Lo stato di guerra con la Turchia non cessò mai completamente e anzi nel 1593 si venne di nuovo a guerra aperta, che ebbe riflessi molto sensibili anche in Austria. Nel 1595 in Transilvania si ottenne finalmente che i principi riconoscessero la supremazia imperiale e il diritto imperiale alla successione in caso di morte senza eredi; il paese divenne poi un principato sotto il dominio di Stefano Bocskay (morto nel 1606) sostenuto dai Turchi, e generalmente causa di contese tra i Báthory, i Rákóczy e i Bethlen. L'Ungheria fu governata prima dall'arciduca Ernesto e, dopo l'accordo degli arciduchi a Linz (1605), dal granduca Mattia. Nella pace di Zsitva-Torok, conchiusa nel novembre 1606 con i Turchi in base allo statu quo, il sultano riconobbe per la prima volta all'imperatore parità di diritti e rinunziò ai tributi annui dietro pagamento di un'indennità. L'atteggiamento dell'imperatore, che pur disinteressandosi della questione ne ostacolava la soluzione, e la sua residenza a Praga, che rappresentava un totale annichilimento dell'amministrazione centralizzatrice dell'Austria e dell'impero, decisero gli arciduchi Mattia e Massimiliano, fratelli, Ferdinando (poi II) e Massimiliano Ernesto nipoti dell'imperatore, a riconoscere, nel 1607, a capo della famiglia l'arciduca Mattia. Questi, che R. voleva escludere dalla successione al trono a favore dell'arciduca Leopoldo del Tirolo, vescovo di Passavia e di Strasburgo, concluse una regolare alleanza con i protestanti dell'Austria, della Boemia e della Moravia, e con il trattato di Lieben (giugno 1608) obbligò l'imperatore a una regolare abdicazione all'Ungheria, Austria e Moravia, mentre la Boemia e la Slesia rimanevano fedeli in un primo tempo a R. Il parlamento ungherese elesse Mattia nel novembre 1608. Il 9 luglio 1609 R. con lettera reale concedeva alla nobiltà e ai protestanti di Boemia, e più tardi della Slesia, piena libertà religiosa con il diritto di costruire chiese e scuole e di scegliersi proprî difensori. Non essendo riuscito l'arciduca Leopoldo a mantenersi, come voleva, in Boemia con le sue truppe di Passavia e a conquistare Praga (febbraio 1611), R. dovette investire Mattia anche della corona di Boemia. Mattia fu incoronato re nel maggio 1611. La morte dell'imperatore R. pose fine al disordine nella casa di Asburgo.
R. fu uomo di alta cultura e si dedicò tutto alle sue collezioni di dipinti, di libri, di armi, che formarono il nucleo iniziale dei musei imperiali. Era esperto di astrologia e di scienze naturali, fu un pensatore, ma non un sovrano e neppure un semplice uomo politico. Nella sua misantropia il "solitario di Praga" finì col sottostare anche a indegni influssi del basso servidorame e la sua indolenza rese infine impossibile ogni governo. Grillparzer nel suo Bruderzwht Nim Hause Habsburg ne fa un impressionante ritratto psicologico.
Bibl.: A. Gindely, R. II. u. seine Zeit, Praga 1862-65; F. Bezold, R. II. u. die heilige Liga von 1570, Monaco 1865; F. Stieve, R. II., in Abhandlungen u. Reden, Lipsia 1900; K. Krofta, Majestat Rudolfa II, Praga 1909; P. Konrad, Der schlesische Majestätsbrief R.s II., Breslavia 1909; V. Bibl. Die Religionsreformation R.s II. in Oberösterreich, Linz 1921; K. e M. Uhlirz, Handbuch der Geschichte Östeerreichs I, Graz 1927 (con bibliografia).