GRAZIANI, Rodolfo (XVII, p. 780; App. I, p. 640)
Il 1° novembre 1939, fu nominato capo di stato maggiore dell'esercito, e dopo la morte di I. Balbo, ebbe il comando (1° luglio 1940) delle truppe operanti nell'Africa Settentrionale, nella campagna contro le forze britanniche schierate al confine egiziano. Pure convinto dell'insufficienza dei mezzi di cui disponeva, egli iniziò le operazioni della Marmarica verso Marsā Maṭrūh ed oltre, le quali si conchiusero, dopo effimere avanzate, in un totale insuccesso. Sostituito (25 marzo 1941) nel comando e nella carica di capo di stato maggiore, si ritirò a vita privata fino alla proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943. Fu in seguito invitato dai fascisti repubblicani e dai Tedeschi ad assumere il Ministero della difesa e la direzione della guerra al loro fianco in Italia, incarico che accettò (23 settembre 1943). Nella sua condotta assai variamente giudicata (tenne anche, dall'agosto 1944 in poi, il comando di un'armata mista italo-tedesca, schierata lungo le Alpi e l'Appennino dal Piccolo S. Bernardo alla Garfagnana) egli si è dichiarato convinto di avere contribuito ad attenuare le rappresaglie tedesche contro gl'Italiani e di aver combattuto per la "difesa della patria" (cfr. il volume apologetico Ho difeso la patria, Roma 1947) fino all'estremo limite della capitolazione tedesca, negoziata a sua insaputa. Partecipò, accanto a Mussolini, alle ultime trattative presso l'arcivescovo di Milano. Costituitosi prigioniero di guerra (1° maggio 1945), fu per alcun tempo in un campo di concentramento anglo-americano e quindi consegnato alle autorità italiane. L'11 ottobre 1948 si è iniziato il suo processo presso la Corte d'assise straordinaria di Roma.