BONFIGLIOLI (Bonfioli), Rodolfo
Figlio di Antonio, di famiglia di origine ferrarese, nacque a Bologna non si sa precisamente in quale anno. Studiò legge a Roma, ove si laureò nel 1557 e dove fu prima sollecitatore di cause, quindi, dal 1572, commissario della Camera apostolica. Negli anni in cui ricoprì tale carica il B. si adoperò in maniera assai decisa a riassestare le finanze pontificie, estinguendo nel 1573 i vacabili dei cavalierati lauretani e nel 1577 il Monte Pio non vacabile, fondato nel 1560. Cameriere segreto del papa nel 1580, fu nominato tesoriere della Camera apostolica nel 1581, succedendo a Ludovico Taverna, dietro versamento di 15.000 scudi d'oro.
"Tesoriero e ministro attissimo in vedere scritture vecchie" - come lo dice l'ambasciatore veneto Giovanni Cornaro nella sua relazione di Roma del 1581 - il B. condusse una politica finanziaria, volta alla riaffermazione dei diritti feudali pontifici, tanto decisa che secondo Traiano Boccalini "s'acquistò un odio de' Principi grandi, così crudele che ogn'uno lo tenne, che dovesse precipitare" (T. Boccalini, Commentari sopra Cornelio Tacito, Cosmopoli 1671, p. 371). Il 10apr. 1581 venne nominato collettore dei beni e dei benefici ecclesiastici. Nel 1583 fu eletto senatore di Bologna, in luogo di Giovanni Aldovrandi. Non si sa l'anno nel quale si sposò con Lucrezia, figlia di Vincenzo Sordi, di nobile famiglia romana: certo prima del 1589, anno nel quale curò le esequie del suocero, che fu sepolto a S. Maria del Trivio.
Successo Sisto V sul soglio pontificio a Gregorio XIII (aprile 1585), il B., che durante il suo tesorierato si era attirato l'odio di potenti e di grandi, cadde in disgrazia: sostituito nella sua carica da Benedetto Giustiniani, accusato di irregolarità commesse nel settore finanziario, fu arrestato e liberato nel 1586, dietro versamento di una somma di 40.000 scudi. Ritornato a Bologna non si sa precisamente in quale anno, il suo nome compare tra quelli che nella seduta del Senato del 19 maggio 1590 decisero dell'elezione di dieci senatori aggiunti secondo una disposizione di Sisto V. Senatore e commissario pontificio nel 1592, fu chiamato ancora al senatorato di Bologna nel 1593 e nel 1596. Nel 1596 fu nominato provvisore del Monte di Pietà di Roma da Clemente VIII, che, memore dell'opera decisa condotta dal B. sotto Gregorio XIII nella riaffermazione dei diritti della Chiesa nei confronti dei baroni, con la bolla di fondazione della Congregazione dei baroni, Iustitiae ratio, loincaricò, insieme con il cardinale Bartolomeo Cesi, il chierico della Camera Tiberio Cesari, Paolo Coperchio, advocatus della Camera e del Fisco e il commissario generale della Camera Paolo Emilio Zacchia, di provvedere a che i baroni soddisfacessero ai crediti che avevano con i sudditi dello Stato pontificio. Nulla sappiamo degli ultimi anni della sua vita. Morì a Roma il 3 ott. 1604 e non nel 1589, come asserisce il Pastor, confondendo l'epigrafe funeraria del suocero Vincenzo Sordi con quella del B., che ne curò le esequie.
Fonti e Bibl.: Bullarium Privilegiorum ac Diplomatum Romanorum Pontificum, V, 2, Romae 1753, pp. 107-110; Le relazioni degli ambasc. veneti al senato, a cura di E. Alberi, s. 2, IV, Firenze 1857, p. 276; A. Theiner, Codex diplomaticus domimi temporalis S. Sedis, III, Romae 1862, pp. 544-547; V. Forcella, Iscrizioni delle chiese e d'altri edifici di Roma, IX, Roma 1877, p. 525, n. 1027; F. Amadi D'Agostino, Della nobiltà di Bologna, Cremona 1588, pp. 85, 172; P. S. Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili di Bologna, Bologna 1670, p. 203; F. A. Vitale, Memorie istoriche de' tesorieri generali pontifici, Napoli 1782, pp. XLV-XLVI; L. von Ranke, Die Römischen Papste in den Letzen Vier Jahrhunderten, München und Leipzig 1923, p. 227; G. G. Guidicini, Iriformatori dello Stato di libertà della città di Bologna del 1394 al 1797, II, Bologna 1876, pp. 130 s.; III, ibid. 1877, p. 45; E. Martinori Annalidella zecca di Roma (Pio V,Gregorto XIII), Roma 1918, p. 94; C. Belloni, Diz. stor. dei banchieri italiani, Firenze 1951, p. 45; Archivio di Stato di Bologna, Le Insignia degli Anziani del Comune dal 1530 al 1796, Roma 1954, p. 45; L. von Pastor, Storia dei papi, Roma 1955, pp. 765-766; J. Delumeau, Vie économique et sociale de Rome, Paris 1959, II, pp. 800 s.; G.Carocci, LoStato della Chiesa nella seconda metà del secolo XVI. Note e contributi, Milano 1961, pp. 49, 78; G.Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, LXXIV, pp. 291-292.