BELENZANI, Rodolfo
Appartenne ad una delle più antiche casate di Trento; nacque in anno non precisato, durante il governo del vescovo Alberto II di Ortenburgo (1363-1390). Come capo del partito popolare - che è quanto dire nazionale - di Trento, geloso dei diritti municipali e avverso ai vescovi d'origine tedesca, egli fu l'anima della rivolta del 1407, che per la prima volta impose al principe vescovo Giorgio I di Liechtenstein, tenuto prigioniero in una torre, il riconoscimento della libertà comunale con un civico magistrato di 16 cittadini. Della lotta approfittò Federico "dalle tasche vuote" conte del Tirolo, per sostituire a quello del vescovo il proprio diretto dominio nelle valli trentine, pur confermando i privilegi recentemente acquisiti dalla città di Trento e il magistrato civico. Il B. non tardò a mettersi in aperto conflitto anche col conte. Arrestato una prima volta (6 ottobre 1407), riparò lontano dal paese annodando trattative con Venezia per la consegna della città alla Serenissima. Ritornò in città nel 1409, appoggiato dal suo partito; sennonché, sopraffatto pochi giorni dopo dalle truppe tirolesi, Rodolfo venne ferito a morte - e non decapitato, come più tardi si favoleggiò - il 5 luglio 1409. Dopo la morte del B., pur fra lunghe lotte, Trento mantenne i privilegì del 1407, che divennero la base dello statuto cittadino.
Bibl.: D. Reich, Rodolfo de' Belenzani e le rivoluzioni trentine, in Tridentum, X (1907), pp. 1-38.