RODIO, Giambattista, marchese
Nato a Catanzaro il 15 febbraio 1777, fucilato a Napoli il 27 aprile 1806. Fervente repubblicano durante i primi mesi della repubblica napoletana del 1799 fu uno dei primi che passò alla parte regia. Si presentò nel marzo a Cotrone al cardinale Ruffo e il 27 di quel mese fu nominato aiutante di campo di Francesco Ruffo, fratello del cardinale. Audacissimo, ebbe in breve tempo il grado di brigadiere, il titolo di marchese, la decorazione dell'ordine costantiniano e la presidenza della Calabria Citeriore. Comandò le masse all'impresa di Roma (1800); ebbe poi dalla corte - unico capomassa d'origine non plebea - delicati incarichi di governo: fu preside della provincia di Teramo nel 1801, commissario in Puglia durante l'occupazione militare francese (1804), luogotenente del re in Abruzzo nel dicembre 1805 a prepararvi la resistenza contro la temuta invasione. Quando la guerra fu dichiarata e le truppe del Masséna varcarono le frontiere, egli diresse col generale Damas la ritirata napoletana, invano sperando, con la regina, che si ripetesse la disperata difesa popolare del 1799. Caduto prigioniero in Puglia, fu tradotto dinnanzi a una commissione militare sotto l'accusa di brigantaggio: assolto, fu per ordine del Saliceti, istigato da alcuni patrioti rientrati nel regno coi Francesi, fucilato a Napoli sulla Piazza del Mercato. La sentenza parve ai contempotanei ingiusta, frutto di odi personali; si disse che lo stesso re Giuseppe ne rimanesse addolorato e non nascondesse il suo disappunto al ministro onnipotente.
Bibl.: J. Rambaud, Il processo del marchese R., in Arch. st. nap., XXXIII (1908); P. Pieri, Il regno di Napoli dal luglio 1799 al marzo 1806, Napoli 1928.