RODENTICIDI
Neologismo ricalcato sull'inglese; indica i prodotti chimici usati per distruggere i roditori.
La lotta contro i roditori si fa di regola con esche avvelenate da sostanze fortemente e non specificamente tossiche. Un'esca solida tipica è formata da farina o scarti di cereali o mais con l'aggiunta di un attrattivo quale formaggio fermentato. Come veleno si fa uso di arsenito sodico, fosfuro di zinco o solfato di tallio come veleni inorganici; tra i prodotti organici si usano: antu (α-naftiltiourea, C10H7 • NHCSNH2), specifica per il ratto, ma pericolosa per le impurezze carcinogene (naftilammine) che può contenere; crimidine (2-cloro-4-dimetilammino-6-metilpirimidina), potente veleno per i mammiferi in genere, ad azione rapida e immediata detossificazione per cui i roditori morti non rappresentano un pericolo per i predatori; norbormide, veleno selettivo per tutti i membri del genere Rattus,
tossico non letale per altri roditori e privo di effetto o poco tossico per ogni altro animale saggiato. Le esche preparate con i prodotti precedenti provocano morte o sintomi di avvelenamento in breve tempo così che i roditori sono in grado di stabilire una relazione causale tra l'ingestione dell'esca e i sintomi manifestati da uno di loro, evitando in seguito le altre esche dello stesso tipo.
Contro topi campagnoli e arvicole si usavano insetticidi organici clorurati ad azione secondaria (Endrin, Dieldrin e Toxaphene), irrorando il coltivo dopo la raccolta dei prodotti, di regola nel periodo autunno - invernale.
Per evitare la caratteristica diffidenza dei roditori verso le esche tossiche, sono stati introdotti gli anticoagulanti derivati dalla cumarina. Il primo e più noto prodotto è il warfarin, descritto come anticoagulante nel 1944. Tali prodotti non dànno sensazioni di dolore e
provocano solo dopo qualche giorno di consumo continuato morti apparentemente naturali per emorragie interne, che i roditori non sanno collegare all'ingestione dell'esca. Dopo il warfarin sono stati
introdotti i simili coumachlor e coumatetralyl. Più recente l'introduzione del chlorophacinone (1961), derivato indandionico anziché cumarinico, che all'azione anticoagulante unisce un disaccoppiamento
della fosforilazione dall'ossidazione respiratoria: gli animali intossicati si sentono apparentemente soffocare e cercano luoghi aperti per morire.
I cumarinici e il chlorophacinone, oltre che in esche, sono efficaci anche in trattamenti superficiali con irrorazioni o impolverazioni.
È stato proposto l'uso di r. sterilizzanti; come tali si possono usare ormoni sessuali, del tipo di quelli impiegati come contraccettivi; così il mestranolo, componente estrogeno di contraccettivi per via orale, se ingerito da ratti gravide viene trasmesso attraverso il latte alla prole che risulta permanentemente sterilizzata.
Bibl.: In mancanza di testi specifici, è fondamentale la rassegna: L. Santini, Recenti acquisizioni e prospettive per la lotta contro i roditori, II° Simposio sulla difesa antiparassitaria nelle industrie alimentari e sulla protezione degli alimenti, Piacenza 28-30 sett. 1977.