Rocco e i suoi fratelli
(Italia/Francia 1959, 1960, bianco e nero, 180m); regia: Luchino Visconti; produzione: Goffredo Lombardo per Titanus/Les Films Marceau; soggetto: Luchino Visconti, Vasco Pratolini, Suso Cecchi d'Amico (alcuni episodi sono tratti dalla raccolta di racconti Il ponte della Ghisolfa di Giovanni Testori); sceneggiatura: Luchino Visconti, Suso Cecchi d'Amico, Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa, Enrico Medioli; fotografia: Giuseppe Rotunno; montaggio: Mario Serandrei; scenografia: Mario Garbuglia; costumi: Piero Tosi; musica: Nino Rota.
La vedova Rosaria Parondi si trasferisce coi figli Rocco, Simone, Ciro e Luca dalla Lucania a Milano, dove è già immigrato il primogenito Vincenzo. Proprio mentre Vincenzo e Ginetta festeggiano il fidanzamento in casa dei genitori della ragazza, arrivano i Parondi. L'incontro tra le due famiglie non è dei più felici: la situazione degenera rapidamente, i Parondi vengono cacciati malamente e il fidanzamento si rompe. Sistematisi in un seminterrato a Lambrate, i Parondi vivono momenti difficili. Un giorno Simone e Rocco fanno la conoscenza di Nadia, una ragazza di vita dedita anche a loschi traffici, che prospetta ai due fratelli la possibilità di arricchirsi con la boxe, una via già intrapresa senza successo da Vincenzo. Simone, tentato, viene indirizzato da Morini, un piccolo organizzatore con tendenze omosessuali, alla palestra di Cecchi, dove si allenano i 'campioni'. Nadia e Simone intrecciano una relazione, di cui però Nadia si stanca ben presto. Per cercare di ravvivare la passione della ragazza, Simone ruba dei gioielli alla padrona della lavanderia dove Rocco ha trovato lavoro, ma anche questo non serve a nulla. È passato un anno. Mentre fa il servizio militare, Rocco incontra casualmente Nadia, appena uscita di prigione, con cui trascorre una giornata e che lascia invitandola ad avere fiducia in sé e nella vita. Ritornati a Milano, i due riprendono a frequentarsi e finiscono con l'innamorarsi. Quando Simone, sempre più allo sbando, viene a sapere della loro relazione, una notte, nei pressi della Ghisolfa, con l'aiuto di altri balordi, aggredisce la coppia e violenta la ragazza sotto gli occhi di Rocco. Un giorno, in cima al Duomo, Rocco, convinto che la sua relazione con Nadia sia la causa della triste situazione in cui versa il fratello, invita la ragazza a tornare con Simone, mentre lui cercherà di sfondare là dove hanno già fallito Vincenzo e Simone, nella boxe. La ragazza, disperata, accetta passivamente la nuova vita con Simone, assieme al quale si trasferisce in casa dei Parondi, mentre Rocco vive da Vincenzo. Simone, abbrutito dalla miseria e dalle droghe, tenta di rubare a casa di Morini, il quale lo ferma e pretende quattrocentomila lire per non denunciarlo: sarà Rocco a impegnarsi a pagare combattendo per Cecchi. Alla notizia del furto Nadia, dopo un litigio con la vedova Parondi, se ne va di casa. Simone, su istigazione dell'amico Ivo, la va a cercare all'Idroscalo, dove lei si prostituisce. Tra i due nasce un furioso litigio, nel corso del quale la donna urla in faccia a Simone tutto il suo odio e lui, accecato di rabbia, la pugnala a morte. Mentre la famiglia festeggia la vittoria di Rocco, compare Simone che confessa il delitto: Ciro vorrebbe denunciarlo ma Rocco, ancora una volta, difende il fratello. Dopo qualche giorno Simone viene scoperto e arrestato. Nel finale Ciro, parlando con il piccolo Luca, si fa portavoce di una nuova morale familiare, nella speranza di una vita migliore e più onesta: sarà forse proprio Luca quello che riuscirà a tornare al paese.
Rocco e i suoi fratelli, scandito in quattro capitoli che prendono il titolo dal nome di quattro fratelli Parondi (Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro), è una coraggiosa sintesi fra tragedia e melodramma, fra le ragioni della Storia, con la volontà di rappresentare realisticamente il fenomeno moderno dell'emigrazione, e le ragioni del mito, che trasfigurano la realtà sociale in racconto epico, attingendo alla tradizione letteraria e musicale dell'Ottocento e al romanzo popolare. I riflessi melodrammatici più evidenti sono rintracciabili nella scena dell'uccisione di Nadia, montata in contrasto con un combattimento vittorioso di Rocco, che ricorda da vicino il finale della Carmen di Georges Bizet (le minacce di don José, il rifiuto di Carmen, la vittoria del torero Escamillo). Il film mette in scena inoltre una fitta trama di allusioni letterarie: la forza morale ed esistenziale dell'Idiota e di Delitto e castigo di Fëdor M. Dostoevskij, lo scontro di civiltà di Giuseppe e i suoi fratelli di Thomas Mann su cui è modellato il titolo stesso del film, la letteratura meridionalistica di Giovanni Verga e di Rocco Scotellaro, il quale dà il nome al protagonista, il degrado urbano di Giovanni Testori, di cui nello stesso anno Luchino Visconti mise in scena L'Arialda.
Particolarmente interessante la funzione simbolica delle soluzioni linguistiche: il campo lungo e le panoramiche per i desolati scenari urbani, la stazione centrale, le rive dell'Idroscalo; un intenso bianco e nero, quasi a voler visualizzare il fronteggiarsi tra bene e male; il ricorso a un montaggio che alterna a contrasto momenti di boxe a momenti di intimità o di violenza familiare. Il culmine è toccato nella calibratissima scena dell'uccisione di Nadia, girata con una spiccata cura simbolica: il riflesso di Simone sull'acqua, le linee geometriche che tagliano drasticamente l'acqua e la terra, l'inquadratura del coltello, le braccia di Nadia aperte a croce. Anche la musica ha una funzione emblematica: una struggente canzone popolare, ispirata alla nostalgia del paese natio, apre e chiude il film; le canzonette (per esempio Tintarella di luna) scandiscono la vita cittadina milanese; un tema altamente drammatico segna la storia tragica di Simone e Nadia.
Rocco e i suoi fratelli suscitò numerose polemiche per i suoi contenuti politici e ideologici: fu ostacolato dalla giunta provinciale di Milano, censurato dalla Procura e boicottato al Festival di Venezia, ma oggi quel carattere di impegno civile ed epico che tanto inquietò i censori può risultare talvolta didascalico ed enfatico. L'originalità del film andrà cercata soprattutto nella sintesi tra le emotività assolute e le dinamiche della nascente piccola borghesia, come ha sottolineato la critica più accorta.
Interpreti e personaggi: Alain Delon (Rocco Parondi), Renato Salvatori (Simone Parondi), Katina Paxinou (Rosaria Parondi), Annie Girardot (Nadia), Roger Hanin (Morini), Paolo Stoppa (Cecchi), Suzy Delair (Luisa), Claudia Cardinale (Ginetta), Spiros Focas (Vincenzo Parondi), Max Cartier (Ciro Parondi), Rocco Vidolazzi (Luca Parondi), Corrado Pani (Ivo), Adriana Asti, Claudia Mori (ragazze della lavanderia), Alessandra Panaro, Nino Castelnuovo, Enzo Fiermonte, Renato Terra, Rosario Borelli.
E. Bruno, Rocco e i suoi fratelli, in "Filmcritica", n. 102, ottobre 1960.
M. Morandini, Un leone senza midollo, in "Schermi", n. 26, ottobre 1960.
G. Aristarco, Rocco e i suoi fratelli, in "Cinema nuovo", n. 148, novembre-dicembre 1960.
F. Weyergans, L'ancien et le nouveau, in "Cahiers du cinéma", n. 119, mai 1961.
R. Benayoun, Pour un bilan positif du sujet, n. 40, juillet 1961.
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S. Rohdie, Rocco and His Brothers, London 1992.
Sceneggiatura: Rocco e i suoi fratelli, a cura di G. Aristarco, G. Carancini, Bologna 1978.