FOSFATICHE, ROCCE
Si dà questo nome a quelle formazioni ricche di fosfato di calcio che hanno un'origine organogenica e che sotto forma di banchi o di strati sono intercalate fra altre rocce sedimentarie.
Queste rocce fosfatiche mostrano generalmente una massa calcarea in cui sono disseminati ooliti costituiti da collofane, che è una varietà amorfa bruna di fosforite ricca di sostanze bituminose e dotata di una struttura scagliosa; essi hanno generalmente nelle loro parti centrali un nucleo formato da un guscio di globigerina. Talvolta passano gradatamente al calcare includente per mezzo di una zona diffusa di fosfato di calcio amorfo. Agli ooliti sono poi spesso associati nuclei di selce e avanzi di fossili di maggiori dimensioni, fra i quali sono comuni i denti di squali. Queste rocce derivano da depositi di mare poco profondo e il loro fosfato di calcio non proviene direttamente dall'accumularsi di residui fossili, bensì dall'alterazione e dissoluzione delle parti molli di organismi che venivano in gran quantità a morire in quel bacino e dalla conseguente formazione di fosfati ammonici solubili che avrebbero agito sui calcari. Fia i più importanti giacimenti di rocce fosfatiche sono da citare quelli dell'Algeria, della Tunisia e del Marocco che si presentano in strati di una potenza di più metri intercalati fra le formazioni marine dell'Eocene inferiore e quelle del Cretacico superiore: la loro produzione ha aggiunto i 2 1/2 milioni di tonnellate nel 1927, con un contenuto in Ca3(PO4)2 del 58-65%. Molto importanti sono anche quelli degli scisti devonici del Tennessee negli Stati Uniti, notevolmente ricchi, con un contenuto in Ca3(PO4)2 variabile dal 60 al 70%, e quelli della Palestina, nei quali la collofane appare sostituita da finissimi aghetti intrecciati di apatite, appartenenti al Campaniano e più poveri di fosfato con un contenuto in Ca3(PO4)2 del 31-66%. Altri giacimenti importanti sono quelli della Florida del Miocene inferiore, notevolmente ricchi in superficie, con un tenore in Ca3(PO4)2 del 77-82%, e più poveri in profondità; quelli delle isole oceaniche, la cui produzione nel 1927 ha raggiunto 0,9 milioni di tonn. con un contenuto in Ca3(PO4)2 variabile dal 78 all'85%. In Italia mancano quasi completamente, avendosene solo piccoli depositi molto poveri di fosfato tricalcico nella Penisola Salentina e nella provincia di Siracusa. Anche i depositi di guano (v.) possono riferirsi a rocce fosfatiche o direttamente o mediante i prodotti da esso derivanti per posteriori azioni di metasomatismo.
Un tipo particolare di rocce fosfatiche sono le crete fosfatiche. Si dà questo nome ai calcari bianchi teneri (craie dei Francesi) tanto estesi e potenti nel Belgio e nella Francia settentrionale (Pasde-Calais, Seine-inférieure, Sarthe, Oise-et-Loire) quando contengono una quantità considerevole di fosfato tricalcico. Sono adoperate non per la fabbricazione dei superfosfati, ma direttamente allo stato di polvere sottile per la concimazione dei terreni, specialmente di quelli fortemente acidi. Nella maggior parte dei casi si procede all'arricchimento del materiale con la lisciviazione del calcare mediante acqua satura di anidride carbonica, oppure con la trasformazione del carbonato di calcio in polisolfuro (arroventamento della creta con zolfo e asportazione del prodotto con abbondanti lavaggi). Il materiale così arricchito può raggiungere il titolo del 48-50% di Ca3(PO4)2.
Hanno la stessa origine delle altre rocce fosfatiche e talvolta presentano una particolare struttura granulare, nella quale i granuli sono per lo più costituiti da un nocciolo di calcare avvolto in una pellicola di fosfato cristallizzato.