PIONTELLI, Roberto
PIONTELLI, Roberto. – Nacque a Lodi l’11 maggio 1909 da Alfredo e Clotilde Perego.
Dopo la maturità classica si iscrisse al Politecnico di Milano, dove nel 1931 si laureò in ingegneria industriale elettrotecnica. Restò al Politecnico per alcuni anni come assistente di Oscar Scarpa, direttore dell’istituto di elettrochimica, elettrometallurgia e chimica fisica. L’elettrochimica aveva a Milano e nella Lombardia una diffusione piuttosto ampia sin dalla scoperta della pila da parte di Alessandro Volta e dalla sua successiva applicazione a opera di Luigi Brugnatelli per l’elettrodeposizione di metalli. Ciò aveva tra l’altro determinato nel territorio la nascita di molte piccole industrie dedicate a sviluppare la cosiddetta arte di indorare. In questa tradizione Piontelli portò un contributo innovativo che si giovò della sua formazione pluridisciplinare. Infatti, mentre era assistente al Politecnico, si laureò all’Università di Pavia in fisica nel 1934 e poi ancora in chimica nel 1936. Questa ampia ed eclettica cultura scientifica fu alla base di una delle caratteristiche della sua ricerca, lo sforzo, sempre presente, di trovare una sintesi tra tecnologie empiriche e loro razionalizzazione teorica.
A ciò contribuì anche il periodo che Piontelli passò presso l’Università di Milano a partire dal 1937 come aiuto presso l’istituto di chimica industriale diretto da Livio Cambi. Il tema di indagine che Cambi in particolare gli affidò fu la ricerca delle condizioni per un’ottimale elettrodeposizione, a scopi protettivi, ornamentali o di raffinazione, di metalli quali l’argento, il rame, il piombo, lo zinco e altri. Questo portò Piontelli a collaborare con la ditta A. Tonolli & C., all’epoca leader nel campo della produzione di metalli e leghe non ferrose. In tali circostanze conobbe Edvige Tonolli che sposò nel 1939, acquisendo così tra l’altro parte della proprietà dell’azienda.
Dal 1942 divenne professore straordinario e quindi ordinario di elettrochimica sempre all’Università di Milano e vi restò fino al 1948 allorché, per trasferimento, tornò al Politecnico della stessa città, come professore di chimica fisica, al momento della cessazione dal servizio per limiti di età di Oscar Scarpa. Il rettore del Politecnico nella sua relazione annuale (G. Cassinis, Relazione per l’inaugurazione dell’anno accademico 1948-49, in Annuario del Politecnico di Milano, 1949, p. 27) ne annunciò la chiamata con le seguenti parole: «Roberto Piontelli, giovane ed insigne professore [...] è stato trasferito al nostro politecnico su designazione unanime della facoltà di ingegneria ed ha assunto la Direzione dell’istituto di Chimica fisica, elettrochimica e metallurgia, col proposito, che sarà prossimamente e sicuramente realizzato, di farne uno dei centri di studio più rigogliosi dell’ateneo». All’atto del suo insediamento, rispetto al suo predecessore Piontelli volle mutare anche il nome dell’istituto, ponendo la chimica fisica in posizione preminente, a indicare probabilmente anche così la sua intenzione di fondare su più solide basi teoriche lo studio e l’applicazione delle metodologie elettrochimiche. Da quel momento, per oltre venti anni fece dell’istituto da lui diretto un polo di ricerca di rilevanza internazionale, grazie anche a un nutrito gruppo di collaboratori e ricercatori che nel corso degli anni seppe formare e riunire intorno a sé.
I campi affrontati, sempre nell’ambito generale dell’elettrochimica, furono molteplici. Uno dei primi interessi fu l’analisi del ruolo degli anioni nella elettrodeposizione dei metalli. Già nel 1938 aveva studiato con Cambi la deposizione di metalli in presenza dello ione solfammato, ottenendo su tale tema il suo primo brevetto (L. Cambi - R. Piontelli, Processo per la deposizione elettrolitica dei metalli mediante sali e bagni contenenti acido solfammico e solfammati, brevetto italiano n. 368824); negli anni successivi estese queste considerazioni sul ruolo dell’anione alle reazioni anodiche e catodiche, riconoscendo in particolare l’azione catalitica dei cloruri sugli scambi ionici. In questo modo riuscì a definire meglio lo stato di passività e le condizioni di passivazione nei fenomeni elettrochimici.
Un altro dei temi che interessò per molti anni Piontelli fu la ricerca di un’impostazione rigorosa delle metodologie di misura nelle soluzioni elettrolitiche. Egli partì dalla constatazione che molti dei risultati pubblicati in elettrochimica erano affetti da errori per la sensibilità delle misure elettrodiche anche a tracce di impurezze. Per ovviare a ciò mise a punto particolari celle di misura che permettevano una purificazione in loco; con tali celle divenne possibile ottenere risultati completamente riproducibili. In questa linea egli trovò il modo di preparare elettrodi monocristallini di grandi dimensioni, modificando allo scopo tecniche nate nei laboratori di ricerca sullo stato solido. La realizzazione di tali monocristalli consentì di superare le incertezze provenienti dalla presenza di diversi grani di diverso orientamento e permise studi sul trattamento elettrochimico della superficie di un metallo, arrivando così a una sua ben definita caratterizzazione dal punto di vista strutturale e chimico.
Negli anni Cinquanta Piontelli, facendo riferimento all’approccio teorico di Linus Pauling sull’elettronegatività dei metalli, elaborò una sua teoria su una correlazione tra proprietà ioniche e reticolari e comportamento elettrochimico dei metalli. In base a ciò distinse i metalli dal punto di vista della loro cinetica elettrochimica. Tale classificazione suscitò in quegli anni un grande interesse nell’ambiente scientifico internazionale.
Piontelli si interessò infine anche allo studio di elettroliti in sistemi diversi da quello acquoso; in questo ambito dedicò particolare attenzione al comportamento elettrochimico dei metalli in sali fusi. Anche in questo caso l’impostazione teorica di fondo si associò allo sviluppo di nuovi metodi sperimentali, che consentirono di chiarire il meccanismo di processi di grande importanza industriale, come la produzione elettrolitica dell’alluminio. Per questi studi gli fu conferita nel 1967 la medaglia d’oro Donegani del ministero dell’Industria.
Fece parte del gruppo di dodici elettrochimici, provenienti da vari Paesi, che nel 1949 fondò il CITCE (Comité International de Thermodynamique et de Cinétique Electrochimiques) che poi avrebbe preso il nome di ISE (International Society of Electrochemistry). Come riconobbe molti anni più tardi il primo segretario del gruppo Marcel Pourbaix, fu Piontelli che in occasione del secondo congresso del CITCE operò la trasformazione della piccola commissione in una vera e propria organizzazione internazionale (M. Pourbaix, The birth of CITCE, in Electrochimica Acta, XVI (1971), pp. 173-175). Proprio a Piontelli Pourbaix chiese di scrivere la prefazione del suo libro Atlas of electrochemical equilibria in aqueous solutions, pubblicato nel 1966.
Piontelli fu socio dell’Accademia nazionale dei Lincei, membro dell’Istituto lombardo di scienze e lettere e socio corrispondente di diverse accademie nazionali e straniere.
Vivace e prestante fisicamente (in gioventù era stato giocatore di calcio di buon livello), fu colto durante una vacanza da un improvviso malore che lo portò a rapida morte a Milano il 15 ottobre 1971.
Opere. Piontelli nel corso della sua carriera scientifica ha pubblicato oltre 360 opere, tutte raccolte in R. Piontelli, Scientific papers: 1935-1971, Milano 1974.
Fonti e Bibl.: Milano, Archivi storici del Politecnico, Titolo VIII. R.P. - AG 3604.
R. Bianchi, R. P., in La chimica italiana, a cura di G. Scorrano, Padova 2008, pp. 633-634; P. L. Cavallotti, R. P. “grand seigneur” of electrochemical science, in Transactions of the Institute of metal finishing, LXXXVIII (2010), p. 178; Id., Scuola di elettrochimica al Politecnico, in La chimica e l’industria on web (2014), https://www. soc.chim.it/files/chimind/pdf/2014_3_3607_on.pdf (29 giugno 2015).