Perpignani, Roberto
Montatore, nato a Roma il 20 aprile 1941. Protagonista del rinnovamento del cinema italiano tra la seconda metà degli anni Sessanta e i primi Settanta al fianco di registi come Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Roberto Faenza, Paolo e Vittorio Taviani, ha improntato la concezione del montaggio a una sensibilità colta e raffinata, facendovi convergere suggestioni provenienti dal campo delle altre arti visive. Ha ottenuto due David di Donatello per il montaggio dei film La notte di San Lorenzo (1982) dei fratelli Taviani e Il postino (1994) di Michael Radford. Figlio di un fotografo e di una sarta cinematografica (collaboratrice della costumista Maria De Matteis), frequentò i set sin da ragazzo, partecipando come figurante a grandi film in costume, da Carosello napoletano (1954) di Ettore Giannini a Casta diva (1954) di Carmine Gallone a War and peace (1955; Guerra e pace) di King Vidor. Seguì corsi di pedagogia e, contemporaneamente, lezioni serali di pittura presso la Scuola di arti ornamentali di Roma. Nell'autunno del 1961 iniziò a lavorare come assistente montatore al fianco di Orson Welles, che a Fregene stava montando per la RAI una serie di documentari sulla Spagna, destinati a uscire con il titolo Nella terra di Don Chisciotte (1964). Nel 1962 seguì Welles a Parigi per lavorare ancora in qualità di assistente per il montaggio del film Le procès (Il processo). Al ritorno in Italia, conobbe il giovane B. Bertolucci, che gli affidò la responsabilità del montaggio di Prima della rivoluzione (1964). In questo film P. e Bertolucci fecero confluire suggestioni provenienti dalla Nouvelle vague francese e dal gusto del fraseggio jazz. L'esordio con un film così lontano dagli standard della produzione media non agevolò affatto il proseguimento della sua carriera di montatore, e soltanto nel 1966 egli poté montare un secondo film, La Cina è vicina (1967) di Bellocchio, altra opera caratterizzata da costruzioni linguistiche coraggiose. In virtù di questi due film, si propose come montatore vicino alla vocazione 'sperimentale' della generazione dei giovani cineasti italiani, Bertolucci, Bellocchio, Faenza, Salvatore Samperi, Gianni Amico, Valentino Orsini e i Taviani. Montò anche La coppia (1969), l'unico film di Enzo Siciliano. In La strategia del ragno (1970) di B. Bertolucci sperimentò ancora nuove costruzioni linguistiche, allontanandosi sempre più dalla vecchia ideologia dell'attacco sul movimento. Conclusa la prima fase della sua carriera, improntata alla ricerca linguistica, P. ha affrontato gli anni Settanta con una grande padronanza tecnica del mestiere e l'ambizione di coniugare nel montaggio ideologia e passione. Su questo binomio si è articolato il suo lavoro in film quali Allonsanfàn (1974) dei fratelli Taviani, Privatni poroci, vrline javne, noto anche come Vizi privati e pubbliche virtù (1976) di Miklós Jancsó, Salto nel vuoto (1980) di Bellocchio, che rappresentano le opere più significative della parte centrale della sua carriera. Ha poi accompagnato verso la maturità il percorso espressivo degli stessi cineasti dei suoi esordi, Bellocchio, Orsini, soprattutto i fratelli Taviani, dei quali è diventato un collaboratore regolare. Per questi ultimi ha montato La notte di San Lorenzo, tappa importante del suo lavoro e destinato a restare nella storia del montaggio per la struttura polifonica della sequenza della battaglia del grano, organizzata su un crescendo epico di musica e ritmo di montaggio.
Bisognoso di affondare le radici del proprio lavoro nell'humus del cinema d'autore, si è prestato con fatica a imprese produttive di routine. Attratto dalla storia della filosofia e delle scienze, è stato coinvolto nella realizzazione dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, curata dall'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, dall'Istituto italiano per gli studi filosofici e dalla RAI. È stato inoltre fra i primi montatori italiani a utilizzare con entusiasmo le nuove tecnologie di montaggio digitale, che aveva già usato occasionalmente sin dagli anni Ottanta. Tra gli altri registi con i quali ha collaborato sono da ricordare Alberto Lattuada, Mauro Bolognini, Nelo Risi, Giuseppe Patroni Griffi, Nanni Moretti, Franco Brusati, Gianni Amelio. Dal 1977 titolare della cattedra di montaggio al Centro sperimentale di cinematografia (dal 1997 Scuola nazionale di cinema), ha partecipato a varie iniziative di formazione cinematografica. Negli anni Novanta ha dedicato sempre maggiori energie all'insegnamento, assumendo nel 2000 l'incarico di vicedirettore del settore Formazione ricerca e sperimentazione presso la Scuola nazionale di cinema. Ha pubblicato Il montaggio cinematografico, in Storia del cinema mondiale, a cura di G.P. Brunetta, 5° vol., Teorie, strumenti, memorie, (2001), pp. 698-766.
S. Masi, Roberto Perpignani, in Nel buio della moviola, L'Aquila 1985, pp. 187-200; M.I. Zambelli, Dare forma alle emozioni, Reggio Emilia 1985.