LUPI, Roberto
Nacque a Milano il 28 nov. 1908 da Ermanno, maestro elementare, e da Maria Torelli. Fu avviato agli studi musicali all'età di otto anni, grazie anche a un ambiente familiare culturalmente stimolante: il nonno Roberto (morto nel 1895 in America del Sud durante una tournée) era violinista, e il padre un ottimo musicista dilettante e trascrittore di musiche liutistiche. Tra il 1915 e il 1918, quando le vicende belliche allontanarono da casa il padre e uno zio, la famiglia fece ritorno a Guastalla, paese d'origine. Tornato a Milano, il L. proseguì gli studi musicali presso il conservatorio G. Verdi, dove conseguì i diplomi in pianoforte (1927) e violoncello (1928). Nel 1934 si diplomò anche in composizione sotto la guida di A. Pedrollo, in quegli anni maestro di A. Galliera e G. Gavazzeni.
In seguito il L. intraprese la carriera di direttore d'orchestra: dopo l'esordio in un concerto di musiche antiche presso gli Amici della musica di Milano, nel 1937 vinse a Roma la prima gara nazionale per giovani direttori indetta dal Sindacato dei musicisti. Perfezionatosi nel 1940 all'Accademia di S. Cecilia nella classe di B. Molinari, cominciò a dirigere le principali orchestre sinfoniche e a collaborare con sedi radiofoniche e per le più importanti manifestazioni musicali italiane: il Festival internazionale di Venezia, il Maggio musicale fiorentino, la Sagra umbra, le Settimane Chigiane senesi. A Siena entrò in contatto con F. Torrefranca e A. Casella. Diresse importanti prime esecuzioni in Italia, tra cui la prima assoluta della quinta sinfonia di A. Bruckner.
Nel 1941, dopo aver insegnato armonia e contrappunto al conservatorio L. Cherubini di Firenze, divenne titolare della cattedra di composizione, subentrando nel ruolo fino ad allora ricoperto da V. Frazzi. In quegli anni sposò Angelica Steiner, originaria di Merano, da cui ebbe un figlio, Ettore. Nel luglio del 1944 la gestione commissariale dell'Accademia di S. Cecilia lo nominò, per quattro mesi, direttore artistico dei concerti del teatro Adriano di Roma.
Nel 1946 pubblicò a Roma l'Armonia di gravitazione, testo che A. Casella, autore della Prefazione, giudicò come "uno dei pochissimi contributi attuali veramente validi".
Il L. sostiene che l'ampliamento tonale e il superamento della tonalità, lungi dallo sfociare nell'atonalismo, rispondano in realtà a una primigenia legge universale, in base alla quale non esiste che "un continuo oscillare di modi in un'unica tonalità fondamentale detta alone o atmosfera armonica" (cfr. Atti del V Congresso di musica,( 1948, Firenze 1948, p. 51). Non esistono rapporti armonici liberi, perché la gravitazione, esattamente come la reciproca attrazione tra i sistemi astrali, implica la tensione verso un punto specifico: la "nota attrattiva", fondamentale di una serie di suoni armonici concomitanti, che diviene fulcro di un sistema gravitazionale governato dalle reciproche attrazioni dei suoni in virtù delle loro componenti armoniche.
Tra gli ultimi esponenti di una teoria fisicalista della musica, il L. sviluppa una riflessione teorica che, assai lontana dall'empirismo e dalla progressiva alienazione elettronica del suono, si sostanzia all'interno di una ricerca spiritualistica, numerologica ed esoterica. Le composizioni degli anni Quaranta uniscono una consapevole sensibilità contemporanea, presente nell'impiego di tonalità allargate e dissonanze, a un recupero di stilemi arcaici, concretati nell'uso di forme quali la fuga o il canone: tuttavia ciò non si risolve in vuoto tributo a espressioni di una passata musicale grandezza, perché la melodia obbedisce alla coeva sensibilità del frammento, del nascere e morire subitaneo del gesto musicale.
Particolarmente versato nella didattica, il L. contribuì alla formazione di buona parte dei musicisti delle generazioni più giovani (U. De Angelis, R. Pezzati, P. Renosto, G. Giani Luporini, F. Cioci, S. Bussotti, D. Lombardi, G. Cardini, G. Zosi); fu profondo conoscitore e trascrittore delle musiche dall'Ars Nova al Rinascimento, sino all'epoca barocca e, nel 1949, fondò a Firenze l'AIDEM (Associazione italiana per la diffusione dell'educazione musicale), una compagine orchestrale di 88 elementi, attiva sino al 1980, finalizzata alla diffusione della musica di repertorio tradizionale della regione toscana.
L'attività compositiva del L. abbraccia numerosi campi: dalle musiche da camera ai lavori per coro e orchestra, per coro a cappella, per coro e strumenti, alle opere per teatro. Nel 1950 vinse, con la cantata Orpheus, il Premio Roma per la musica; lo stesso brano fu eseguito l'anno seguente al Festival internazionale di musica di Venezia.
L'incontro con l'antroposofia di Rudolf Steiner, avvenuto negli anni Cinquanta, fu determinante per il L., che con il tempo assunse posizioni di rilievo all'interno del movimento stesso e, con alcuni allievi, si pose alla guida di un cenacolo di studi antroposofici, in seguito denominato Gruppo Dante Alighieri. La tensione spirituale, unita a una sorta di progressivo isolamento in una concezione sacrale dell'arte, si rivela in modo particolare nei lavori teatrali: la Danza di Salomè (Perugia 1952), eseguita in forma euritmica; La nuova Euridice (Bergamo 1957) e Persefone (Firenze 1970), in cui il dramma tra il bene e il male si dipana attraverso un'intensa partecipazione dell'elemento spirituale nel mondo, grazie all'antroposofia. Autrice dei testi delle sue opere, con lo pseudonimo Maria Della Quercia, fu il soprano Eva Bagni, probabilmente conosciuta a Siena.
Il L. morì il 17 apr. 1971 a Dornach, vicino a Basilea.
Il suo ultimo lavoro teorico, Il libro segreto di un musicista (Firenze 1972), rimane testimonianza di una consapevolezza del vivere e del fare musica che non tollera compromessi: compito dell'uomo è riscoprire il suono quale "annuncio sacrale" (p. 69) che vive "tra un suono che nasce e un suono che muore" (p. 14), ossia nell'intervallo. La fede incrollabile nella forza evocatrice dell'intervallo, inteso nelle sue particolari congiunture matematico-pitagoriche e in prospettiva teosofica quale perenne tensione tra l'uomo e il cosmo, caratterizza la personalità carismatica del Lupi. Al contempo, essa rivela il progressivo allontanamento da un'era votata alla dissacrazione del suono, ormai assorbito nella concezione meccanicistica del mondo, che si tramuta in spettro, privo di armonici e di ottave, fissamente reiterantesi in "staticità risonante", del tutto dimentica che la musica, lungi dall'esaurirsi in atti puramente sperimentali, è "cosmicità vibrante nell'essere umano" (p. 74).
Opere teatrali: La danza di Salomè, sacra rappresentazione su antico testo umbro, nello stile laudale; La nuova Euridice, mistero melodrammatico su testi di M. Della Quercia (Bergamo 1957); Persefone, dodici immagini drammatiche su testi di M. Della Quercia (Firenze 1970).
Opere sinfonico-corali: Sacra Sinfonia (Nativitatis, per soli, coro e orchestra d'archi; Stabat Mater, per soli, coro femminile e orchestra d'archi; Salmo 150, per tenore, coro e orchestra; 1944-49); Orpheus, per soli, coro e orchestra (1950); Epigrammi enigmatici, per orchestra con voce recitante (1959); Tre cantate, con soli (rielab. de La nuova Euridice, 1964-65); Sette ideogrammi, per coro e orchestra (1963); Misteri, per voce declamante, risonanze vocaliche, coro e orchestra (1968); Inno al silenzio e Preghiera rituale, per coro maschile, voce recitante e strumenti, su testi di A. de Saint-Exupéry (1966). Opere corali a cappella: Tre cori su antichi testi egiziani (1948-49); Due cori di ieri, due cori di oggi, due cori della fine (1966-67).
Musica da camera: Parafrasi sul II Inno delfico ad Apollo, per flauto o clarinetto e percussioni (s.d.); Duo, per violino e violoncello (1943); sonata per violoncello e pianoforte (1943-44); Varianti, per violino e pianoforte (1944); Varianti, per due pianoforti, Varianti, per orchestra (1944; rielab. nel 1949); Fassung, per soprano e nove strumenti (1948); Bucolica in memoriam, per orchestra da camera (1958); Sette favole e allegorie, per soprano e nove strumenti, testi di Leonardo da Vinci (1945); Tre fughe e due interludi brevi, per orchestra da camera (1958); Studi per un homunculus, per orchestra (1958); Unilateralità, per orchestra da camera (1959-60); Fenomeni, per 10 strumenti, voci interne ad libitum e percussioni (1961); Archetipi, per voce recitante, risonanze vocaliche interne, voci cantanti interne e strumenti, testo di M. Della Quercia (1961); Azioni sonore, per orchestra (1960-62); Pentaulos, per flauto e pianoforte; Cinque ricercari, per clarinetto e pianoforte, dai Ricercari per violoncello e pianoforte; Cinque pezzi brevi, per orchestra (1966); Sette cori del Principio, Tre cori di oggi, Due cori della fine più uno, per coro e strumenti (1966-67); Diario, per flauto clarinetto e pianoforte (1968); Le 7 musiche, con soprano (1968); Diario, per flauto clarinetto e pianoforte (1968); Diario secondo sul nome Bach, per violino, viola, violoncello e chitarra (1969).
Musica strumentale; per pianoforte: Preludio e valzer - Fuga sul nome Bach (1942); Dodici studi (1943); Dodici pezzi brevi (1943); Tre preludi e fughe; Otto aforismi (1944); Preludio e valzer. Fuga a due soggetti e due controsoggetti sul nome di Bach (1948); Tre pezzi brevi (1953); Unilateralità, sintesi e trasfigurazione sulle stesse note (1960); Contrappunti (1966); Galgenstücke (1967). Dodici ricercari in forma di zodiaco, per violoncello; Tre Steffen Lieder, per mezzosoprano; Nonephon, per flauto; sonata per arpa (1946).
Liriche per voce e pianoforte: Tre canti sacri e tre canti profani; Cinque canti dell'Ars Nova (1946-47); Cinque canti trovadorici (1949); Due canti d'amore (su testi di Catullo); Dodici Galgenlieder (su testi di Ch. Morgenstern; 1966-67).
Piccole composizioni per l'infanzia. Per pianoforte: Cinque piccoli canti per una piccola amica (1944); Sonatina non troppo facile (1947); Sonatina su temi infantili neerlandesi (1950); Sei pezzi per quattro mani (1958); Tre piccole polifonie per Anna (1966). Il quadernetto di Ettore, per pianoforte e canto su testi di L. Folgore (1947); Piccola composizione per un battesimo, per flauto e viola (1960); Frammento rituale per un battesimo, per violoncello e pianoforte (1960); Introduzione e danza, per violoncello e pianoforte (1966); Il racconto dei pastori, per violino e pianoforte (1966).
Realizzò inoltre numerose trascrizioni ed elaborazioni di musiche di C. Monteverdi, L. Cherubini, F.M. Veracini, G. Platti, M. Pesenti, G.B. Grillo, A. Vivaldi, A. Corelli, V. Manfredini, B. Galuppi, P. Anfossi, G.B. Sammartini, L. Boccherini, H. Purcell, G. Tartini, G.B. Pergolesi, G. Carissimi, P. Locatelli, e da intavolature per liuto e codici dell'Ars Nova.
Opere e scritti teorici: Armonia di gravitazione, cit. (pubblicato parzialmente in Inedito - Quaderno musicale, I [1944], 3, pp. 72-79 e in La Musica 1985, 1986, n. 14, pp. 25-38, cfr. anche Atti del V Convegno di musica, cit., pp. 51-54); L'intervallo nella espressione musicale di Pizzetti, in La città dannunziana a Ildebrando Pizzetti. Saggi e note, a cura di M. La Morgia, Milano 1958, pp. 51-60; Diapason - Pensieri musicali, in Michael. Periodico d'arte e pensiero, I (1958), 2, pp. 6-8; Lettera aperta ad un amico, ibid., II (1959), 2, pp. 1-8; La tecnica strumentale e il linguaggio attuale della musica, in Cultura e scuola, I (1961), pp. 130-135; Temi ed indicazioni orientative per il corso superiore di composizione, Milano 1964; Ars bene movendi. Saggi di contrappunto e fuga, dallo stile pre-classico a quello contemporaneo, ibid. 1969; Il libro segreto di un musicista, cit.; traduzione e prefazione a M. Lussy, Concordanza tra misura e ritmo, Roma s.d.
Fonti e Bibl.: Necr., in Nuova Riv. musicale italiana, III (1971), p. 562; M. Ballini, Freddo sperimentalismo dell'Orfeo di oggi, in L'Eco di Bergamo, 4 ott. 1957; M. Favre, Vers une nouvelle théorie de la musique. Jacques Chailly, Hans Kayser, R. L., in Revue musicale de Suisse Romande, X (1957), 2, pp. 30-32; A.M. Bonisconti, Studi per un "Homunculus", nove pezzi per orchestra, in La Biennale di Venezia: XXII Festival internazionale di musica contemporanea (catal.), Venezia 1959, p. 24; F. D'Amico, L., Chailly, Bucchi, in Id., I casi della musica, Milano 1962, pp. 362 s.; G. Cogni, La parola che è musica e la parola che diviene musica, in Chigiana, 1971, n. 26-27, pp. 171-180; C. Dall'Argine, Armonia di gravitazione, in Rass. di studi musicali, II (1975), 4, pp. 75-96; P. Grossi, Luoghi e momenti della musica. Firenze nel dopoguerra: aspetti della vita musicale dagli anni '50 ad oggi, in Musica del nostro tempo. Documentazioni e ricerche, a cura di L. Pinzauti et al., Milano 1983, pp. 56-67; G. Giani Luporini, R. L., in Biennale Musica 1989 (catal.), a cura di M.-G. Gervasoni, Venezia 1989, pp. 25-27; U. Padroni, Omaggio a R. L., in L'Unità, 10 giugno 1990; M. Cioci, Ritualità e mito nel teatro di R. L., tesi di laurea, Università degli studi di Firenze, a.a. 1999-2000; G. Corsi, In memoria del musicista R. L. a trent'anni dalla morte fisica, in Antroposofia. Riv. di scienza dello spirito, LVI (2001), 1-2, pp. 100 s.; C. Gregorat, Sguardo panoramico sullo sviluppo dei sistemi musicali dall'inizio del '900 ad oggi, www.rudolfsteiner.it/gregorat/sistemi_musicali.html [2001]; Attraversamenti. La musica in Toscana dal 1945 ad oggi, a cura di D. Lombardi, Prato 2003, ad ind.; Firenze e la cultura musicale della seconda metà del '900: le tendenze della musica d'arte fiorentina; con dizionario sintetico ragionato dei compositori, a cura di R. Cresti - E. Negri, Firenze 2004, ad nomen; A. Rosselli, Armonia di gravitazione, in Una scrittura plurale. Saggi e interventi critici, a cura di F. Caputo, Novara 2004, pp. 27-29; Enc. della musica, II, p. 54; Nuovo Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 398; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, pp. 527 s.; The New Grove Dict. of opera, III, p. 97; Enc. italiana dei compositori contemporanei, II, Napoli 1999, ad nomen; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, pp. 318 s.