Duca normanno (n. ca. 1015 - Cefalonia 1085). Figlio di Tancredi d'Altavilla, fra il 1046 e il 1077 conquistò tutta l'Italia meridionale, ponendo fine alla presenza bizantina e longobarda e ricevendo il titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia da Niccolò II, favorevole all'amicizia con i normanni per allontanare l'ingerenza di Bisanzio e del Sacro romano impero dagli affari della Chiesa. Costituito il proprio Stato, R. annullò con abilità le ribellioni dei signori feudali e delle città, ristabilì la pace e riorganizzò l'amministrazione dei suoi domini. Sempre preoccupato della potenza dei bizantini nell'Adriatico, avviò una spedizione contro di essi, ma morì nel corso dell'assedio di Cefalonia.
Figlio di Tancredi d'Altavilla, venne in Italia nel 1040 circa. Al servizio dapprima del principe di Capua, passò poi, chiamato dal fratello Drogone, in Calabria, cominciandone la conquista sistematica sotto il comando di Drogone e poi di Unfredo, e sottraendola al dominio bizantino e alle aspirazioni del principe di Salerno, col venire accortamente a patti con le città, in particolare dopo la vittoria memorabile di Civitate (1053). Alla morte del fratello Unfredo, non tenendo conto degli eredi, fece sancire la propria elezione a conte di Puglia (1057). Sottomessa interamente la Calabria (1060), mercé l'aiuto dell'altro fratello, Ruggiero, R. ideò la conquista della Sicilia che Ruggiero attuò in massima parte. Nel Concilio di Melfi (1059) R. fu investito da Nicolò II del ducato di Puglia, Calabria e Sicilia, benché questi territori non fossero stati da lui completamente conquistati. Continuò la lotta contro i Bizantini cacciandoli definitivamente dall'Italia con la conquista di Bari (1071). In seguito passò alla conquista degli ultimi centri di resistenza, Amalfi e Salerno, combattendo soprattutto contro Gisulfo II che aveva dalla sua Riccardo I principe di Capua. Prima a cadere in potere del Guiscardo fu Amalfi. Questa conquista accelerò la caduta di Salerno (1077), mentre Gisulfo si ritirava presso la corte papale. Costituito il proprio stato, R. s'occupò di dargli forza all'interno e di vincere le numerose ostilità da parte dei signori, insofferenti del giogo, e delle città che non volevano perdere le loro autonomie. Talora questo malcontento scoppiò in aperta ribellione. Ma l'abilità del Guiscardo seppe ristabilire la calma e organizzare amministrativamente tutte le terre conquistate. Sempre preoccupato della potenza bizantina, padrona dell'Adriatico, e per soddisfare le sue vaste ambizioni politiche, R. salpò (1081) con la flotta verso Valona, conquistò Corfù e, dopo aver sconfitto Alessio Comneno, occupò (1082) Durazzo. Interrotta la sua marcia su Costantinopoli per correre in aiuto di Gregorio VII assediato da Enrico IV a Roma, lo liberava conducendolo a Salerno, ma devastando (1084) prima la città. Nell'autunno del 1084 riprese la lotta in Oriente, ma, riconquistata Corfù, morì durante l'assedio di Cefalonia.