CAMPULO (Campolo), Roberto
Nacque a Messina nella seconda metà del sec. XIII e si fece frate minore: di lui non abbiamo altre notizie sino al 1314. In quell'anno il C., secondo il Cagliola, fu eletto padre provinciale dei minoriti di Sicilia; ricoprì poi tale carica probabilmente fino al 14 ott. 1333, quando da papa Giovanni XXII fu elevato alla dignità vescovile nella diocesi di Cefalù.
Cinque anni dopo, per cause ignote. il C. rimase coinvolto nella ribellione del conte Francesco Ventimiglia contro Pietro II re di Sicilia, nel cui episodio decisivo ebbe una parte di primo piano. Il 1º febbr. 1338, essendosi il conte rifugiato a Geraci, il C., ch'era con lui, lo dissuase con veemenza dall'accettare il perdono del re e stracciò con i denti la lettera che il Ventimiglia aveva già scritto per sottomettersi alla volontà del sovrano. La prova di fermezza perorata dal C. ebbe per conseguenza la ribellione dei Geracesi e costò la vita al Ventimiglia, che fu costretto a fuggire e fu inseguito e trucidato dai nemici presso Collesano. Secondo alcuni, il C. avrebbe pagato con la rimozione dal vescovato l'incoraggiamento e l'appoggio dati al ribelle, ma tale notizia, per la verità, non trova conferma in alcun documento.
Nella bolla di Clemente VI in cui è nominato il successore del C. (20 nov. 1342) il vescovato di Cefalù è detto vacante, per morte del titolare, sin dall'epoca del pontificato di Benedetto XII (morto il 25 apr. 1342); è quindi probabile che il C. sia morto intorno al 1342.
Al C. è stata attribuita la paternità del volgarizzamento siciliano dei Dialogi di s. Gregorio. L'attribuzione fu proposta quando dell'opera si conosceva solo un manoscritto, ed era perciò possibile supporre che il nome del non altrimenti noto Giovanni Campulo, come nell'explicit dichiarava di chiamarsi l'autore, fosse un errore del copista che non aveva letto bene il nome di Roberto. Ma il ritrovamento di altri codici ha convalidato inoppugnabilmente la esattezza della prima lezione. Né, d'altra parte, si può accettare l'ipotesi che Roberto Campulo, facendosi frate, abbia assunto il nome di Giovanni per tornare poi a farsi chiamare Roberto, una volta divenuto vescovo. I documenti visti dal Cagliola e dal Garuffi relativamente al periodo in cui il C. non era ancora vescovo non danno adito a dubbi: il frate vi compare sempre con il nome di Roberto. Il volgarizzamento non è dunque opera sua.
Fonti e Bibl.: F. Cagliola, Almae Siciliensis Provinciae Ordinis Minorum... Manifestationes novissimae, Venetiis 1644, p. 181; R. Pirri, Sicilia Sacra, II, Palermo 1733, p. 809; C. D. Gallo, Annali della Città di Messina, II, Messina 1758, p. 281; L. Wadding, Annales Minorum, VII, Quaracchi 1932, pp. 174, 300, 542 s., 598. Per l'episodio della rivolta contro Pietro II si vedano Michele da Piazza, Historia Sicula, in Bibliotheca scriptorum qui res in Sicilia gestas sub Aragonum imperio retulere, a cura di R. Gregorio, I, Panormi 1791, pp. 536 ss.; F. Maurolico, Sicanarum rerum compendium, Messina 1562, pp. 164v-165r; T. Fazello, De rebus Siculis, a cura di V. M. Amico, III, Catania 1753, pp. 84 s., G. E. Di Blasi, Storia civile del Regno di Sicilia, XI, Palermo 1816, pp. 200 s.; I. La Lumia, Matteo Palizzi..., Palermo 1859, pp. 30 ss. (rist. con il titolo Matteo Palizzi ovvero i Latini e i Catalani, in Studi di storia sicil., Palermo 1870, pp. 370 ss., e in Storie siciliane, a cura di F. Giunta, Palermo 1969, pp. 20 ss.); G. B. Caruso, Storia di Sicilia, a cura di G. Di Marzo, III, Palermo 1876, pp. 142 ss. Per l'attribuzione del volgarizzamento siciliano dei Dialogi di S. Gregorio si veda Lu libru de lu dialogu de Sanctu Gregoriu, a cura di G. B. Grassi Privitera-A. De Santis, Palermo 1913, Introduzione, pp. XXVII ss.; Librude lu dialogu de sanctu Gregoriu, a cura di S. Santangelo, Palermo 1933, Introduzione, p. VI(l'Introduzione è rist. in Scritti varii di lingua e letteratura siciliana dello stesso autore, Palermo 1960, p. 114, assieme a Sultesto siciliano dei Dialoghi di S. Gregoriu, di cui si veda nota 5 di p. 96); G. Traina, Sui Dialoghi di s. Gregorio nelle traduzioni di J. Campulu e di D. Cavalca, Palermo 1937, pp. 3 s. (ivi anche un'informazione del Garufi sul C. tratta da un doc. messinese del 1321); G. Dufner, Die Dialoge Gregors des Grossen…, Padova 1968, p. 59.