BRACCO, Roberto
Drammaturgo, novelliere, poeta, critico teatrale e musicale vivente. Nacque a Napoli il 21 settembre 1862; insofferente di studî regolari, entrò a sedici anni commesso in una casa di spedizione della Dogana. Ma ben presto entrava nel Corriere del mattino, ove, da principio semplice reporter, prese poi a scrivere articoli di varietà, novelle e versi dialettali. Corrispondente, nel 1884, del Capitan Fracassa e quasi contemporaneamente redattore del Napoli e del Piccolo, passò, un paio d'anni dopo, nel Corriere di Napoli, ove tenne la critica teatrale e musicale, consacrando gran parte della sua opera divulgativa e polemica a fare intendere il teatro ibseniano e a vincere le ostilità che Riccardo Wagner incontrava ancora sulle scene liriche napoletane. Coeva a codesta attività giornalistica era qualche sua novella dialogata, rivelatrice della sua tendenza dominante, che si manifestò esplicitamente nel 1887 con tre commediole in un atto: Non fare ad altri....; Lui, lei, lui e Un'avventura di viaggio. Seguì, per incarico della Filarmonica di Napoli, il libretto de Le disilluse, musicato da Mario Costa; finché nel 1892 si giunge al realismo del dramma Una donna, nel 1893 all'impressionismo del dramma Maschere, nel 1894 all'arguta ed elegante commedia L'infedele, e nel 1895 al Trionfo, dramma inatteso e dai forti contrasti passionali. Nel rigoglio del teatro italiano la fisionomia artistica del B. si fa così sempre più personale; il suo mondo interiore si traduce con crescente efficacia in contrasti drammatici, lieti o malinconici, sottili o cupi; le figure create da lui sono vive, inconfondibili; e con vena irrompente, anche nella maturità, egli segna quasi ogni anno al suo attivo un dramma e un successo: nel 1895 Don Pietro Caruso; nel 1896 La fine dell'amore; nel 1899 Tragedia dell'anima; nel 1900 Il diritto di vivere e Uno degli onesti; nel 1901 Sperduti nel buio; nel 1903 Maternità; nel 1904 Il frutto acerbo; nel 1905 la deliziosa Piccola fonte; nel 1906 I fantasmi; nel 1908 Nellina; nel 1910 Ad armi corte e Il perfetto amore; nel 1911 Il piccolo santo, ch'è forse il suo capolavoro; nel 1912 Nemmeno un bacio; nel 1915 L'internazionale; nel 1916 Ll'uocchie cunzacrate (riscritti poi dall'autore medesimo in italiano); nel 1918 I pazzi; più quasi altrettanti, di cui per brevità si omette il ricordo. E rapidamente la sua fama si estese anche fuori d'Italia. E traduzioni in sette od otto lingue, hanno avuto pure le circa duecento novelle che il B. ha scritto fra un dramma e l'altro, e che, nella forma narrativa, si presentano quasi tutte come piccole azioni drammatiche, in quanto quasi sempre offrono una situazione di contrasto che si scioglie o s'aggroviglia maggiormente.
Opere: I circa quaranta componimenti drammatici sono raccolti nel Teatro di R. B., in 11 voll. pubblicati più volte a Palermo dal Sandron (ultima ed., 1927). E in 5 voll. sono riunite le novelle: I, Smorfie tristi; II, Smorfie gaie; III, La vita e la favola; IV, Ombre cinesi; V, Gli specchi, In Vecchi versetti sono raccolti versi dialettali; in Tra i due sessi, massime di pratica amatoria; in Tra le arti e gli artisti e in Tra gli uomini e le cose, articoli giornalistici; in Lo spiritismo a Napoli, una polemica antispiritistica. Talune note autobiografiche si leggono in R. Scaglia, Da ricordi e confessioni d'autori drammatici, prima serie (Alessandria 1928).
Bibl.: v. la bibliografia citata in Pasquale Parisi, Roberto Bracco, la sua vita, la sua arte, i suoi critici, Palermo 1923.