BERNARDI, Roberto
Nel manoscritto Riccardiano 2067della Biblioteca Riccardiana di Firenze è contenuta un'operetta che, insieme con i modi della lavorazione dell'oro, raccoglie ricette di farmaci, formule di incantesimi e indicazioni astrologiche. Fu compilata da un Ruberto di Guido Bernardi, che ha apposto la sua firma sul manoscritto insieme con la data della compilazione, 10 maggio 1364. Nulla si sa dell'autore, il cui nome non compare né nelle partite del catasto né nei libri delle Arti dell'archivio fiorentino: possiamo soltanto dedurre che egli fu probabilmente orafo e che dovette nascere nella prima metà del sec. XIV. Il piano culturale su cui l'operetta si muove appare assai modesto: un impasto di nozioni popolarmente assai diffuse, infiorettate di rimandi, quasi certamente indiretti e comunque sommari, a Avicenda (Avicenna) e a Alberto Tedesco (Alberto Magno), rimandi che nell'intenzione dell'autore dovevano dare autorità al suo ricettario. Tale esigenza è testimoniata anche da altre citazioni che ricorrono nel testo, di papa Innocenzo III, del cardinal Bianco, di maestro Taddeo di Bologna.
Dopo una prolissa invocazione di santi, l'opera tratta della coppellazione dell'oro, di come cioè si separa l'oro dall'argento, di come si fonde l'oro e di come si saggia. è la parte tecnicamente più precisa, che rivela la qualità di artigiano dell'autore, che è del resto molto fiero del suo mestiere. Seguono ricette farmaceutiche, un elenco delle virtù delle varie erbe e una serie di incantesimi: si può curare chi è "aspaventato" e lunatico, per esempio, ponendogli accanto un dente canino; certamente guarirà. Si tratta di elettuari, di medicamenti cioè composti di droghe e di spezie, di unguenti e di rosmarino, che è, secondo l'autore, rimedio infallibile per mantenersi giovane e per conservarsi in salute. Dopo una parte dedicata ai modi che si possono usare per la purificazione del vino, il trattatello verte sui "giorni di Eydra profeta" e offre indicazioni sulla previsione del tempo e sui "dì della luna ", dai quali, attraverso riferimenti tratti dalla Bibbia, sono ricavati gli oroscopi. L'ultima parte del trattato infine si sofferma sulle virtù delle pietre, al cui proposito l'autore rimanda ad Alberto Magno.
Non è escluso che sulla raccolta abbiano influito opere come l'Intelligenza del Compagni. Ma il B. si fondò soprattutto sulla scienza popolare, mescolando argomenti diversissimi fra loro., sicché il libretto risulta costituito da una serie di appunti pratici da usare nelle diverse occasioni, ora per rimediare alle malattie, ora alla sfortuna. Dall'opera si ricava un'immagine della cultura popolare del sec. XIV estremamente lucida. Un certo interesse essa ha anche linguisticamente, per l'uso di termini popolari e medici bizzarramente combinati.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II , 2, Brescia 1760, pp. 968-69; G. Amati, Ubbie, ciancioni e ciarpe del sec. XIV, Bologna 1866; T. Casini, Scongiuro e poesia, in Arch. per lo studio delle tradizioni popolari, V(1887), pp. 560-568; Una curiosa raccolta di segreti e di pratiche superstiziose fatta da un popolano fiorentino del sec. XIV, a cura di G. Giannini, Città di Castello 1898; Thesaurus Ruberti…, a cura di E. V. Ferrario, Milano 1958; E. V. Ferrario, La medicina popolare italiana nel sec. XIV, in Sapere,1958, n. 563-564; J. W. Bradley, Dict. of miniaturists, I, New York 1958, p. 128.