BATTAGLIA, Roberto
Nacque il 17 febbr. 1913 a Roma; nel 1935 partecipò ai Littoriali della cultura con un'opera scenica ed una poesia. Laureatosi in lettere con una tesi su La volta della Sistina, si dedicò a studi di storia dell'arte, prevalentemente sul barocco romano e sul Bernini.
Tra i suoi contributi sono da ricordare: L'Aventino nella rinascita e nel barocco attraverso i documenti iconografici, Roma 1942; Crocefissi del Bernini in S. Pietro in Vaticano, ibid. 1942; La cattedra berniniana di S. Pietro, ibid. 1943; Il palazzo di Nerone e la Villa Barberini al Gianicolo, ibid. 1943.
Come molti della sua generazione, per le particolari vicende militari italiane di quel tempo, passò diversi anni sotto le armi. Mobilitato nel 1935 fu ufficiale di prima nomina in Africa e quindi comandante di compagnia in Sardegna (1938). Dal 1940 al 1943 venne nuovamente richiamato.
Dopo l'8 sett. 1943 fu partigiano di "Giustizia e Libertà" in Umbria, nelle Marche e a Roma. Avvenuta la liberazione della città, egli fu paracadutato per errore nell'alta Garfagnana, dove organizzò col maggiore inglese T. Oldham la divisione partigiana "Lunense", di cui fu commissario politico. Su proposta del comando militare alleato fu quindi decorato di medaglia d'argento. Pubblicò il diario di questa sua profonda esperienza in Un uomo, un partigiano (Firenze 1946).
Iscritto al Partito d'Azione, eletto consigliere comunale di Carrara, fu poi funzionario presso il ministero dell'Assistenza postbellica e membro della Commissione centrale per il riconoscimento dei meriti nella guerra partigiana. Scioltosi il Partito d'Azione, si iscrisse (1948) al Partito comunista, ricoprendovi incarichi politici e culturali. Fece anche parte della segreteria nazionale del Sindacato della scuola media.
Tra il 1950 e il 1952 approfondiva e portava a termine ricerche da tempo iniziate sulla guerra partigiana, e pubblicava la Storia della Resistenza italiana (Torino 1953), premio Viareggio 1953.
Con quest'opera il B. metteva per la prima volta a fuoco i problemi del formarsi dell'esercito partigiano; del contemporaneo sviluppo della situazione politica tra i partiti del Comitato di Liberazione Nazionale, a sud e a nord della "linea gotica"; gli aspetti diversi ma paralleli della lotta nelle campagne e nelle città; i rapporti coi Tedeschi e gli Alleati. Notando l'apparente contraddizione, ché la resistenza italiana sorge ultima rispetto alle altre europee, ma arriva a un grado di completezza e di sviluppo maggiore, rilevava come la resistenza in Italia fosse stata prima politica che militare, iniziandosi con lo stesso sorgere del fascismo, e come l'esperienza dell'antifascismo si fosse trasfusa e a sua volta alimentata col carattere profondamente popolare del movimento di liberazione. Questo carattere spiegava, a suo parere, la forza della spinta e del tentativo di rinnovamento della vita politica e sociale del paese, mentre una analoga profondità era mancata nel primo Risorgimento.
L'opera, per la sua completezza e i suoi non comuni pregi letterari, ebbe immediatamente vastissima diffusione; fu ristampata più volte e tradotta in diverse lingue; venne anche ridotta dal B., in collaborazione con G. Garritano, in una Breve storia della resistenza italiana (Torino 1955); alla fine del 1962 ilB. consegnò all'editore Einaudi il manoscritto ampiamente rimaneggiato per la terza edizione, pubblicato postumo a Torino nel 1964.
Approfondendo questo suo filone di studio, il B. pubblicò vari articoli nell'intento di meglio inserire la problematica della storia della Resistenza italiana nel più vasto contesto di quella europea.
Tra questi si ricordano: La Resistenza e l'Europa, in Società, X(1954), pp. 561-582; Monaco e la situazione italiana, ibid., XIV(1958), pp. 869-902; La storiografia della Resistenza (Dalla memorialistica al saggio storico), in Movimento di liberazione in Italia, 1959, n. 57, pp. 3-54; Partisans allemands dans la Résistance italienne, in Cahiers internationaux de la Résistance, 1960 pp. 67-75; A propos de la Rèsistance polonaise, ibid., 1961 pp. 72 s.; per conto del settimanale Vie Nuove scrisse una serie di articoli successivamente rifusi nel libro La seconda guerra mondiale, Roma 1960.
Contemporaneamente il B. rivolse la sua attenzione alla storia italiana postunitaria, alla ricerca dei motivi che avevano spinto la classe dirigente liberale ad abbandonare gli ideali del Risorgimento per avviarsi verso una politica di tipo aggressivo e imperialista. Frutto di questi studi fu La prima guerra d'Africa (Torino 1958), che accanto alle fonti italiane (memorie dei combattenti, atti parlamentari, carteggi ufficiali) utilizzava quelle abissine (le cronache imperiali).
Per il B. l'imperialismo crispino aveva origini più letterarie e retoriche che economiche; considerava l'espansionismo italiano in Africa come una forma di Risorgimento "impazzito", che continuava fuori d'Italia la tecnica del colpo di mano che il partito democratico aveva sostenuto e adottato nella lotta per l'unità. Tendeva a mettere in rilievo il carattere di lotta di resistenza della guerra sostenuta dalle tribù abissine; la sua storia della prima impresa coloniale italiana era anche la prima storia politica e militare della difesa abissina.
Mentre stava lavorando ad un saggio sul periodo crispino e a una storia del partito comunista italiano, il B. moriva improvvisamente a Ostia il 29 febbr. 1963.
Gli scritti sparsi e gli interventi principali a discussioni e convegni del B. sono stati recentemente raccolti e annotati da E. Ragionieri nel volume: R. Battaglia, Risorgimento e Resistenza, Roma 1964.
Bibl.: Oltre alle recensioni apparse nelle principali riviste storiche italiane in occas. della pubbl. delle opere del B., v.: E. Ragionieri, Ritratto di R. B., in Studi storici, IV(1963), pp. 197-206 (con bibl.); C. Francovich, R. B., in Il Ponte, XIX, 2 (1963), pp. 1, 59-162. Necrologi in Il Messaggero, 21 febbr. 1963; L'Unità, 21 febbr. 1963; Paese Sera, 20 febbr. 1963; Rinascita, 23 febbr. 1963; L'Astrolabio, 15apr. 1963.