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WOOD, Robert Williams

di Giorgio DIAZ DE SANTILLANA , Aroldo DE TIVOLI - Enciclopedia Italiana (1937)
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WOOD, Robert Williams

Giorgio DIAZ DE SANTILLANA
Aroldo DE TIVOLI

Fisico americano, nato a Concord, Mass., il 2 maggio 1868. Studiò a Harvard, alla Johns Hopkins University a Chicago e a Berlino (1894-96). Fu nominato instructor di fisica all'università del Wisconsin nel 1897, assistant professor nella stessa università nel 1898. Nel 1900 fu chiamato alla cattedra di fisica sperimentale della Johns Hopkins University a Baltimora, ove è rimasto di poi.

Il W. è uno dei maggiori sperimentatori dell'età nostra; i suoi lavori si estendono a quasi tutti i campi dell'ottica fisica. Le sue prime ricerche furono rivolte alla tecnica spettroscopica e spettrografica. Di lì passò allo studio dell'interferometria, della fluorescenza, delle teorie degli spettri di risonanza, della rotazione magnetica, dei fenomeni di assorbimento e dispersione selettiva e anormale. La sua eccezionale inventività si è dispiegata nella creazione di molteplici apparecchi e metodi di lavoro e di misura divenuti ormai classici. Le sue comunicazioni sono disperse in numerose riviste internazionali. Le Researches in Physical Optics sono edite a cura dell'Ernest Kempton Adams Fund. La sua opera maggiore è il trattato di Ottica fisica uscito in più edizioni e tradotto in varie lingue.

È dottore honoris causa di Clark, Birmingham, Edimburgo: titolare della Rumford Medal dell'Accademia Americana per il 1909 e della medaglia d'oro della Società Italiana del 1918; è membro della R. Accademia dei Lincei.

La luce di W. - È costituita da radiazioni ultraviolette di lunghezza d'onda intorno a 3660 Ångström. Generalmente viene ottenuta filtrando attraverso particolari schermi la radiazione emessa da una comune sorgente di ultravioletti, che quasi sempre è costituita dalla lampada a vapori di mercurio per uso medico.

W., nel corso di una ricerca su schermi monocromatizzatori, cioè capaci d'isolare da un fascio di raggi policromatico radiazioni praticamente monocromatiche, poté realizzare uno schermo di vetro in cui era incorporato dell'ossido di nichelio e che si prestava egregiamente a isolare la predetta regione dello spettro.

L'occhio umano non percepisce la luce di W., ma può rilevarne la presenza, se questa investe delle sostanze, nelle quali provochi una luminescenza che in qualche caso può essere anche intensa. La proprietà della luce di W. di produrre una luminiscenza in svariatissime sostanze, è quella per cui la predetta radiazione è stata introdotta con successo tra i mezzi di analisi, perché oltre a consentìre di differenziare le varie sostanze dal fatto che queste si dimostrino fluorescenti oppur no, il colore della luce che esse emettono sotto l'effetto della luce di W. può costituire un eccellente mezzo d'indagine.

L'esame in luce di W. ha il grande pregio di essere molto spedito e in alcuni casi molto sensibile e di non richiedere in generale né asportazione né manipolazione della sostanza da esaminare, così che il campione può conservare intatta la propria integrità, requisito questo di particolare importanza in molte indagini delicate.

In generale i risultati ottenuti da questo tipo d'indagini non presentano la certezza che caratterizza altri mezzi; in molti casi, queste ricerche forniscono cioè indizî più che vere prove, in altri invece i risultati sono nettamente probatorî.

Per citare alcune delle principali applicazioni della luce di W., si può ricordare come essa dia eccellenti risultati, quando venga impiegata per mettere in evidenza alterazioni su documenti, effettuate o con inchiostri diversi da quelli con cui fu redatto il documento e che in luce ordinaria appaiono identici, ma che in luce di W. presentano nette differenze; oppure per mettere in evidenza cancellazioni ottenute meccanicamente o chimicamente e che hanno prodotto alterazioni della superficie della carta, assolutamente non osservabili in luce ordinaria e appariscenti in modo brillante in luce di Wood. Così possono essere fatte diagnosi precoci in alterazioni della pelle, per stati morbosi incipienti e ancora inosservabili in luce ordinaria. Possono inoltre essere messe in evidenza sofisticazioni e alterazioni in sostanze svariatissime che vanno dalle fibre tessili ai generi alimentari e ai lubrificanti.

Vedi anche
Tacchini, Pietro Astronomo e geofisico (Modena 1838 - Spilamberto 1905); direttore dell'osservatorio di Modena (1859), astronomo all'osservatorio di Palermo (1863), successe (1879) ad A. Secchi nella direzione dell'osservatorio del Collegio Romano e gli fu affidata anche quella dell'Ufficio centrale di meteorologia e ... Weber, Wilhelm Eduard Fisico (Wittenberg 1804 - Gottinga 1891), fratello di Ernst Heinrich. Tra i maggiori fisici tedeschi, condusse importanti ricerche soprattutto nel campo dell'elettricità e del magnetismo. Costruì, in collaborazione con K. F. Gauss, il primo telegrafo elettrico (1833). Vita e opere. Prof. nelle univ. ... Zeeman, Pieter Zeeman ‹ʃéeman›, Pieter. - Fisico (Zonnemaire, Zelanda, 1865 - Amsterdam 1943), prof. di fisica nell'univ. di Leida (1894), poi di Amsterdam (1900), e (fino al 1935) direttore del laboratorio Physica per lui appositamente allestito. Accademico pontificio (1936); socio straniero dei Lincei (1909). Dedicatosi ... Dewar, Sir James Dewar ‹di̯ùuë›, Sir James. - Fisico e chimico scozzese (Kincardine-on-Forth, Scozia, 1842 - Londra 1923). La sua fama è legata soprattutto alle ricerche sui fenomeni che si manifestano alle basse temperature, ma diede contributi rilevanti anche alla chimica organica (idrocarburi aromatici) e inorganica ...
Vocabolario
robèrta
roberta robèrta agg. f. [dal nome di san Roberto (v. roberziana)]. – Erba r., altro nome della cicuta rossa.
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