Shaw, Robert
Attore teatrale e cinematografico inglese, nato a Westhoughton (Lancashire) il 9 agosto 1927 e morto a Tourmakeady (Irlanda) il 28 agosto 1978. L'aspetto vistosamente virile, dovuto al fisico imponente e al volto largo caratterizzato da folti baffi, lo destinarono per lo più a ruoli di villain, quando la sua notevole sensibilità letteraria e artistica (fu anche scrittore, drammaturgo e sceneggiatore) gli avrebbe consentito di interpretare personaggi caratterizzati da una psicologia più variegata.
Figlio di un medico, a dodici anni subì il trauma del suicidio del padre alcolista. Frequentò la Royal Academy of Dramatic Arts di Londra, per poi divenire membro, nel 1948, della compagnia del Shakespeare Memorial Theatre di Stratford-on-Avon e, nel 1951, di quella ‒ leggendaria ‒ dell'Old Vic. La sua prima apparizione cinematografica avvenne in sordina, con The Lavender hill mob (1951; L'incredibile avventura di Mr Holland) di Charles Crichton, ma in seguito, nel 1956, debuttò trionfalmente in televisione impersonando il filibustiere Dan Tempest nella fortunata serie The buccaneers. Nel 1959 pubblicò il suo primo romanzo, The hiding place, che fornì la trama per la commedia Situation hopeless, but not serious (1965; Situazione disperata, ma non seria) di Gottfried Reinhardt, con Alec Guinness e Robert Redford. Nel 1967 l'incisiva qualità della sua recitazione nel ruolo di Enrico VIII gli valse la nomination all'Oscar come migliore attore non protagonista per A man for all seasons (1966; Un uomo per tutte le stagioni) diretto da Fred Zinnemann. In precedenza era stato il malvagio antagonista di James Bond (Sean Connery) in From Russia with love (1963; Agente 007 ‒ Dalla Russia con amore) di Terence Young, mentre anni dopo, in tutt'altro contesto, avrebbe ancora impersonato un personaggio negativo (il crudele Sceriffo) nel delicato Robin and Marian (1976; Robin e Marian) di Richard Lester, nuovamente opposto a Sean Connery nelle vesti dell'eroe.
Il raffinato The hireling (1973; Un uomo da affittare) di Alan Bridges, in cui è l'autista nonché lo sfortunato amante di una ricca signora (Sarah Miles), costituì invece un'occasione unica nella sua carriera, in quanto gli offrì una parte impegnativa consentendogli di modulare la ricca gamma di sfumature necessarie a esprimere gli stati d'animo del suo personaggio. Un uomo che vede mortificati i propri sentimenti a causa di un invalicabile divario sociale, e il cui disilluso avvilimento si manifesta e trova sfogo solo nella rabbiosa, emblematica distruzione della Rolls Royce padronale.
Sempre negli anni Settanta, la partecipazione a due grandi successi internazionali quali The sting (1973; La stangata) di George Roy Hill e Jaws (1975; Lo squalo) di Steven Spielberg gli diede una notorietà mai conosciuta prima e del tutto meritata: S. riuscì infatti nel difficile compito di imporsi come protagonista pur in ruoli da comprimario. In The sting impersona lo spietato gangster Doyle Lonnegan, la cui zoppìa e l'ingenuità con cui cade in trappola lo rendono indimenticabile. In Jaws è Quint, il rude cacciatore di pescecani dalla cespugliosa capigliatura brizzolata e dai mobilissimi occhi azzurri, abilmente invecchiato per esigenze di copione, che, con un perenne stecchino all'angolo della bocca, manifesta la tracotanza tipica del lupo di mare. Il suo lungo, drammatico monologo è tanto efficace da sostenere l'intera scena che precede il finale del film. Dopo aver interpretato nel 1977 il thriller catastrofico Black Sunday di John Frankenheimer, e nel 1978 il film bellico Force 10 from Navarone (Forza 10 da Navarone), apparve l'ultima volta nel film di spionaggio Avalanche express (1979) di Mark Robson, uscito postumo.
K. Carmean, G. Georg, Robert Shaw: more than a life, Lanham (MD) 1993; J. French, Robert Shaw: the price of success, London 1993.