Ryan, Robert (propr. Bushnell Ryan, Robert)
Attore cinematografico statunitense, nato a Chicago l'11 novembre del 1909 e morto a New York l'11 luglio del 1973. Dotato di una bellezza austera e di un fisico possente, fu una delle star di Hollywood ma volle sempre tenersi lontano dai clamori dello star system. Diretto tra gli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta dai maggiori registi del periodo, legò la sua immagine prevalentemente a personaggi negativi, violenti, nevrotici, persecutori, uomini ossessionati dal passato, assetati di vendetta o alla ricerca di un riscatto personale, soprattutto in noir, western e film di guerra. Raramente eroe positivo, delineò comunque sempre figure di forte impatto anche grazie a una recitazione misurata e al tempo stesso vigorosa.
Figlio di un impresario edile di origine irlandese, frequentò la scuola dei gesuiti di Chicago, la Loyola Academy, e successivamente il Dartmouth College di Hannover, dove si laureò nel 1932 in letteratura inglese. Intraprese in seguito i lavori più disparati ma la sua passione per W. Shakespeare e i classici inglesi, coltivata sin da giovanissimo (sua prima grande ambizione fu quella di diventare scrittore), lo avvicinò al teatro e, dopo alcune esperienze teatrali a Chicago, nel 1938 si trasferì in California dove si iscrisse al Max Reinhardt Workshop di Hollywood. Contemporaneamente esordì nel cinema in piccole parti in film di diverso genere. Il primo ruolo di una certa importanza lo ricoprì in Tender comrade (1943; Eravamo tanto felici) di Edward Dmytryk, sceneggiato da Dalton Trumbo. Ma fu in Crossfire (1947; Odio implacabile) diretto ancora da Dmytryk, che R. rivelò le sue capacità recitative nel ruolo, che gli valse una nomination all'Oscar come attore non protagonista, di un militare intollerante e violento che uccide un ebreo senza motivi apparenti. Il malessere psicologico dei reduci di guerra, la violenza insita nell'ambiente militare e l'odio razziale, problematiche tipiche del periodo postbellico, erano particolarmente sentite dall'attore: già durante il servizio militare nel corpo dei marines (1944-45) R. aveva conosciuto Richard Brooks e letto il suo romanzo The brick foxhole, da cui sarebbe stato tratto il film di Dmytryk, rimanendone particolarmente colpito. Dopo il successo di Crossfire, che in qualche modo connotò i personaggi successivi interpretati dall'attore, tra gli anni Quaranta e Cinquanta seguirono numerosi film. Tra i noir più significativi: The woman on the beach (1947; La donna della spiaggia) di Jean Renoir, accanto a Joan Bennett; Caught (1949; Presi nella morsa o Nella morsa) di Max Ophuls, in cui interpreta un ricco marito che si rivela paranoico e sadico; Act of violence (1949; Atto di violenza) di Fred Zinnemann in cui è ancora una volta un reduce, implacabile nel suo desiderio di vendetta; e soprattutto The set-up (1949; Stasera ho vinto anch'io) diretto da Robert Wise, considerata una delle migliori interpretazione di R. nel ruolo, per una volta positivo anche se pur sempre tormentato, di un boxeur (l'attore era stato campione di boxe nei pesi massimi in ambito universitario per diversi anni e diresse personalmente le scene del match) che, alla fine della carriera, per orgoglio non rinuncia a vincere un incontro già venduto dal suo manager certo della sua sconfitta, esponendosi così alla vendetta della malavita. Dieci anni più tardi lo stesso Wise avrebbe diretto R. in un altro bel noir, Odds against tomorrow (Strategia di una rapina), in cui l'attore torna a essere un reduce disadattato che a causa dei suoi pregiudizi razziali, frutto della frustrazione e del degrado esistenziale, fa fallire la rapina che avrebbe potuto risolvergli la vita. Ma sono da ricordare anche altri due vilains inquietanti interpretati da R.: il poliziotto violento e inaridito di On dangerous ground (1951; Neve rossa) di Nicholas Ray e il gangster nevrotico ex militare di House of bamboo (1955; La casa di bambù) di Samuel Fuller. Tra i numerosi western presenti nella ricca filmografia di R., a partire da Northwest mounted police (1940; Giubbe rosse) di Cecil B. DeMille, alcuni risultano memorabili come The naked spur (1953; Lo sperone nudo) di Anthony Mann, al fianco di James Stewart, in cui interpreta un fuorilegge privo di scrupoli, e The tall men (1955; Gli implacabili) di Raoul Walsh, nonché i successivi The professionals (1966; I professionisti) diretto da Richard Brooks, e The wild bunch (1969; Il mucchio selvaggio) di Sam Peckinpah. Tra gli ultimi film interpretati dall'attore, un altro western, Lawman (1971; Io sono la legge) di Michael Winner, in cui appare nel ruolo di un vecchio sceriffo stanco, The outfit (1973; Organizzazione crimini) di John Flynn, Executive action (1973; Azione esecutiva) per la regia di David Miller. R., che fu uno dei più attivi democratici di Hollywood, diede sempre spazio, nell'arco della sua vita, a impegni sociali e politici. In particolare nel 1951 fondò insieme alla moglie la Oakwood Elementary School a Hollywood per favorire l'educazione umanistica; dal 1959 fondò e diresse il gruppo teatrale della University of California a Los Angeles (tra gli anni Cinquanta e Sessanta tornò più volte a recitare in teatro). Impegnato costantemente contro il razzismo e per il disarmo, non fu mai direttamente coinvolto dalle indagini dell'HUAC (House Un-American Activities Committee) ma fece parte del gruppo di personaggi dello spettacolo che si schierarono contro il comitato.
J.R. Parrish, The tough guys, New York 1976; F. Jarlett, Robert Ryan: a biography and critical filmography, Jefferson (NC) 1990.