RAUSCHENBERG, Robert
Pittore, nato a Port Arthur (Texas) il 22 ottobre 1925. Tra il 1946 e il 1947 studia all'Istituto d'Arte di Kansas City e a Parigi all'Académie Julian. Tornato negli Stati Uniti, studia al Black Mountain College (Sud Carolina) con J. Albers e J. Cage (1948), nel 1950 è in contatto con F. Kline e R. Motherwell. La sua prima personale è del 1951, alla galleria Betty Person a New York. L'anno successivo espone in Europa: a Roma (galleria dell'Obelisco) e a Firenze, suscitando vivaci polemiche; espone quindi con sempre maggior frequenza negli Stati Uniti. Si lega dal 1958 alla galleria Leo Castelli di New York, dove presenta quelli che egli stesso definì Combine-Paintings, che esposti nello stesso anno al Festival di Spoleto dettero luogo a violente reazioni. A partire dal 1958 è costantemente presente nelle più note manifestazioni artistiche a livello mondiale. Particolarmente significativa la sua presenza all'Esposizione internazionale del Surrealismo organizzata dalla galleria Daniel Cordier a Parigi (1959); alla mostra Le Nouveau Réalisme à Paris et à New York (Parigi, galleria Rive Droite, 1960) e alla grande rassegna The art of assemblage (Museum of Modern Art di New York, 1961), entrambe importanti punti di riferimento per il nascente Nouveau Réalisme francese e per il New Dada americano. Tra le personali dei primi anni della sua carriera, quella alla galleria Leo Castelli dove nel 1960 presentò i suoi disegni per illustrare l'Inferno dì Dante, la grande retrospettiva al Jewish Museum di New York nel 1965 e nello stesso anno alla galleria Sonnabend a Parigi, che rappresentò il suo lancio in Europa. Nel 1964 ricevette il Gran Premio della Pittura alla Biennale di Venezia; tra le mostre più importanti ricordiamo quelle ad Amsterdam, a Colonia e a Parigi (1968); al Museo di Hannover (1969); all'Art Institute di Chicago e al Palais des Beaux Arts di Bruxelles (1971); al Whitney Museum of Art di New York e al Musée Galliera di Parigi (1973); al Musée de St. Ètienne (1974), al Forte Michelangelo (1976).
Le prime opere in cui vengono usati inserti di oggetti tridimensionali nel supporto del quadro datano attorno al 1953. Ma è a partire dal 1956 che tale uso si fa sistematico attraverso i Combine-Paintings, in cui la presenza dell'oggetto diviene il punto centrale della ricerca. Tali esperienze (difese da R. anche attraverso numerose dichiarazioni sulla propria poetica), fanno della sua arte il più significativo esempio di ciò che viene definito il New-Dada americano. Contro la finitezza formale dell'"oggetto mercificato" dell'arte pop, viene proposto l'oggetto "vissuto" e di scarto, vecchie cianfrusaglie che non trovano posto nel mondo dei consumi, quale veicolo interpretativo, in chiave ironica e dadaista, della realtà. Da qui l'aspetto provocatorio dei suoi Combines: l'ombrello sdrucito di Allegory (1959-60); la sedia applicata contro il quadro di Pilgrim (1960), la capra impagliata di Monogramma (1959). Da tali ricerche trova origine la sua collocazione su un piano diverso ma parallelo a quello della Pop art. Rotto il rapporto tradizionale con la pittura, esso viene riproposto attraverso una violenta capacità di "personalizzazione" e d'invenzione dei propri strumenti espressivi.
Nel 1962 iniziò, parallelamente ai Combines, l'uso della serigrafia, uso che restò una costante in tutta la sua opera successiva. Negli anni più recenti, le sue opere appaiono più spoglie e il materiale usato più selezionato e "povero": così gli ultimi assemblages di scatole da imballaggio pressoché monocrome (Early Egiptian Series del 1973), e le recenti serigrafie, dove è abbandonato il cromatismo per una rigorosa monocromia. Vedi tav. f. t.
Bibl.: A. Forge, Robert Rauschenberg, New York 1969; J. Wissmann, Robert Rauschenberg, Stoccarda 1970. Cataloghi mostre: Robert Rauschenberg, Jewish Museum, New York 1963; Robert Rauschenberg: Paintings, Drawings and Combines, Whitechapel Gallery, Londra 1964; Robert Rauschenberg, Prints 1948-1970, The Minneapolis Institute of Arts, 1970.