Hayes, Robert Lee (Bob)
USA • Jacksonville (Florida), 20 dicembre 1942-18 settembre 2002 • Specialità: Velocità
Questo velocista di colore è stato, nei 100 m, la risposta americana alla sconfitta subita ai Giochi di Roma 1960 per opera di Armin Hary; anzi, più che una risposta, un urlo gridato in faccia a tutto il mondo. La furiosa galoppata di Bob Hayes, sulla terra bagnata dalla pioggia dello stadio di Tokyo, resterà tra le più impressionanti esibizioni di velocità: in quella occasione fu soprannominato the bullet, "il proiettile". Vinse i 100 m in 10″ ‒ eguagliando il primato mondiale ‒ tempo che il cronometraggio automatico lesse come 10,05″. In semifinale, aiutato dal vento, aveva corso in 9,9″ (9,91″), come già gli era accaduto l'anno prima. Destò ancora più impressione la sua ultima frazione della 4x100 m: dopo aver ricevuto il bastone dai compagni in quinta posizione, tagliò il traguardo con 3 m di vantaggio sulla Polonia e con un record del mondo a 39″; corse i 100 m lanciati tra gli 8,6″ e gli 8,9″. Era arrivato a Tokyo con 48 vittorie di fila tra 100 m e 100 yards e su questa ultima distanza era stato il primo a correre, nel 1963, in 9,1″. Dopo Tokyo tornò da professionista alla sua grande passione, il football americano: giocò dieci anni con i Dallas Cowboys e una stagione con i San Francisco 49ers, nel 1971 vinse anche il Superbowl. Poi la sua vita prese la strada sbagliata: due matrimoni falliti, l'alcol, la droga, che nel 1978 lo portò dieci mesi in prigione, e infine la lotta senza speranza contro un male incurabile.