Donat, Robert (propr. Friedrich Robert)
Attore cinematografico e teatrale inglese, nato a Withington (Manchester) il 18 marzo 1905 e morto a Londra l'8 giugno 1958. Figura prestante, sguardo vivace, voce calda e decisa, modi misurati ed eleganti, fu l'interprete ideale di personaggi intelligenti e compassati; nel 1940 ottenne l'Oscar per Goodbye, Mr. Chips (1939; Addio, Mr. Chips!) di Sam Wood nel ruolo di un timido e malinconico insegnante che ha dedicato la vita ai suoi studenti.
Figlio di emigrati (la madre era italiana, il padre polacco), cominciò a calcare le scene nel 1921 nella compagnia di H. Baynton esordendo in Giulio Cesare di W. Shakespeare; dal 1923 recitò nella compagnia shakespeariana di Sir F. Benson dove rimase per cinque anni girando il Paese e specializzandosi in ruoli di attor giovane. Nel 1928 si stabilì a Liverpool dove fu scritturato dalla compagnia stabile della città. Il debutto nei teatri londinesi avvenne nel 1930 e le sue interpretazioni gli fruttarono un grande successo e le prime scritture cinematografiche. Debuttò al cinema nel 1932 in Men of tomorrow di Léontine Sagan; nello stesso anno lavorò in That night in London diretto da Rowland V. Lee, e l'anno successivo con Alexander Korda in The private life of Henry VIII (Le sei mogli di Enrico VIII). Il suo nascente carisma sul grande schermo gli aprì la strada di Hollywood, ma la parentesi statunitense si limitò all'interpretazione di Edmond Dantes in The count of Monte Cristo (1934; Il conte di Montecristo) sempre diretto da Lee. Tornato a Londra, nel 1935 ebbe il ruolo di protagonista in The 39 steps (Il club dei trentanove) di Alfred Hitchcock nel quale si rivelò interprete ideale della vicenda di spionaggio, raccontata però con il ritmo della commedia. La fantasia e l'ironia che caratterizzano The ghost goes West (1936; Il fantasma galante) di René Clair vennero assecondate perfettamente dall'attore inglese che lavorò anche al fianco di Marlene Dietrich in Knight without armour (1937; La contessa Alessandra) diretto da Jacques Feyder. Scritturato dalla Metro Goldwin Mayer, partecipò al film The citadel (1938; La cittadella) di King Vidor e quindi a Goodbye, Mr. Chips ma, allo scoppiare della guerra, si rifiutò di tornare negli Stati Uniti. Fu il protagonista di The young Mr. Pitt (1942; Il nemico di Napoleone) diretto da Carol Reed e interpretò William Friese-Greene, il precursore del cinema inglese, nel biografico The magic box (1951; Stupenda conquista) di John Boulting. Costretto a interrompere ogni attività per motivi di salute, D. tornò al cinema dopo tre anni: la sua ultima interpretazione fu quella del saggio mandarino cinese in The inn of the sixth happiness (1958; La locanda della sesta felicità) diretto da Mark Robson, al fianco di Ingrid Bergman e Curd Jürgens. Nel 1953 aveva sposato l'attrice Renée Asherson che era stata l'interprete dell'unico film da lui diretto, The cure for love (1949).
K. Barrow, Mr Chips. The life of Robert Donat, London 1985.