SALISBURY, Robert Arthur Talbot Gascoyne-Cecil marchese di
Uomo politico britannico, nato a Hatfield il 3 febbraio 1830, morto ivi il 22 agosto 1903. Appartenente all'antica e nobile famiglia dei Cecil, nella quale, come generalmente nelle grandi famiglie dell'aristocrazia britannica, era tradizionale la carriera politica e il conseguimento di posti elevati nel parlamento e nel governo. Dopo aver assolto i corsi universitarî a Oxford, e mentre il padre contava fra i membri influenti del partito conservatore, iniziò a 23 anni la carriera parlamentare alla Camera dei comuni, portando il titolo di lord Cecil, cui aggiunse in seguito quello di lord Chanborne col quale fu conosciuto fino al 1868, quando la morte del padre gli fece assumere il principale titolo familiare di marchese di Salibury. Seguendo le tradizioni familiari e paterne militò nelle file del partito conservatore, al seguito di lord Derby e del Disraeli. Il primo lo chiamò con sé al governo come segretario di stato per l'India nel 1866; il secondo lo volle al proprio fianco come uno dei principali collaboratori nel famoso ministero che costituì nel 1874, dopo la disfatta del liberalismo gladstoniano.
Allora il S. cominciò la grande carriera di statista che lo doveva portare a prendere la successione del Disraeli come leader del partito conservatore. Le sue prime notevoli affermazioni si ebbero nella crisi orientale del 1876-1878 e al congresso di Berlino. Inviato dal Disraeli come ambasciatore straordinario in Turchia, presiedette nel 1877-78 le discussioni della conferenza di Costantinopoli con tanta abilità che il Disraeli gli affidò il portafoglio degli Esteri, lasciato libero da lord Derby, proprio quando si decideva la riunione del congresso a Berlino. Andò al congresso a fianco del Disraeli a rappresentare l'Inghilterra, e divise così con il Disraeli il merito del successo che la politica inglese conseguì. Travolto insieme con il Disraeli nella riscossa gladstoniana del 1880, passò all'opposizione, e la capeggiò dopo la morte del Disraeli nel 1881; così che quando la fortuna elettorale si rivolse di nuovo contro il Gladstone, fu a lui che la regina Vittoria si rivolse per la costituzione del nuovo governo. Primo ministro per pochi mesi dal giugno 1885 al gennaio 1886, rioccupò la carica alla fine dello stesso anno 1886, quando il distacco di J. Chamberlain e dei suoi seguaci dal Gladstone a proposito del "Home rule" e delle tariffe doganali (v. inghilterra) frantumò la compagine del partito liberale, e portò alla formazione dell'unionismo che il S. capeggiò avendo a fianco J. Chamberlain.
Da questo momento e fino alla morte lord S. primeggiò nella vita politica britannica. Primo ministro dal 1886 al 1892, lo tornò ad essere nel 1895 e conservò la carica fino al luglio 1902 quando si dimise, perché ormai consunto dalla malattia che dopo poco più di un anno doveva condurlo alla tomba. Le caratteristiche dell'attività di statista del S. nel periodo 1886-1902 sono da trovarsi soprattutto nel campo della politica estera e coloniale, dove continuò le direttive energiche del Disraeli. Fino verso il 1900, per fronteggiare la Francia e la Russia, si tenne a fianco della Triplice conchiudendo anzi nel 1887 particolari patti con l'Italia e con l'Austria per il mantenimento dello statu quo nel Mediterraneo e in Oriente (v. triplice alleanza) e concludendo nel 1890 con la Germania un accordo per questioni coloniali africane, nel quale fu compresa anche la cessione alla Germania dell'isolotto di Helgoland, di cui poi gli fu fatto grave addebito. Nel 1898 fu assertore della posizione di energica resistenza alla Francia al momento dell'episodio di Fashoda. La politica di espansione coloniale lo condusse a preparare, in pieno accordo col suo ministro delle Colonie Chamberlain, la guerra contro i Boeri (1899-1902) che costituì l'avvenimento più importante dell'ultima fase del suo governo. Fino dal 1900 la grave età e la malferma salute lo avevano indotto ad abbandonare il portafoglio degli Esteri, che affidò all'amico lord Lansdowne, per limitarsi alla direzione del ministero. In questo aveva una posizione importante il nipote A. J. Balfour, che si era formato alla sua scuola e gli successe come primo ministro nell'agosto 1902.
Per quanto inferiore per larghezza di vedute e per genialità al Disraeli e al Gladstone, il S. resta fra gli uomini politici notevoli dell'ultima fase dell'era vittoriana. La sua competenza nelle questioni di politica internazionale, il suo buon senso, la sua ponderatezza, costituivano un insieme di doti che ispiravano fiducia all'opinione pubblica, in cui era diffusa la persuasione che quando il S: era al governo si poteva vivere tranquilli.
De Barbieri, Lord S., in Rassegna di scienze soc. e pol., 1892.