ALTMAN, Robert
Regista del cinema americano, nato a Kansas City (Missouri) il 2 febbraio 1925. Dopo una lunga attività televisiva e alcuni primi film di un certo interesse, Countdown (Conto alla rovescia, 1968), un apologo sulla fantascienza, e That cold day in the park (Quel freddo giorno nel parco, 1969), un bozzetto psicologico di serie qualità realistiche, s'impone con una satira antimilitarista solida e corposa, MASH (1970) che ebbe il 1° premio al Festival di Cannes. Seguono, su una linea sempre più esplicita di critica ai modi, alla mentalità o al passato della società americana, Brewster McCloud (Anche gli uccelli uccidono, 1970), una metafora d'ispirazione quasi surrealista; McCabe and Mrs. Miller (I compari, 1971), una ballata popolare sullo sfondo del West; Images (1971), un'escursione sottile nella psicanalisi; The long goodbye (Il lungo addio, 1973), un'abile rilettura di un romanzo poliziesco di Raymond Chandler; Thieves like ils (Gang, 1973), una rielaborazione in grigio, volutamente dimessa, del film gangster in chiave anni Trenta, sullo sfondo della grande depressione. Il film tuttavia che gli ha meritato a tutt'oggi l'apprezzamento più unanime della critica e del pubblico, dopo il rigoroso ma limitato California split (California poker, 1974), è Nashville (1975), ancora una metafora sulla vita americana, condotta però, questa volta, con il respiro largo dell'epopea e una matura padronanza dell'espressione cinematografica.