• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ROBA e ROBONE

di Gabriella Aruch Scaravaglio - Enciclopedia Italiana (1936)
  • Condividi

ROBA e ROBONE

Gabriella Aruch Scaravaglio

. Tutte le vesti anticamente si chiamavano "raubae" o "roboae" già nel 1180 nel Roman d'Escloufe viene chiamato robe l'insieme di tutti gl'indumenti che componevano l'abbigliamento completo maschile e femminile; queste "robe", confezionate in genere con la stessa stoffa, comprendevano dai 2 ai 7 capi di vestiario: mantello, cioppa, villano, cappuccio, tunica, gonnella, guarnacca, ecc. La roba è prerogativa delle classi alte ed è sempre veste di gala; sin dal Duecento in Francia l'appellativo di "gens de robe" qualifica personaggi della corte, del parlamento o della giustizia; alla fine del sec. XV in Francia la roba non comprende più un gruppo d'indumenti, ma è veste esclusiva dei magistrati e dei dottori: la roba e il robone, in Francia, divengono abbigliamenti gravi a gran pieghe, lunghi sino a terra, con maniche aperte e larghe; anche in Italia, nel Quattrocento, la roba perde il significato generico di un insieme di vesti e diventa un indumento somigliante alla pellanda (v.): sino alla metà del Quattrocento la roba è di stoffa pesante (panno e velluto), ma nella seconda metà del secolo viene confezionata in stoffe più leggiere, damaschi, cammellotti, ormesini, pur essendo spesso foderata di pellicce preziose: la roba quattrocentesca è sempre veste di lusso e ha molteplici fogge: "roba asnella" (aderente), "rocegant" (a strascico), "bastarda" (corta), alla lombarda, alla turchesca, alla castigliana; in un inventario di vesti di Alfonso I d'Aragona (1450) figurano elencate robe di velluto, di damasco, con mostre e fodere di ermellino e di visone; queste robe larghissime, strette alla vita da una cintura, ricche di guarnizioni e di ricami, avevano spesso il "papafigo" (berretto) analogo. La roba è anche veste femminile: la duchessa di Calabria (1451) ne possiede di ricchissime, "alla catalana", con manto eguale; Lucrezia Borgia (1502) ha nel suo corredo molti roboni "alla spagnola", foderati di martora o di lupo cerviero, lunghi sino a terra, aperti davanti e stretti alla vita con preziose cinture d'oro smaltato. Nel Seicento, mentre robe e roboni sono scomparsi da oltre un secolo nel costume maschile, la roba riprende nel vestiario femminile il significato di un insieme d'indumenti: l'inventario di Isabella infanta di Savoia (1610) elenca roboni di stoffe ricchissime "con sottane e giubboni e maniche distaccate", e quindi la "roba" acquista il significato di "roba da mettere addosso".

Bibl.: A. Manno, Documenti per una storia del vivere e del vestire in Piemonte, in Curiosità e ricerche di storia subalpina, Torino 1876, p. 162 segg.; P. Lanza di Scalea, Donne e gioielli in Sicilia, Palermo 1902, p. 96 segg.; L. Beltrami, La guardaroba di Lucrezia Borgia, Modena 1903, pp. 44-57; L. Chiappelli, La donna pistoiese del tempo antico, Pistoia 1914, pp. 59-65; L. Montalto, La corte di Alfonso I d'Aragona, Napoli 1902, pp. 10-18, 38-44; E. Polidori-Calamandrei, Le vesti delle donne fiorentine, Firenze 1924, pp. 38-40; V. Gay, Glossaire archéol. du moyen âge à la renaissance, II, Parigi 1928, p. 301; E. Viollet-le-Duc, Diction. raisonné du mobilier franç., IV, ivi s. a., pp. 214-308.

Vocabolario
ròba
roba ròba s. f. [dal germ. *rauba «preda» (v. rubare) e «veste»]. – 1. a. In genere, qualsiasi cosa materiale che si possiede (è parola dell’uso fam. e, spesso, di tono pop.): questa è r. mia; è molto geloso della sua r.; non prestare mai...
robóne
robone robóne s. m. [accr. di roba (nel sign. 2 b)]. – Sopravveste signorile in uso nel sec. 16°, di foggia simile alla toga, ampia e per lo più sfarzosa, realizzata con stoffe preziose e, spesso, foderata di pelliccia. Il nome si è poi...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali