rivoluzione arancione
rivoluzióne arancióne. – Movimento di protesta pacifico, sviluppatosi in Ucraina in seguito alle elezioni presidenziali nel novembre del 2004. La vittoria al ballottaggio per soli tre punti percentuali di Victor Janukovič, candidato filosovietico e delfino del presidente uscente L. Kučma (in carica dal 1994 e contro la cui amministrazione, sempre più autoritaria e oligarchica, era già stata organizzata una vasta mobilitazione) provocò l'immediata reazione dello sconfitto Victor Juščenko, leader filo-occidentale della coalizione Nostra Ucraina, il quale denunciò brogli e irregolarità nello svolgimento del voto e invitò i propri elettori a mobilitarsi attivamente per manifestare contro il risultato. Centinaia di migliaia di persone vestite di arancione, colore simbolo dell'opposizione, scesero nelle piazze di Kiev per chiedere, pacificamente, lo svolgersi di nuove elezioni. La protesta si allargò poi anche ad altre città quando l'OSCE certificò la non regolarità della tornata elettorale e Stati Uniti ed Europa scelsero di non riconoscere il neoeletto presidente, costringendo la Rada, il Parlamento ucraino, a sfiduciare il governo e indire nuove elezioni. Queste ultime, svoltesi alla fine di dicembre del 2004, videro la netta vittoria di Juščenko, che nel febbraio del 2005 formò un governo filo europeo, guidato da Julia Tymoščenko. Una volta al potere, tuttavia, la coalizione arancione ha mostrato molti limiti e una forte divisione interna, non riuscendo mai a porsi concretamente come quell'alternativa nuova con cui si era proposta ai cittadini. La rapida caduta del governo, nel settembre del 2005, e gli scandali che hanno investito alcuni suoi membri hanno definitivamente fatto tramontare quella pagina rivoluzionaria, che ha palesato la frattura tra le regioni orientali russofone e russofile e quelle occidentali, favorevoli a riforme economiche e integrazione europea.