RITMO (gr. ῥυϑμός)
Biologia. - Quasi tutti i processi vitali hanno un decorso ritmico. Si può forse affermare che il ritmo è una delle caratteristiche della vita: certamente anche quei fenomeni che sembrano, a prima vista, avere un decorso uniforme, o comunque non periodico, risultano spesso scomponibili in fenomeni elementari ritmici, o costituiscono una parte di un ritmo a periodo più ampio.
Ciò del resto è vero, forse, per tutti i fenomeni naturali anche quelli del mondo inorganico, alla periodicità di alcuni dei quali è legato il ritmo di molti processi biologici. In ogni ramo della biologia, largamente intesa - nella fisiologia normale e patologica, nella ecologia ed etologia nella psicologia, nella sociologia - s'incontrano innumerevoli esempî di ritmi più o meno costanti e regolari delle funzioni vitali. E ciò è vero tanto per gli organismi inferiori, quanto per quelli a struttura più complessa, compreso l'uomo. La nostra vita stessa, le nostre abitudini, e tutto quanto vi si riferisce, hanno carattere eminentemente periodico. Di ciò furono consci molti biologi e pensatori, e tuttavia nessuno ha dato una trattazione sistematica ed esauriente di questo insieme di fatti, né li ha collegati in una visione unitaria. Tentativi più o meno felici non sono tuttavia mancati, soprattutto nel campo psicologico e sociologico.
I ritmi nella vita delle cellule sono evidenti e relativamente semplici: il ritmo più spiccato, che forse si può considerare come fondamentale, è quello della divisione cellulare, che è ad un tempo ritmo di riproduzione negli organismi unicellulari, e base dei fenomeni di accrescimento nei pluricellulari. In date condizioni fisiologiche e d'ambiente, esso ha un periodo abbastanza costante e, in certa misura, caratteristico per ciascuna specie di organismi. Varie specie di protozoi, nelle stesse condizioni, si riproducono per scissione con una periodicità caratteristica, così come le uova dei metazoi si segmentano e procedono nello sviluppo con un ritmo costante, ceteris paribus, e tipico per ogni specie. A sua volta la divisione cellulare è, naturalmente, il risultato di una complessa serie di processi fisiologici, che si succedono ritmicamente nel plasma vivente. Altre funzioni periodiche della cellula, indipendenti da queste, sono ben conosciute ai protistologi e ai citologi: la pulsazione dei vacuoli contrattili, i movimenti di ciglia e di flagelli, le correnti protoplasmatiche, l'attività delle cellule ghiandolari, ecc., ne sono altrettanti esempî.
A questo ritmo cellulare fondamentale si sovrappongono altri ritmi a periodo diverso. Nei Protozoi basti accennare ai ritmi dei fenomeni sessuali (coniugazione negli Infusorî, fecondazione negli Sporozoi e in molti altri) e dell'incistamento. Negli organismi pluricellulari è spesso evidente un ritmo nell'accrescimento, che lascia talvolta evidenti tracce morfologiche, come gli "anelli" concentrici annuali nel legno, le sfere concentriche nelle otoliti dei Pesci, le linee di accrescimento delle squame dei Pesci e delle conchiglie dei Molluschi, ecc. Tutte queste formazioni sono dovute alla deposizione di sostanze solide, che avviene con un certo ritmo, indice di una periodicità fisiologica, e spesso connesso con il ritmo stagionale, o altri periodi naturali.
Altri processi fisiologici ritmici, a periodo più o meno ampio e regolare sono troppo conosciuti perché occorra insistervi: basta pensare alle pulsazioni cardiache, al ritmo respiratorio nei Vertebrati e in molti Invertebrati, al ritmo di attività di molte ghiandole, p. es., quelle della digestione, e, infine, a quel complesso fenomeno ritmico che si manifesta negli stati di veglia e sonno, che interessa, si può dire, l'attività di tutti gli organi, e costituisce nell'uomo, come è ben noto, una necessità fra le più imperiose. Quello che è vero per l'uomo e i Vertebrati si può applicare anche, per funzioni e con condizioni diverse, agli altri esseri viventi.
Dove forse la periodicità si manifesta in modo più imponente e costante è pur sempre nei fenomeni della riproduzione. Sono rare le specie di animali e di piante superiori capaci di riprodursi quando che sia: per lo più v'è, per ogni specie, talvolta per ogni razza, una periodicità assolutamente caratteristica. L'ampiezza del periodo, naturalmente, può variare di molto: vi sono piante e animali che si riproducono una sola volta nella vita, altri che lo fanno parecchie volte, altre una o più volte all'anno; ma sempre, per ogni specie, si può stabilire, con buona approssimazione, un periodo caratteristico, oltre che un'età tipica di maturità riproduttiva. Spesso il ciclo si complica ulteriormente, con l'alternanza di generazioni. Il ritmo riproduttivo ha spesso imponenti manifestazioni fisiologiche che interessano tutto l'organismo, e si riflettono sulle sue abitudini e sulla sua psicologia. Nei Mammiferi, e specialmente nella femmina, il ciclo sessuale si manifesta con modificazioni periodiche, non pure degli organi genitali e della mucosa uterina, ma di tutto il sistema endocrino. In molti animali, ad es. negli uccelli e soprattutto nei pesci, il ciclo sessuale, oltre a produrre modificazioni organiche di varia entità, sospinge spesso gli individui a migrazioni in regioni talvolta molto lontane, dove le condizioni esterne possono essere profondamente diverse (pesci che risalgono i fiumi dal mare, o discendono a questo dalle acque dolci).
Anche tutto il ciclo della vita dell'individuo, accrescimento, maturità, senescenza, è scomponibile in cicli a ritmo più o meno costante. E anche la vita delle specie può essere concepita come la somma di tanti processi ritmici: i cicli vitali dei singoli individui.
La periodicità nei fenomeni patologici è parimenti ben conosciuta. In alcuni casi, come nelle febbri malariche, non è che l'indizio di un ciclo caratteristico del parassita; ma anche le malattie non parassitarie hanno spesso un decorso nettamente periodico, come è rivelato dal ritmo febbrile, o da altri fenomeni. A tutti è nota l'importanza che ha avuto, e ha tuttora, in medicina la dottrina dei cosiddetti "giorni critici" delle malattie (ciclo terzanario, ebdomadario, ecc.). Se pure in antico si è molto esagerato a questo proposito, è certo che la periodicità del decorso di molte forme morbose è incontestabile.
Anche nei fenomeni psicologici, e in tutto quanto si riferisce alla vita umana, la ritmicità è per lo più molto evidente, e trova manifestazioni svariate. Si sa, ad es., che l'intensità dell'attenzione, della memoria e di altre facoltà psichiche, presenta fluttuazioni ritmiche. Il ritmo veglia-sonno si riflette profondamente anche sulla nostra psiche. Il giorno di riposo settimanale, adottato in tutto il mondo civile, è ancora un'espressione di una necessità biologica ritmica. E, se ciò non bastasse, la musica, la danza, che tanta importanza hanno nella vita dei popoli primitivi e civili, nonché tutte le abitudini, le leggende, le dottrine, che hanno come base un ritmo per lo più settenario o ternario - delle quali si trova traccia in quasi tutte le civiltà - attestano la fondamentale importanza del ritmo nella vita umana. Anche in molti fenomeni storici e sociali, e specialmente in quelli economici, più facilmente misurabili, si è riconosciuto spesso un decorso ciclico.
È forse lecito generalizzare e concludere perciò che, dovunque sia possibile una misura adeguata dell'intensità di un fenomeno, e del tempo, nei processi vitali, si può mettere in evidenza un decorso ritmico più o meno pronunciato e costante.
Più difficile, invece, è rispondere ai quesiti che sorgono da una simile affermazione. Innanzi tutto: sono i ritmi vitali autonomi, quasi proprietà insite nella sostanza vivente, o vi sono essi impressi, per così dire, dall'esterno, da altri ritmi del mondo inorganico? Per alcuni fenomeni ritmici è indiscutibile un intimo legame con i cicli astronomici e le conseguenti modificazioni delle condizioni climatiche e meteorologiche. Le migrazioni degli uccelli, la defoliazione periodica degli alberi, il ciclo riproduttivo e di sviluppo di molte specie, sono indubbiamente sincroni con l'avvicendarsi delle stagioni. Per certi animali marini (Anellidi, ad es.) si è potuto mettere in evidenza un sincronismo del ciclo riproduttivo con i cicli lunari, escludendo anche in alcuni casi, che la luce lunare vi abbia un'influenza direttamente determinante. E con le lunazioni pare sia sincrono anche il ritmo mestruale delle donne. La veglia e il sonno e molti consimili ritmi di attività fisiologica sono egualmente connessi con le vicende astronomiche. È più difficile affermare con altrettanta sicurezza che altri fenomeni ciclici (sociali, storici, o fluttuazioni del numero degli individui di data specie, ecc.) abbiano relazione con altri cicli astronomici (macchie solari, ad es.), come spesso è stato sostenuto. Certo i cicli delle ere geologiche, con la loro fauna e flora caratteristiche devono essere in rapporto con ritmi cosmici.
Ammessa questa relazione, innegabile in molti casi, ci si può domandare se i ritmi vitali ne sono direttamente, volta per volta, determinati. Su questo punto non si hanno molti esperimenti; alcuni, tuttavia, sembrano negarlo, come il famoso esempio delle attinie, che, vivendo nella zona alternamente sommersa e lasciata in secco delle maree, se trasportate in acquario, continuano, almeno per un certo tempo, a chiudersi nelle ore di bassa marea, e ad aprirsi in quelle di alta marea. Anche le ricerche sull'alternanza della generazione degli Afidi dànno argomenti in favore della tesi che tale ritmo sia, almeno in una certa misura, autonomo e indipendente dalle condizioni climatiche dell'ambiente. Così è anche, probabilmente, per le migrazioni degli uccelli. Alcune piante, invece, possono rimanere sempre verdi allorché crescono in climi tropicali, e defoliarsi periodicamente quando vivono nei climi temperati. Altre però, che nelle regioni temperate si defoliano ad ogni autunno, anche quando siano trasportate in climi più costanti, perdono annualmente le foglie e passano per un periodo di riposo. Sembra pertanto innegabile che molti ritmi siano stati originariamente determinati dalle vicende astronomiche e climatiche. Probabilmente molti di essi sono poi divenuti autonomi: è questo un argomento non ancora sufficientemente studiato, che rientra nel grande e discusso problema dell'eredità dei caratteri acquisiti, e della memoria organica.
Altri ritmi vitali, invece, sono indubbiamente autonomi, come quello respiratorio e quello cardiaco. È interessante osservare che anche quando, nell'adulto, il sistema nervoso presiede a tali ritmi, nell'embrione essi possono avere origine completamente autonoma: i mioblasti del cuore di pollo si contraggono ritmicamente anche prima che si stabiliscano le connessioni nervose.
Se poi i varî ritmi vitali di una specie siano in certo modo interdipendenti, se vi sia, ad es., un periodo elementare e fondamentale, del quale gli altri siano multipli o sottomultipli, è una questione che i dati finora disponibili non permettono di decidere. È stata spesso accentuata l'importanza che il ritmo settenario avrebbe, almeno per la specie umana, ma è molto difficile, per ora, pronunciarsi sull'argomento. Per le altre specie se ne sa anche meno.
Bibl.: In tutti i trattati di biologia e di fisiologia si trovano dati e considerazioni sui ritmi vitali; cfr. specialmente: C. F. Burdach, Traité de physiologie. Quatrième partie: de l'organisme du temps, Parigi 1839; A. E. Shipley, Life, Cambridge 1923, p. 133. Una ricca raccolta di fatti e di teorie si trova in V. Capparelli, L'ordine dei tempi e delle forme in natura. Introduzione allo studio generale delle funzioni periodiche, Bologna 1928-29, e in Laignel-Lavastine e altri, Les rythmes et la vie, Lione [1933].