ritardo
Nella letteratura economica termine (ingl. lag) utilizzato nelle discussioni di politica economica e nei modelli dinamici, sia econometrici sia teorici.
Con riferimento alla politica economica, si verifica un r. quando all’azione di policy non segue il raggiungimento immediato dell’obiettivo perseguito: in questo caso si parla, più in particolare, di r. di trasmissione. La politica monetaria, per es., non può influenzare l’inflazione corrente. I suoi effetti differiti, e con intensità diverse distribuite nel tempo, sono variabili ma, generalmente, partono dalla fine del primo anno e si propagano fino al terzo. La presenza di r. incerti negli effetti delle politiche di stabilizzazione ne complica l’impiego. I r. di trasmissione sono dovuti al fatto che spesso le decisioni degli agenti economici riguardano più periodi e non possono essere facilmente aggiornate in presenza di nuove informazioni. Una variazione del tasso d’interesse, per es., porta, tra le molteplici conseguenze, a una variazione nelle rate dei mutui a tasso variabile. Ma questa alterazione, anche quando non è marginale, tende a non riflettersi immediatamente in cambiamenti del consumo, a causa di un certo grado di persistenza nelle abitudini dei consumatori. Quando poi il consumo si modifica, nella misura in cui le imprese non hanno previsto tale mutamento, l’impulso monetario non giunge subito alle decisioni produttive, ma provoca una variazione delle scorte. Infine, quando le imprese variano la loro produzione, e quindi il grado di utilizzazione della loro capacità produttiva, cambiano i costi marginali e si creano le condizioni per un aggiornamento dei prezzi. Anche in questo caso, però, tale aggiornamento non è immediato a causa di rigidità nominali. I r. di trasmissione sono quindi dovuti a scelte predeterminate riguardo la spesa privata e i prezzi, oppure a scelte basate su informazioni non aggiornate.
Nell’elaborazione dei modelli dinamici, il r. è il numero di periodi precedenti al corrente, indicato con t, a cui può riferirsi l’indice temporale di una variabile economica: per es., la variabile xt−2 indica il valore della variabile x due periodi prima di quello corrente. Più in particolare, i concetti di r. e variabile ritardata sono ampiamente usati in una branca dell’econometria chiamata analisi delle serie storiche, che studia la relazione tra una variabile e i valori correnti e precedenti di questa e altre variabili. Il concetto inverso di r. è quello di anticipo (lead, ➔ anticipo). Per es., la variabile xt+1 indica il valore della variabile x nel periodo successivo a quello corrente. Al r. e all’anticipo corrispondono operatori matematici che, applicati a una serie storica, la ritardano (lag operator) o la anticipano (lead operator) di un certo numero di periodi. Nei modelli teorici dinamici basati sulle equazioni funzionali alle differenze finite, si studiano le relazioni tra variabili riferite a punti diversi nel tempo. Queste variabili sono rappresentate come variabili anticipate e ritardate.