Levi-Montalcini, Rita
La passione per lo studio del cervello, l’amore per la cultura
Nata all’inizio del Novecento, la scienziata italiana Rita Levi-Montalcini si è dedicata allo studio dello sviluppo del sistema nervoso, che ha perfezionato negli Stati Uniti dove ha vissuto per trent’anni. Ha scoperto il NGF, una proteina prodotta dalle cellule nervose di cui dirige il differenziamento e lo sviluppo. È stata insignita del premio Nobel nel 1986 e nel 2001 è stata nominata senatore a vita
Nel 1909 nascono a Torino nella famiglia dei Levi-Montalcini le due gemelle Paola e Rita. Il padre ingegnere, Adamo Levi, e la mamma pittrice, Adele Montalcini, insegnarono ai loro quattro figli ad amare profondamente la cultura. Nella sua autobiografia Elogio dell’imperfezione (1988) la scienziata racconta come da adolescente volesse fare la scrittrice, ma che a vent’anni i suoi interessi cambiarono: si iscrisse alla facoltà di medicina, laureandosi nel 1936. Tra i suoi colleghi di studio c’erano Salvatore Luria e Renato Dulbecco, anch’essi futuri premi Nobel; insieme frequentavano i corsi di un grande biologo, Giuseppe Levi, studioso della crescita cellulare, in particolare nel tessuto nervoso.
Nel 1938 il governo fascista approvò le leggi razziali contro i ‘non ariani’, tra cui gli ebrei. Molti scienziati e intellettuali furono costretti a partire per l’estero. Rita Levi-Montalcini andò in Belgio, per ritornare in Italia nel 1940, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. Dopo numerose difficoltà e peripezie (non potendo frequentare l’università, ma volendo continuare le sue ricerche, allestì un piccolo laboratorio nella propria camera da letto), nel 1945 riuscì a riprendere le sue ricerche all’Università di Torino. Nel 1947 fu invitata negli Stati Uniti dal professor Viktor Hamburger, biologo della Washington University di St. Louis, che le offrì di proseguire insieme i suoi studi sul sistema nervoso embrionale dei vertebrati, argomento allora ancora poco studiato.
Alla partenza, la Levi-Montalcini pensava di tornare a casa entro qualche mese, ma a St. Louis trovò un clima scientifico molto vivace, aperto a chiunque avesse voglia di impegnarsi e tornò in Italia definitivamente soltanto nel 1977.
Negli anni Cinquanta, molti fenomeni biologici erano ancora sconosciuti; fra tutti, il più misterioso rimaneva il funzionamento del sistema nervoso. Nella seconda metà dell’Ottocento Giulio Bizzozzero, dell’Università di Torino, aveva definito perenni le cellule nervose perché incapaci di duplicarsi dopo la nascita. Ma alla fine degli anni Cinquanta Rita Levi-Montalcini individuò una proteina prodotta dalle cellule nervose stesse che, invece, è in grado di favorirne la moltiplicazione e di dirigere la crescita delle fibre nervose verso i vari organi. Successivamente scoprì anche che la proteina era in grado di coordinare il funzionamento dei sistemi nervoso, endocrino e immunitario. Ciò dimostrava che il tessuto nervoso non ha una struttura fissa e immutabile dalla nascita, ma la sua crescita può essere facilitata (anche se in misura minore di altri tessuti) da una sostanza che fu chiamata Nerve growth factor o NGF («Fattore di crescita dei nervi»).
Insieme all’americano Stanley Cohen, un altro ricercatore dell’Università di St. Louis, la scienziata isolò e studiò una molecola proteica simile al NGF, trovata nel veleno di serpente e nelle ghiandole salivari dei topi. Si scoprì così l’esistenza di una vasta famiglia di proteine, chiamate poi neurotrofine, che hanno la proprietà di favorire e guidare la crescita delle cellule nervose e di cui l’NGF è il capostipite.
Passarono circa trent’anni prima che Rita Levi-Montalcini e Stanley Cohen ottenessero il meritato riconoscimento: la loro eccezionale scoperta fu sottoposta a lungo al controllo dei ricercatori in tutto il mondo. Infine, nel dicembre 1986, i due scienziati ricevettero il premio Nobel per la Medicina per la scoperta del NGF e per la strada aperta nel campo delle neuroscienze.
Più che una strada, si può dire che il NGF ha aperto un’autostrada a più corsie: l’importanza delle neurotrofine è stata confermata, anche per quanto riguarda lo studio e la cura di malattie gravi quali il morbo di Alzheimer, le malattie da stress, le neuropatie e altre malattie del sistema nervoso. Nel 2001 Rita Levi-Montalcini è stata nominata senatore a vita «per gli altissimi meriti nel campo scientifico e sociale». Così la scienziata ha commentato la sua nomina a senatore: «È il più ambito riconoscimento nel quale avrei potuto sperare […]. Questa nomina è per me di maggiore piacere del premio Nobel perché viene dal mio paese». Negli ultimi anni si è intensamente dedicata alla scrittura di saggi soprattutto dedicati ai giovani e a concrete iniziative, con la propria Fondazione, per la promozione del diritto allo studio delle giovani donne dei paesi africani.