RISTORO d'Arezzo
Cosmografo del sec. XIII. Nulla si sa di lui, se non che fu religioso e che compilò il suo trattato Della composizione del mondo nel 1282 (ed. a cura di E. Narducci, Roma 1850). L'opera, di carattere astronomico e geografico, divisa in otto libri, attinge largamente agli scritti scientifici d'Aristotele e degli Arabi nelle versioni latine. Ma ciò che distingue R. dagli altri scienziati del tempo è lo spirito d'osservazione. Il modo come egli parla delle eclissi, di certi avanzi fossili, di acque minerali, di grotte, mostra il curioso della natura e talora quasi lo sperimentatore. Mirabile per quei tempi è l'interesse e la simpatia con la quale il R. guarda i frammenti di antichi vasi etruschi, dai più tenuti in nessun conto, ch'egli sa descrivere con senso d'arte e pittoresca evidenza. Il trattato è anche una fonte importantissima per la storia del dialetto aretino.
Bibl.: A. Bartoli, Storia della letteratura italiana, III, Firenze 1880, p. 163; B. Malfatti, Della parte che ebbero i Toscani all'incremento del sapere geografico, ivi 1880; A. Michel, Die Sprache der Composizione del Mondo, Halle 1905 (diss.); per le fonti. H. D. Austin, Accredited Citations in R. d'A.s Composizione del mondo, in Studi medievali, IV (1912-13), pp. 335-82.