risolviproblemi
(risolvi-problemi), s. m. e f. inv. (iron.) Chi si fa carico di trovare una soluzione per ogni problema.
• Poi è squillato il telefonino. E ieri [Anna Maria Cancellieri] ha lasciato di corsa Parma, dove appena lo scorso ottobre era stata nominata commissario per rimettere insieme i cocci della città dopo l’ingloriosa uscita di scena della giunta Vignali. E dove stava studiando un primo intervento sulle società partecipate. Perché è stata questa, finora, la specialità del neoministro dell’Interno: il «risolviproblemi». (Marco Ascione, Corriere della sera, 17 novembre 2011, p. 13, Primo Piano) • La scommessa analoga qui è di colonizzare quest’immane oasi di socializzazione e convertirla a finalità commerciali. Immaginatevi se, oltre a mandare una faccina alla fidanzata, poteste anche, dallo stesso programma, prenotare un fine settimana romantico. È quello che promette Pana, agenzia di viaggio consultabile via messaggino. Operator, invece, è un risolvi-problemi generalista, orientato allo shopping. (Riccardo Staglianò, Repubblica, 1 maggio 2016, p. 38) • Nel «problem solving» il problema è visto come la differenza misurabile tra la situazione attuale (dove sono) e la situazione ideale (dove vorrei essere). Per noi Genoani è come dire Busalla e Rio de Janeiro. Ma come se ne esce da questo labirinto di pattoni? Vorrei tanto essere amico di Wolf, il risolvi-problemi di «Pulp Fiction». (Enrique Balbontin, Secolo XIX, 31 ottobre 2017, p. 35, Sport).
- Composto dal v. tr. risolvere e dal s. m. problema.