risoluzione
risoluzióne [Der. del lat. resolutio -onis "atto ed effetto del risolvere", dal part. pass. resolutus di resolvere "risolvere"] [LSF] Generic., con rifer. a un determinato sistema fisico, è la grandezza (detta anche potere risolutivo o risolutore o risolvente o separatore) che precisa la capacità del sistema di operare con il massimo dettaglio possibile ai fini per i quali esso è stato costituito (un caso familiare e tipico è quello di uno strumento di osservazione; per altre definizioni particolari, v. oltre). ◆ [MTR] R. angolare e azimutale: v. oltre: R. di strumenti localizzatori. ◆ [FME] [OTT] R. dell'occhio umano: lo stesso che acuità (←) visiva. ◆ [MTR] R. di strumenti localizzatori (ecogoniometri, radiogoniometri, radiotelescopi, radar, ecc.): è definita in relazione alla minima differenza in azimut (r. azimutale) o in elevazione (r. in elevazione), rispetto allo strumento, di due sorgenti che lo strumento è in grado di rilevare distintamente; per alcuni di questi dispositivi, dotati anche della capacità di fare rilevamenti distanziometrici (per es., radar), oltre alle precedenti r. angolari si definisce anche una r. in distanza, definita in relazione alla minima differenza di distanza (rispetto allo strumento) di due sorgenti con lo stesso rilevamento angolare che lo strumento è in grado di rilevare distintamente. Per i vari strumenti, tali grandezze sono suscettibili di precise definizioni quantitative, in genere diverse da strumento a strumento, in rapporto a specifici parametri funzionali. ◆ [OTT] R. di un'emulsione fotografica: l'attitudine che l'emulsione, esposta alla luce, ha di fornire i più minuti particolari dell'immagine negativa; in termini quantitativi, è il numero di linee, di spessore costante, alternate con spazi chiari di uguale spessore e contenute in una striscia larga 1 mm, che l'emulsione, debitamente impressionata, è capace di far risultare ben distinte nel negativo. La r. dipende dalla grana dell'emulsione, dalla diffusione della luce nel suo spessore e dall'alonicità; un'emulsione comune ha una r. di 40÷50 linee a mm; un'emulsione a grana fina, di 100 linee a mm, purché, beninteso, venga sviluppata razionalmente. La r. di un'emulsione può essere valutata fotografando su essa una carta di r. (v. oltre). ◆ [ELT] R. di un microscopio elettronico: v. microscopia elettronica e ionica: III 840 f. ◆ [ELT] R. di un microscopio elettronico a scansione: v. microscopia elettronica e ionica: III 849 e. ◆ [ELT] R. di un microscopio elettronico a scansione a effetto tunnel: v. microscopia elettronica e ionica: III 852 f. ◆ [OTT] R. di un microscopio ottico: v. microscopia ottica: III 858 e. ◆ [OTT] R. di uno spettroscopio: è definita come il rapporto λ/Δλ, essendo λ e λ+Δλ le lunghezze d'onda corrispondenti a due righe vicinissime, ma ancora distinguibili una dall'altra, nello spettro fornito dallo strumento. Nel caso di spettroscopi a prisma, la r. si dimostra essere pari a s(dn/dλ), essendo s il cammino percorso dai raggi nel prisma e n l'indice di rifrazione, relativo al mezzo circostante, del materiale di cui è fatto il prisma disperdente; poiché s è dell'ordine dei cm e la dispersività dn/dλ, variabile con λ, è dell'ordine di 104÷105 m-1, la r. risulta dell'ordine delle centinaia: in effetti un buono spettroscopio a un solo prisma, in condizioni di deviazione minima, dà una separazione spettrale dell'ordine di 1÷2 nm nel rosso (r. di circa 500), dell'ordine di 0.2÷0.3 nm nel violetto (r. di circa 2000). Assai maggiore è la r. degli spettroscopi a reticolo, che si dimostra essere pari a kN, essendo k l'ordine dello spettro cui ci si riferisce e N il numero delle fenditure o dei tratti del reticolo: allo spettro del 4° ordine di un reticolo con 105 tratti corrisponde una r. di ben 4 105 (per luce gialla, Δλ è soltanto dell'ordine di un picometro). ◆ [MTR] R. di uno strumento di misurazione: la più piccola variazione della grandezza da misurare che lo strumento è in grado d'indicare; è una delle caratteristiche essenziali di uno strumento: v. misure fisiche: IV 47 e. ◆ [OTT] R. di uno strumento di osservazione (microscopio, telescopio, ecc.): la più piccola distanza lineare (r. lineare) o angolare (r. angolare) tra due punti dell'oggetto osservato per la quale i due punti danno ancora luogo a due immagini (visive o fotografiche) distinte. ◆ [ELT] R. di un potenziometro: v. componenti elettronici passivi: I 667 e. ◆ [ALG] [ANM] R. di un problema: il procedimento che porta alla determinazione della soluzione del problema, cioè del numero, della grandezza, della funzione, ecc. che risponde al quesito o ai quesiti del problema (si distingue dunque dalla soluzione, che è il solo risultato finale; per influenza dell'ingl., il termine soluzione è però usato, non propr., per indicare anche il procedimento della r.). ◆ [OTT] R. di un reticolo di diffrazione: v. diffrazione della luce: II 145 e. ◆ [ALG] R. di un triangolo (piano o sferico): la determinazione di uno degli elementi di un triangolo (angolo, lato, perimetro, ecc.) a partire dalla conoscenza di altri elementi: → trigonometria. ◆ [FSN] R. energetica di un calorimetro: v. calorimetri adronici ed elettromagnetici: I 457 a, 458 b. ◆ [MTR] R. in distanza: v. sopra: R. di strumenti localizzatori. ◆ [FSN] R. in energia di un rivelatore: v. rivelatori di particelle: V 54 b. ◆ [ELT] R. interpretabile: v. microscopia elettronica e ionica: III 846 c. ◆ [OTT] R. lineare: v. sopra: R. di strumenti focalizzatori. ◆ [ELT] R. puntuale: lo stesso che r. interpretabile (v. sopra). ◆ [LSF] R. spaziale: la r. definibile in termini spaziali, quali la minima distanza di punti separabili nel campo visivo di uno strumento d'osservazione o localizzatore. ◆ R. strutturale: (a) [CHF] v. cristalli molecolari: II 37 b; (b) [ELT] lo stesso che r. interpretabile (v. sopra). ◆ [LSF] R. temporale: la capacità che un sistema o un dispositivo di elaborazione di fenomeni evolventisi nel tempo ha di trattare come eventi distinti due eventi che si succedono piuttosto ravvicinati; è misurata dall'intervallo di tempo tra due eventi successivi che si presentano ben distinguibili. ◆ [OTT] R. trasversale e longitudinale di una lente: v. diffrazione della luce: II 144 c, d. ◆ [MTR] [OTT] Carta di r.: disegno a tratto, in bianco e nero oppure a colori, contenente una serie di elementi grafici per determinare la r. lineare e angolare di strumenti ottici, sia visuali che fotografici, e di sistemi per la trasmissione e l'elaborazione di immagini, tipic., per la r. lineare possono essere usate serie di tratti con frequenza spaziale crescente (eventualmente nelle due direzioni orizzontale e verticale), mentre per la r. angolare possono essere usate linee divergenti da un punto; un esempio di carta di r. per la trasmissione di immagini è il monoscopio (←) televisivo. ◆ [OTT] Criterio di r. di Rayleigh: è basato sulla sovrapposizione delle due centriche corrispondenti a due punti oggetto molto vicini: v. diffrazione della luce: II 144 c. ◆ [ELT] [OTT] Frequenza di r. limite: definisce la r. lineare di convertitori d'immagine: v. immagine, intensificatori e convertitori d': III 161 b. ◆ [PRB] Funzione di r.: v. dati, statistica dei: II 90 a.