longevita, rischio di
longevità, rischio di Rischio che una coorte di persone viva più a lungo di quanto previsto dalle statistiche e in particolare dalle tavole di mortalità utilizzate da imprese di assicurazioni e fondi pensione privati o pubblici per i loro calcoli.
Dal punto di vista sociale, il rischio di l. è un evento positivo, ma diventa negativo per l’istituzione finanziaria che abbia sottoscritto contratti di assicurazioni di rendita o pensionistiche a prestazioni annue definite e pagabili a partire da una certa età per tutta la vita dell’assicurato o del pensionato. Prolungandosi nel tempo in modo inatteso, questa sopravvivenza genera notevole aggravio nelle prestazioni a carico di tali istituzioni.
Il rischio di l. è legato ai grandi progressi realizzati dalla medicina, tanto nella prevenzione che nella cura delle patologie, e anche al generale miglioramento delle condizioni di vita nelle società avanzate. Ciò ha modificato sensibilmente la speranza (la durata media) di vita sia alla nascita sia, condizionatamente alla sopravvivenza, a una qualsiasi età. In Italia, secondo i dati ISTAT (2010), essa è (alla nascita) di 79,1 anni per i maschi e 84,3 per le femmine, in crescita, solo nell’ultimo decennio, di 2,1 anni per i primi e di 1,5 per le seconde. La percezione del rischio di l. è così diventata particolarmente acuta verso la fine del 20° sec. anche per la notevole diffusione di strumenti finanziari, come appunto le assicurazioni di rendita vitalizia e i piani pensionistici a prestazioni definite. Esposti a questo rischio sono anche gli enti che offrono prestazioni sanitarie o di assistenza sociale, i cui costi tendono ad aggravarsi notevolmente con l’anzianità dell’assicurato. Gli enti pubblici, sui quali grava direttamente o indirettamente il costo di prestazioni pensionistiche, sanitarie e sociali, vedono nel rischio di l. una delle fonti primarie di squilibrio finanziario.
Le imprese di assicurazioni sulla vita possono difendersi dal rischio di l. se hanno un portafoglio ben bilanciato fra assicurazioni di rendita vitalizia o di capitale differito (fortemente esposte al rischio di l.) e assicurazioni caso morte temporanea, per le quali la l. fa, al contrario, diminuire le prestazioni. Le imprese di assicurazioni con prevalenza di assicurazioni di rendita e i fondi pensione sono privi di questa copertura automatica. Devono dunque ricorrere a strategie e mezzi alternativi di copertura. Gli strumenti più utilizzati per questi obiettivi sono i longevity bonds (in posizione lunga), obbligazioni il cui tasso di interesse, variabile nel tempo, segue l’andamento della sopravvivenza, generando alti interessi in periodi di alta e crescente l., bassi nel caso contrario. Nella prima evenienza, l’assicurazione o il fondo pensione dovranno aumentare, rispetto a quanto previsto, le proprie prestazioni, ma troveranno copertura (almeno parziale) nell’incremento dei tassi di interesse, dunque del volume globale di interessi. Simmetrico il discorso nel caso contrario di bassa longevità.