risanamento
Processo di ristabilimento di condizioni ordinarie di vitalità, con riguardo a un’impresa, alla pubblica amministrazione o più in generale a un’iniziativa economica, che si rende necessario quando sia presente uno stato di ‘malattia’, cioè una disfunzionalità nella gestione di un privato o nella finanza pubblica. Il primo stadio di un r. è l’individuazione del problema prioritario, in modo da poter precisare, in seguito, modalità idonee a contrastare lo scadimento della performance. Più in particolare, si decide per il r. allorché l’equilibrio economico e/o finanziario di un’impresa sia compromesso in misura tale da rendere prossima una condizione di crisi irreversibile e quindi di cessazione delle attività aziendali.
Il processo di r. può avere come oggetto il profilo finanziario della gestione aziendale o quello industriale e operativo. Nel primo caso le disfunzionalità dell’impresa sono state ricondotte a scelte di politica finanziaria. Nel secondo, si agisce più radicalmente, affiancando le misure a livello finanziario a una rivalutazione delle soluzioni produttive, commerciali od organizzative. In tale analisi, occorre saper interpretare i segnali di scadimento dei parametri di performance finanziaria, poiché spesso questi non hanno un’origine primariamente finanziaria, ma, al contrario, sono espressione di problemi che stanno a monte della gestione finanziaria. Un processo di r. industriale si focalizza su una molteplicità di azioni, che hanno il comune obiettivo di elevare le performance sui profili dell’efficienza, della competitività e del successo commerciale. Molto frequentemente tale intervento richiede il coinvolgimento di risorse manageriali aggiuntive. Quando il processo straordinario di risistemazione delle disfunzionalità aziendali si applica in tempi anticipati (allorché i parametri di performance ne abbiano ancora limitatamente risentito), si utilizza di norma il termine ‘riorganizzazione‘. Un processo di r. finanziario si focalizza, il più delle volte, sulla ristrutturazione del passivo e sul governo delle fonti di autofinanziamento. Esso ha quasi sempre l’obiettivo di riequilibrare le relazioni tra sviluppo, autofinanziamento, e approvvigionamento da fonti di finanza esterna e mezzi propri (➔). Un’area prioritaria di intervento è in ogni caso la rivalutazione e l’ottimizzazione della struttura dei costi.
In linea generale, ogni situazione di difficoltà aziendale può essere affrontata con apporti incrementali di capitale, giacché in questo modo il grado di solvibilità di un’azienda riceve, nel breve periodo, un forte impulso migliorativo. Spesso un processo di r. richiede questo tipo di intervento. Tale operazione di rafforzamento della dotazione patrimoniale deve tuttavia assicurare ragionevoli convenienze a chi lo sottoscrive e condizioni aziendali di stabile equilibrio. Avviene quindi raramente che un aumento di capitale proprio produca da solo l’effetto desiderato. Un altro strumento solitamente impiegato nel r. finanziario è la moratoria rispetto ai termini di scadenza dei prestiti.
Il successo di un processo di r. si misura in termini di allontanamento dalle situazioni di precaria solvibilità, d’insufficiente redditività e quindi di parziale bancabilità dell’impresa, attraverso cui questa ritrova la fiducia dei finanziatori e, più in generale, degli stakeholder (➔). A tale fine, è talvolta necessario ottenere requisiti di sicurezza per gli investitori, che consentono di realizzare il piano. Per questa ragione, chi attua il piano di r. può fare ricorso alle procedure previste dal nuovo art. 67, 3° co., lett. d, della legge fallimentare. Un intervento di questo tipo, che deve essere ‘asseverato’ da un professionista terzo, permette di proteggere le banche che concedono nuovi finanziamenti nei confronti di azioni in revocatoria e offrono alle banche stesse condizioni di sicurezza necessarie per poter utilmente contribuire al processo.