RIPA
. Termine col quale sono indicate, in alcune regioni d'Italia (p. es., nelle Marche), le scarpate costiere a picco, continuamente minate dall'abrasione marina; tale termine corrisponde perciò a quello francese, più noto, di falaise, tradotto talvolta in italiano con falesia. La base delle ripe è soggetta all'azione, spesso violentissima, del flutto che si frange, e la cui potenza demolitrice è accresciuta dai detriti e dalla sabbia, che, raccolti al piede, sono dal flutto stesso scagliati contro la parete. L'altezza media alla quale si verifica l'urto contro la parete è spesso segnata da un solco che si fa sempre più ampio e profondo, finché la parte di roccia a picco, sovrastante ad esso, rimasta priva di sostegno, finisce per crollare. Spesso poi la roccia formante la ripa è percorsa da diaclasi, entro le quali le acque di pioggia s'infiltrano, preparando condizioni favorevoli per il franamento della fronte prospiciente al mare. Nell'un caso e nell'altro la ripa tende, per successivi franamenti, ad arretrare verso l'interno. Questo arretramento procede spesso con notevole rapidità, specie se la roccia è facilmente erodibile, come la creta delle tipiche falaises della Normandia e della costa inglese prospettante la Manica. Ma, poiché l'erosione non si esercita in profondità a causa del rapido smorzarsi dell'impeto dell'acqua, arretrandosi la ripa, si viene a formare dinnanzi ad essa una soglia subacquea o terrazza di abrasione, sulla quale gradualmente si accumulano i materiali franati; essa col tempo viene a costituire una protezione alla base della ripa, il cui arretramento si attenua quindi sempre più, fino a cessare. Si trovano perciò talora ripe o falaises ormai inattive, lontane dal mare e separate da esso da una piattaforma subacquea o anche emersa. Le ripe si possono formare, per un processo analogo anche lungo corsi d'acqua; il fenomeno è frequente lungo i fiumi marchigiani e abruzzesi.
Vedi anche abrasione; coste.