RIO GRANDE DO SUL (A. T., 155-156 e 157-158)
È lo stato più meridionale del Brasile, con una superficie di kmq. 285.289 e una popolazione di 3.263.944 ab. (valut. 1933; 11 ab. per kmq.; il censimento del 1920 diede 2.182.713 ab.). Il vasto territorio presenta aspetto fisico assai vario. Infatti la parte nord occupa l'estremo lembo meridionale dell'altipiano brasiliano ed è limitata verso l'Atlantico dalla Seira do Mar, che, penetrando dal territorio di Santa Catharina, corre parallela alla costa fino al 30° parallelo S. e quindi piega in direzione di ovest, frazionata in un gran numero di piccole catene, orientate da E. a O., le quali prendono varî nomi locali, ma vengono designate complessivamente col nome di Serra Geral: la loro altezza massima è di 1200 m. s. m. nella Cima da Serra, a N. di Porto Alegre.
Nell'altipiano settentrionale prevalgono le formazioni basaltiche che hanno ricoperto il basamento arcaico e le arenarie paleozoiche; l'erosione ha profondamente inciso l'altipiano e specialmente la Serra Geral, entro la quale penetrano ramificandosi le valli dei fiumi, dominate da faglie basaltiche.
A S. dell'orlo dell'altipiano si stende la regione bassa e pianeggiante che preannuncia le formazioni dell'Uruguay, zona ricca di campos adatti all'allevamento del bestiame, ma il cui aspetto è ben lontano da quello uniforme della pampa, giacché il massiccio arcaico riappare anche qui nelle serre do Herval e dos Tapes, formate di colline arrotondate che si abbassano e si perdono verso O. nella Cochilla Grande e nella Cochilla de Santa Marta. Infine lungo l'Atlantico la regione costiera è piuttosto ristretta a N. tra la Serra do Mar e la riva oceanica, e si estende al centro fino a raggiungere la larghezza di 150 km., per restringersi nuovamente a S. verso il confine dell'Uruguay. Questa zona bassa e sabbiosa è occupata in gran parte da laghi e lagune, di cui le principali sono la vastissima Lagôa dos Patos (oltre 7000 kmq.) e la Lagôa Mirim, che segna in parte il confine con l'Uruguay. Queste lagune maggiori, e anche i minori specchi lacustri, si sono formati per effetto delle dune costiere e dei cordoni litoranei creati dalle sabbie e dai detriti fluviali accumulati da venti marini, alla cui azione pare si sia anche aggiunto un sollevamento del fondo marino in corrispondenza della costa stessa.
Il Rio Uruguay, che nasce nello stato di Santa Catharina, circonda e limita il territorio del Rio Grande a N. e ad O., ne raccoglie le acque provenienti da una parte dell'altipiano e, per mezzo del Rio Ibicuhy, anche dalla sezione occidentale del bassopiano. Le zone orientale e meridionale dell'altipiano e della Campanha sono invece tributarie dirette dell'Atlantico o meglio della Lagôa dos Patos che raccoglie le acque dello Jacuhy e del Camaquam e, per mezzo del Rio S. Gonçalo, anche quelle della Lagoa Mirim; la Lagôa dos Patos immette poi nell'oceano attraverso il canale, detto impropriamente Rio Grande do Sul, sulle cui rive sorge la città omonima e la cui foce, sbarrata da banchi di sabbia, viene ora sistemata a porto.
Il clima è in generale temperato e assai salubre e presenta la divisione in due stagioni, piovosa e arida, propria delle regioni subtropicali. La stagione secca e calda, o estate, va da ottobre ad aprile, mentre da maggio a settembre cadono abbondanti le piogge e la temperatura diminuisce notevolmente, specie sull'altipiano.
Il mantello vegetale muta dall'una all'altra regione e così pure lo sfruttamento agricolo. Nella zona del litorale, dove prevalgono le terre basse di età assai recente (Pleistocene), si trova una fascia di terreni piani e argillosi, assai fertili nel cosiddetto banhado o brejo facilmente inondabile, cui segue verso l'interno una fascia di terreni argillosi quasi del tutto sterili per la presenza, a circa 20 cm. di profondità, di un grosso strato di terreno di color nero compattissimo e impenetrabile, detto tijuco, che impedisce la penetrazione delle radici delle piante. Famosi e ricchissimi i pascoli che si sviluppano nel brejo dopo le inondazioni. Le coltivazioni però sono qui in complesso povere e limitate al riso e agli ortaggi; scarsa poi è la vegetazione arborea, costituita da ciuffi isolati e da piantagioni recenti di eucalipto. Nella sezione meridionale o campanha, le foreste sono poco estese e distribuite lungo i fiumi o in macchie isolate, e anche limitate sono le coltivazioni; predominano invece i campos ricchi di erbe e adatti all'allevamento del bestiame, assai sviluppato. Nella zona settentrionale o dell'altipiano si estendono le foreste di araucarie e i boschi di yerba mate, ma non mancano i campos; i quali si sviluppano largamente nelle sezioni alte e pianeggianti che separano le valli (Campos da Vaccaria, de Palmeira, e Campos Novos). Sul ripido versante orientale della Serra do Mar troviamo invece la foresta tropicale che mostra grande varietà di piante e ricchezza di sottobosco, grazie soprattutto alla fertilità del terreno basaltico.
La foresta si prolunga anche lungo la Serra Geral, ma qui essa ha dovuto cedere in gran parte il posto alle coltivazioni introdotte per opera dei coloni tedeschi e italiani: dal punto di vista agricolo è questa la regione più progredita e più ricca dello stato: campi di mais, di frumento, di fagioli, di patate e vigneti coprono larghe distese dove prima erano boschi e foreste impenetrabili.
Grande importanza ha l'allevamento del bestiame: il patrimonio zootecnico nel 1920 comprendeva otto milioni e mezzo di bovini, un milione e mezzo di equini, oltre 200 mila asini e muli, quattro milioni e mezzo di pecore e tre milioni e mezzo di suini, ma da quest'anno tale patrimonio è molto aumentato. Durante la guerra mondiale furono costruiti frigoriferi e fabbriche di conserve a Rio Grande e a Santa Anna do Livramento, ma il maggior numero di bovini, oltre mezzo milione di capi all'anno, sono abbattuti nei saladeros di Quarahy, Santa Anna, Bagé e Pelotas. La carne salata (xarque) è consumata quasi esclusivamente nell'interno del Brasile e specialmente negli stati settentrionali, mentre sono esportate le pelli, il grasso e la lana.
L'industria è tutta nella lavorazione dei prodotti agricoli: molini per la produzione delle farine di frumento e di mais, stabilimenti per la pilatura del riso, fabbriche di conserve; ma si è sviluppata anche l'industria tessile con stabilimenti a Porto Alegre, Rio Grande, Caxias, Pelotas e Uruguayana. Le ricchezze minerarie sono scarse: notevole sviluppo ha raggiunto tuttavia l'estrazione del carbone (300.000 tonn. annue) nelle miniere di São Jerónymo, di Butia, di Recreio e di Gravatahy.
Il commercio si svolge quasi tutto attraverso il porto di Rio Grande, ma utilizza anche le comunicazioni ferroviarie e fluviali verso l'Uruguay e l'Argentina. La rete ferroviaria di 3000 km. e la rete stradale di circa 10.000 km. permettono un attivo traffico interno e alimentano l'esportazione, che nel 1927 fu di 550 mila tonnellate di merci, in gran parte dirette ai mercati nazionali e solo in piccola parte verso l'Uruguay e verso la Germania.
La popolazione dello stato presenta un costante aumento nell'ultimo cinquantennio; il territorio è diviso in 79 municipî tra cui, oltre alla capitale Porto Alegre (v.), ricordiamo Rio Grande, sorta all'estremità meridionale della Lagôa dos Patos, all'imbocco del canale che porta all'Atlantico, centro commerciale e industriale, con un porto assai frequentato e una popolazione di circa 50 mila ab.; Pelotas, presso la sponda occidentale della stessa Lagôa e sulla riva del rio São Gonçalo che viene dalla Lagôa Mirim, centro agricolo e commerciale; Santa Maria, quasi al centro dello stato e punto d'incrocio delle principali linee ferroviarie; Bagé verso la frontiera meridionale; Uruguayana, città di confine, dove termina la ferrovia trasversale proveniente da Porto Alegre, e porta fluviale sul Rio Uruguay; S. Leopoldo e Caxias, centri rispettivamente delle zone colonizzate dai Tedeschi e dagl'Italiani.
Discretamente sviluppate sono l'istruzione primaria e quella media e superiore, che possiede in Porto Alegre fiorenti istituti, come la facoltà di medicina e di diritto, l'istituto d'ingegneria, l'istituto astronomico e meteorologico e numerose scuole medie e professionali.
Particolare menzione merita l'opera dei coloni europei: per primi i Tedeschi, che nel 1824 giunsero in numero di 126 e fondarono la colonia di S. Leopoldo, divenuta il centro di una rete di colonie tedesche nella zona immediatamente a N. e a O. di Porto Alegre. Secondo il censimento del 1920, i Tedeschi erano appena 16.952, mentre, secondo i calcoli fatti dalle organizzazioni tedesche, essi sarebbero circa 300.000; i Tedeschi sono insediati in parte nella capitale dello stato e in maggioranza nelle colonie di S. Leopoldo, Santa Cruz, Nova Amburgo, Mundo Novo, ecc.; sono agricoltori, industriali e commercianti e godono in complesso una buona posizione economica. Le altre colonie straniere sono formate di Portoghesi, Spagnoli e Polacchi, ma il numero maggiore spetta agl'Italiani, che cominciarono a giungere nel 1875 e furono avviati verso la regione della Serra Geral. E poiché la zona più vicina a Porto Alegre era già occupata dalle colonie tedesche, gl'Italiani dovettero avanzare verso N. e verso O. e risalire le valli, allora coperte interamente da foreste. Abbattendo il bosco a colpi di scure, lottando contro le fiere e i feroci indigeni (bugres), quei primi coloni, in maggioranza Veneti, conquistarono il terreno e iniziarono dal nulla la coltivazione, trasformando quel paese selvaggio in una plaga feconda. Ora molti centri sono costituiti interamente di coloni italiani, numerosissimi a Caxias, Alfredo Chaves, Antonio Prado, Bento Gonçalves, Garibaldi e Guaporé, ecc., tutti centri della zona della Serra Geral. Secondo il censimento consolare italiano del 1927, la popolazione italiana nel Rio Grande ascende a 300.000 individui, dei quali però soltanto poco più di un sesto è d'Italiani regnicoli, mentre gli altri sono discendenti dai coloni italiani e, essendo nati in Brasile, sono considerati cittadini brasiliani. La maggioranza è concentrata nei municipî sopra ricordati mentre solo un quinto vive nella capitale e negli altri centri urbani. Nel primo caso si tratta in generale di agricoltori che coltivano i terreni di cui sono proprietarî; gli altri sono in prevalenza professionisti (medici, ingegneri, ecc.), piccoli commercianti, operai, ecc. Secondo il censimento brasiliano del 1920, gl'Italiani possedevano a quell'epoca 13.800 aziende agricole con un'area di 750.000 ettari e appartenevano a loro due milioni di capi di bestiame. Gl'Italiani hanno anche impiantato numerose aziende industriali (227) a Caxias e a Porto Alegre. Moltissime associazioni italiane di mutuo soccorso e di beneficenza, parecchi Fasci italiani, le sezioni della Dante Alighieri", 131 scuole primarie con l'insegnamento dell'italiano e l'istituto medio italiano di Porto Alegre mantengono vivo il sentimento d'italianità in quella forte comunità d'Italiani cui è preposto il console generale di Porto Alegre.
Storia. - Il territorio dell'odierno stato di Rio Grande do Sul fu colonizzato in epoca abbastanza tarda; e primi a stabilire centri abitati furono i gesuiti, con le loro famose missioni. Ma solo nel 1737 venne fondata la città di Rio Grande, cioè il primo stabilimento sulla costa, che d'altronde doveva, dopo non molto tempo, essere sorpassato, in importanza, da Porto Alegre. Eretto in capitaneria già verso la metà del sec. XVIII, il territorio di Rio Grande divenne capitaneria generale nel 1807. Dal 1889 costituì uno degli stati della repubblica brasiliana. La sua storia, in seno al Brasile, è stata contraddistinta soprattutto, nel sec. XIX, da violentissime rivoluzioni che hanno, a più riprese, sconvolto la vita del paese: celebre particolarmente quella, in senso federalista e repubblicano, contro l'imperatore, detta dei farrapos (cenciosi) scoppiata nel 1835 e durata fino al 1845, a cui partecipò anche, per un certo periodo, Garibaldi. Nuova, aspra ribellione, sempre in senso federalista, alla fine del sec. XIX, dopo la proclamazione della repubblica brasiliana, nel periodo 1891-1895.