AMAZZONI, Rio delle (Rio Amazonas; A. T., 149-150)
Fiume dell'America Meridionale, che con i suoi affluenti costituisce il più grande sistema idrografico del mondo. Il suo bacino imbrifero, che con quello del Tocantins si calcola copra una superficie di 7 milioni di kmq., cioè oltre il 38% della superficie totale dell'America del Sud, oltre allo sterminato bassopiano omonimo comprende una parte del Tavolato della Guiana, del sistema andino e degli altipiani del Brasile. Tanto geologicamente quanto morfologicamente esso è dunque assai vario. Benché alcune parti di esso siano ancora poco conosciute, possiamo tracciarne i limiti con sufficiente esattezza. Verso N. lo divide dai bacini dei fiumi guianesi una serie di alture (Sierra Tumucumache, Sierra Acaryo Acarahy, Sierra della Luna) che non raggiungono i 1000 m.; dal bacino dell'Orinoco, la Sierra Pacaraima, che si eleva fino a 2620 m., e quindi la Sierra Parima. A occidente di questa lo spartiacque è tanto incerto, che un tronco fluviale, il Casiquiare, collega il corso superiore dell'Orinoco con quello del Rio Negro. Il bassopiano amazzonico si confonde coi llanos dell'Orinoco: la displuviale tra l'Inirida, il Guaviare (Orinoco) e il Rio Negro, l'Issana, l'Uaupés (Amazzoni) corre su basse groppe collinose, fino ai piedi della catena andina. La Cordigliera orientale di Colombia separa poi il bacino dell'Amazzoni da quello del Magdalena; la Cordigliera occidentale dell'Ecuador e del Perú lo dividono dai piccoli bacini dei fiumi del Pacifico; la Cordigliera Reale di Bolivia, infine, lo separa dal bacino chiuso del Titicaca. Lo spartiacque col Rio de la Plata è costituito dapprima da una bassa soglia, che si stacca dalla sierra de Misiones e per il Cerro Cochis, con direzione SO.-NE. raggiunge la Serra dos Parecis e l'altipiano del Matto Grosso; corre quindi sulla Serra das Divisões. Dai bacini del S. Francisco, del Parnahyba, del Grajahu e del Gurupy il bacino del Rio delle Amazzoni è diviso dalle serre dos Pyreneos, do Paraná, de Taguatinga, Mangabeiras, da Gurupy.
Nel complesso, il bacino del Rio delle Amazzoni ha la forma di un otre, la cui bocca è stretta a N. dal tavolato granitico e gneissico della Guiana e a S. dagli altipiani terziarî del Brasile. La piattaforma gneissica della Guiana, inoltre, forma una soglia sotterranea, ricoperta da terreni recenti, presso lo sbocco del gran fiume, e affiora nuovamente sulla sua riva destra, tra Pará e la Serra do Gurupy. Il massiccio cristallino guianese si stende verso sud fino alla confluenza del Rio Negro col Rio Branco, e verso O. fino all'Uaupés; caratteristici sono in esso alcuni massicci dai fianchi scoscesi, che emergono come isole dal piano circostante. Si tratta, per lo più, di zolle granitiche resistenti.
A S. della Guiana, da Manáos in poi, il fiume scorre proprio sull'asse di una grande sinclinale, nella quale i terreni paleozoici (arenarie, calcari e scisti dell'Antracolitico, scisti e arenarie del Devonico, arenarie del Silurico) sono coperti da una coltre più o meno spessa di argille e sabbie fluviali, i cui confini tanto a N. che a S. non sono ben conosciuti.
Questa coltre alluvionale è in gran parte cenozoica, in parte quaternaria e recente. Nell'Amazzonia orientale i depositi terziarî sono stati sollevati in blocco, e il fiume vi ha scavato una serie di terrazze, spesso tabulari. Nell'Amazzonia centrale, poi, i terreni alluvionali si stendono su superficie enormi dal Putumayo al massiccio brasiliano. Gli gneiss di questo affiorano là dove il Madeira, dopo la confluenza del Beni col Mamoré, forma una serie di cascate e di cateratte. Verso occidente, la regione va man mano innalzandosi, in complesso rapidamente, fino ai piedi delle Ande (per ulteriori notizie sul bacino amazzonico, v. amazonas).
Il gran fiume prende il nome di Rio delle Amazzoni solo dalla confluenza del Rio Negro; nel corso medio, dalla frontiera peruviana al Rio Negro, ha il nome di Solimões. È formato dall'unione del Marañón, che nasce nelle Ande Peruviane, dal lago di Llauricocha, a 3653 m. s. m., con l'Ucayali, che ha le sue sorgenti non lungi dall'Ampato, nella Cordigliera occidentale. Il Rio delle Amazzoni, per lunghezza di corso (6180 km. dalle sorgenti dell'Ucayali) è al 3° posto tra i fiumi della terra, superato soltanto dal Mississippí-Missouri e dal Nilo-Kaghera; per portata di acque è al primo posto (100.000 mc. al 1'' in media). Il corso dei suoi rami sorgentiferi è diretto all'ingrosso da S. a N.; mentre il resto del suo corso ha direzione O.-E. I suoi numerosissimi affluenti vengono distinti dagli abitanti della regione in rios brancos e rios negros. Questi sono i fiumi che scorrono nelle zone dove affiora la roccia in posto, ed hanno acque limpide, colorate dalle materie vegetali in putrefazione, un corso irregolare, con rapide numerose nelle zone in cui hanno asportato tutta la coltre alluvionale mettendo a nudo le rocce paleozoiche o cristalline che formano in parte l'imbasamento del bacino del fiume. I rios brancos sono invece i fiumi delle zone alluvionali, che trasportano gran quantità di detriti, acquistando così una colorazione lattiginosa (branco "bianco"), ed hanno corso più regolare, ma con una serie di meandri che avanzano lentamente verso valle, accumulando i materiali sulle rive convesse ed erodendo quelle concave.,
Già a Tabatinga il Rio delle Amazzoni si trova a soli 60 m. s. m., a Manáos a 25 m. La sua corrente è dunque piuttosto lenta. I materiali trasportati dalle acque non diminuiscono, com'è di norma, verso valle, perché il sollevamento cui è stata soggetta l'Amazzonia orientale ha fatto aumentare l'erosione esercitata dagli affluenti che da essa discendono.
Il medio e basso corso del Rio delle Amazzoni è accompagnato da lagune che si distendono ad esso parallele, da canali laterali (furos) e da espansioni lacustri che occupano spesso la parte più bassa della valle di alcuni affluenti.
Dopo lo Xingú, l'ultimo affluente di destra, comincia l'estuario del gran fiume, estuario che si apre, a valle delle isole di Mexiana e di Caviana, con un'ampiezza di circa 200 km. Sembra che un tempo l'Amazzoni comunicasse col Rio Pará o Tocantins molto più ampiamente; ora il Pará sbocca a S. dell'estuario amazzonico, da cui lo separa la grande isola di Marajó, con un estuario minore, e i due fiumi sono quasi completamente indipendenti tra loro.
La massa enorme di acque dolci che l'Amazzoni versa nell'Atlantico si fa risentire in pieno oceano, dinanzi all'ampio estuario, restando essa alla superficie, data la minore densità.
Non è ben noto il regime del Rio delle Amazzoni. Il Marañón è soggetto a due piene, una da dicembre a febbraio, l'altra da aprile a luglio, e ciò dipende dal fatto che nella regione attraversata dagli affluenti di destra del Marañón stesso le piogge cadono prevalentemente nell'estate australe, mentre in quelle bagnate dagli affluenti di sinistra cadono prevalentemente nel periodo aprile-luglio. Procedendo verso valle, le due piene vanno a poco a poco fondendosi in una sola, la quale avanza verso la foce con molta lentezza, tanto che a Obidos si avverte due mesi dopo che a Tabatinga, dove si verifica in novembre. Quanto agli affluenti, la piena di quelli di sinistra avviene un po' in ritardo rispetto alla piena dell'Amazzoni (Rio Negro da marzo a luglio) e accade allora che le acque di questo ricacciano a monte quelle degli affluenti stessi. Gli affluenti di destra, invece, precedono un poco con le loro piene la piena dell'Amazzoni.
L'altezza delle piene diventa più regolare e meno forte a mano a mano che si procede verso la foce: così, mentre nel corso superiore e medio le acque s'innalzano fino a 7 m. sul livello ordinario, inondando quindi vastissime superficie, a Obidos s'innalzano soltanto tra i 6 e gli 8 m. La marea durante le magre si fa sentire fino a Obidos, mentre durante le piene si avverte soltanto dal principio dell'estuario. L'onda di flusso, soprattutto durante le sizigie, quando cioè le maree sono più forti, rimonta violentemente l'estuario amazzonico, dando origine a un enorme cavallone che, nei punti dove il fiume è meno profondo, supera i 5 m. d'altezza. Quest'onda, analoga al mascaret della Gironda, al raz de marée della Senna, è chiamata dagli indigeni pororoca. La portata minima dell'Amazzoni a Obidos è valutata a 63.000 mc. al 1''; quella durante le piene ordinarie, di 146.000 mc. al 1''. Nelle piene straordinarie, peraltro, il gran fiume giunge a versare nell'Oceano circa 200.000 mc. di acqua al 1''.
Degli affluenti dell'Amazzoni il più importante è il Madeira (Rio da Madeira, fiume del legname), lungo 3350 km., formato dal Beni e dal Mamoré; dopo la confluenza di questi due fiumi il suo corso presenta una serie di cascate e di cateratte, per sorpassare le quali è stata costruita la ferrovia da Guajará-Mirim a Porto Velho. Tra gli altri affluenti di destra seguono per importanza il Tapajóz e lo Xingú; ambedue scendono dall'altipiano del Brasile con numerose serie di cascate e di cateratte. Tra gli affluenti di sinistra il più importante è il Rio Negro, che nasce nella Colombia orientale col nome di Guainia, ha un corso di 2150 km. e sbocca nell'Amazzoni presso Manáos. Notevole è il suo affluente Rio Branco, che proviene dalla Guiana. Ricchi di acque e di corso lungo sono pure altri affluenti di sinistra, quali il Putumayo e lo Yapurá.
Il Rio delle Amazzoni coi suoi affluenti, costituisce una grande rete di vie navigabili; la navigazione a vapore cominciò a svilupparsi nel 1866, quando il fiume fu aperto al traffico internazionale. Poiché tanto l'Amazzoni che alcuni dei suoi affluenti sono molto profondi (al principio dell'estuario si hanno dai 25 ai 45 m. e presso Obidos addirittura 135 m.), grandi piroscafi da carico riescono a raggiungere il Pongo de Manseriche (4100 km. dalla foce) e Porto Velho sul Madeira. Linee regolari di navigazione giungono fino a Iquitos nel Perù e risalgono gli affluenti più importanti; nel complesso si calcola che l'Amazzoni offra una rete navigabile di 50 mila chilometri. Grandissima è quindi l'importanza antropica di questo fiume, che costituisce l'unica via di accesso alla sterminata regione ch'esso attraversa. Con tutto ciò, pochi sono i centri di notevole importanza, sorti sulle sue rive: tra questi il maggiore è Manáos (v.) il cui porto ha un traffico molto intenso.
Bibl.: P. Le Cointe, Le bas Amazone, in Ann. de Géogr., 1903, pp. 54-66; P. Le Cointe, Notice sur la carte du cours de l'Amazone et de la Guyane brésilienne depuis l'Océan jusqu'à Manáos, carta 1 : 2.000.000, in Ann. de Géogr., 1907, pp. 159-174; P. P. Bauer, Nordwest-Amazonien. Ein Beitrag zur Geographie ıquatorialamerikas, Brünn 1919; H. Bluntschli, Die Amazonasniederung als harmonischer Organismus, in Geogr. Zeitschr., 1921; A. Peçanha, El Amazonas. La navigabilidad de los rios. Las cascadas, in Actas y memorias del VI Congr. de historia y geogr. hispano-americanas, Siviglia 1921, pp. 449-465; P. Le Cointe, L'Amazonie brésilienne, Parigi 1922, voll. 2; G. Spalt, Ausmessung der Flussläufe des Amazonensystems, in Pet. Mitt., 1923, p. 121; C. F. Marbut e C. B. Manifold, The topography of the Amazon Valley, in Geogr. Rev., 1925, pp. 617-642; Schütz-Holzhausen, Der Amazonas, 2ª ed., Friburgo s. a.; P. Denis, Amérique du Sud, Parigi 1927, I, pp. 108-129.
Storia dell'esplorazione. - La prima scoperta delle Amazzoni spetta al Vespucci, che durante il suo primo viaggio, nell'estate del 1499 (v. america) riconobbe l'estuario e vi penetrò per breve tratto. Sei mesi dopo di lui Vincenzo Yañez Pinzón esplorò a sua volta l'estuario, e corse pericolo di essere travolto dal pororoca. Per lungo tempo non ci è noto alcun tentativo di risalire il fiume gigante, che viene invece scoperto e percorso pochi lustri più tardi in senso inverso, dalle Ande all'Oceano. Il fortunato scopritore fu Francisco Orellana, nativo di Trujillo, luogotenente di Gonzalo Pizarro governatore di Quito, nella spedizione armata da questo organizzata per esplorare il versante orientale delle Ande (1540). La spedizione, discesa lungo il Rio Napo, si trovò ben presto in piena foresta vergine, in condizioni così disastrose da non poter più avanzare. Il Pizarro allora mandò innanzi con una piccola nave in cerca di provvigioni l'Orellana, che, trascinato rapidamente dall'impetuosa corrente del Napo per parecchie centinaia di chilometri, preferì abbandonare qualsiasi idea di ritorno. Raggiunto un punto prossimo a quello in cui il Napo entrava in un altro fiume maggiore (il Marañón), l'Orellana si fermò in un villaggio di indiani ospitali e vi costruì un'altra imbarcazione più solida della prima; quindi con le due navi si avventurò alla discesa. Senza ostilità da parte delle popolazioni, arrivò fino alla confluenza del Rio Negro, che così fu chiamato per il colore delle sue acque. Soltanto più a valle trovò gente ostile e venne assalito in un villaggio (Coniapayara) da una schiera di donne guerriere: da che forse il nome di Rio delle Amazzoni, che altri però suppongono che l'Orellana abbia derivato da qualche denominazione indigena. Ai primi dell'agosto 1541 fu raggiunta la foce, dopo sette mesi di navigazione.
A questa prima spedizione ne seguì qualche altra del tutto secondaria fra quelle mosse alla ricerca del fantastico Eldorado. Quasi un secolo dopo, nel 1638, il portoghese Pedro Texeira rifaceva in senso inverso il viaggio dell'Orellana raggiungendo Quito, e l'anno dopo tornava a Pará accompagnato da due padri gesuiti spagnuoli, uno dei quali, Cristoforo d'Acuña, pubblicava un'interessantissima relazione del viaggio. Più tardi, fra i missionarî, che in gran numero si sparsero tra gl'indigeni, va ricordato particolarmente il padre Samuele Fritz da Trautenau, che visse per quarant'anni sull'alto Marañón e nel 1707 disegnò la prima carta del corso del fiume. Anche Carlo Brentano di Komorn peregrinò dal 1730 al 1750 attraverso il territorio amazzonico e pubblicò una carta, stampata a Roma nel 1751. Più tardi il La-Condamine, reduce dalla sua famosa missione all'Ecuador, discendeva l'Amazzoni fino a Pará (1744) e disegnava la prima carta degna di fede, interamente rinnovata specie per il corso inferiore del fiume.
Nel sec. XIX il numero di viaggiatori europei che visitano a scopo scientifico il bacino del grande fiume diviene rilevantissimo. Basti ricordare i principali fra tutti. Giovanni Spix e C. F. Martius, lasciata Pará nell'agosto 1819, raggiungono Fortaleza da Barra do Rio Negro (l'odierna Manáos), di dove Spix risale il Solimões fino a Tabatinga e Martius lo Yapurá fino alla cascata di Araracoara, e al ritorno insieme visitano il Rio Negro fino a Barcellos e il basso Madeira. Fra il 1843 e il 1847 il conte Francesco de Castelnau esplora largamente i principali affluenti meridionali, e nel 1884 il naturalista inglese A. R. Wallace compie nella regione un viaggio descritto da lui in un classico libro.
Il rilevamento sistematico del corso dell'Amazzoni ha principio nel 1862 per opera dei due ufficiali brasiliani J. da Costa Azevedo e J. S. Pinto, e nello stesso anno W. Chandless inizia le sue feconde esplorazioni che durarono fino al 1869, lungo l'Amazzoni, il Purús, l'Acre, il Juruá, i fiumi minori tra il Madeira e il Tapajóz, ed infine il Rio Beni. Il sistema dell'Ucayali è illustrato dall'ammiraglio Tucker tra il 1868 e il 1874, mentre l'americano James Orton, inviato dalla Smithsonian Institution, esplora i tributarî ecuadoriani e peruviani. Nel 1879 il francese Jules Crevaux visita gran parte degli affluenti di sinistra dell'Amazzoni inferiore e risale in piroscafo per primo tutto il Putumayo e lo Yapurá; il tedesco Karl von den Steinen esplora a lungo (1884-1887) lo Xingú; Henri Coudrau, al servizio del governo del Pará, esplora successivamente gl'importanti affluenti di destra dell'Amazzoni, cioè il Tapaióz, lo Xingú, il Tocantins e l'Araguaya (1896-97). Merita, da ultimo, speciale menzione la navigazione senza precedenti, compiuta sul gran fiume dalla nave Dogali, della R. Marina italiana, che, al comando del capitano di vascello Gregorio Ronca, raggiunse nel gennaio 1905 Santa Fé sul Marañón (Perù) a ben 2285 miglia dall'Atlantico.
Con tutti questi ed altri minori viaggi il sistema fluviale dell'Amazzoni rimane ben definito in tutte le sue linee generali; restano soltanto da risolvere alcuni problemi particolari riguardanti gli affluenti minori, problemi ai quali si dedicarono e si dedicano tuttavia esploratori americani ed europei.
Bibl.: Fra le numerose relazioni o raccolte di relazioni di viaggi, citiamo in particolare: A. R. Wallace, Travels on the Amazon and Rio Negro, Londra 1853 (2ª ed. 1889, ristampata anche nel 1911); C. R. Markham, Expeditions in the valley of the Amazons, Londra 1859; G. Ronca, Dalle Antille alle Guiane e all'Amazzonia, in Rivista marittima, 1908.